“Augustus”, il padrone del mondo che non scampa al dominio della moglie

di Carla Bielli

E dopo Stoner, la demografa Carla Bielli, anima del gruppo di lettura “Il vizio di leggere” di Roma, recensisce per noi Augustus, «altro dono» dell’autore di culto americano John E. Williams.

Il “Grand Camée de France”, dettaglio con Augusto e Livia, cameo in onice, 23 d. C. circa, Cabinet des Médailles, Parigi, foto di Carole Raddato. Immagine da https://www.classicult.it/destino-augustus-john-williams/

Biografia romanzata (pubblicata in Italia da Fazi nel 2017 nella traduzione di Stefano Tummolini), narrata attraverso lettere di personaggi importanti assemblate con ritmo ben congegnato.  Le testimonianze degli uomini e delle donne che sono stati accanto a Ottaviano, o che sono stati coinvolti dalle sue gesta, costruiscono il narrare con salti temporali azzeccati che non confondono il lettore.

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«Per raggiungere la sua casa di sposa, mia madre dovette soltanto attraversare la strada»

di Eliana Ribes

Lida Bullorini con il fidanzato, e poi marito, Giuseppe Ribes. Eliana dedica ai suoi genitori un omaggio sincero ed è la madre Lida, che ora ha 94 anni, a conquistare il centro di questo racconto che è anche la perfetta descrizione di una generazione di donne semplici e allo stesso tempo straordinarie (entrambe le foto del post provengono dall’archivio privato dell’autrice)

Mamma ha 94 anni, è autosufficiente, tenace, orgogliosa e con tanta voglia di vivere. Abita ancora nella sua casa, quella che l’accolse il giorno delle nozze, settantuno anni fa. Per raggiungerla dovette solo attraversare la strada, perché si trovava di fronte a quella dei suoi genitori, lungo la statale 78, a Maestà di Urbisaglia. Andò in famiglia, come si diceva allora, cioè la famiglia oltre al marito comprendeva la suocera e una zia.

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«… rincorrendo e creando il mio posto»

di Erica Sai

IL MIO POSTO

Pavimenti, lavatrici, pranzi

persone costantemente

parole e noia

 

non sono fatta per questo

che mi toglie il respiro

e accende l’insoddisfazione.

 

Se così non fosse

avrei trovato un poverino

in vena di matrimoni e figli

 

non mi sarei buttata

senza coscienza nell’avventura

più grande di me.

 

Ma non è mio il lago placido

dello standard, della vita impostata

ché si fa così

 

fanno tutti così

“non sarai felice poi,

sennò, altrimenti”.

 

Dondolo quasi compiaciuta

nelle vertigini di una vita

di sete desertica

 

con gran fatica

rincorrendo e creando

il mio posto.

erica-sai

Erica Sai in una foto dal suo diario Facebook

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Politica

di Aharon Shabtay

POLITICA

love

Dalla mostra “Love. L’Arte contemporanea incontra l’amore”, prorogata fino a domenica 26 febbraio 2017 al Chiostro del Bramante di Roma (http://www.chiostrodelbramante.it/)

Le tue braccia che bacio nel nodo tra la spalla e il seno,

le gambe bianche, ramificate come tralci di vite, con l’amuleto della vagina,

l’aperta pianura del ventre, il collo, le labbra, gli occhi –

sono la liberalità, la fratellanza, la scoperta vibrante della verità,

sono la giustizia, l’uguaglianza, la libertà di desiderare e di pensare,

sono il dono delle opportunità, sono il lavoro che è l’amore,

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Paola Cassano, l’imprenditrice che sa sognare

di Maria Elena Sini

Paola Cassano 3

“Le Sognatrici” create da Paola Cassano sono impegnate a contrastare la violenza sulle donne

Quando tra le pagine di Facebook, attraverso chissà quale intreccio di collegamenti, come spesso accade in Rete, mi sono apparsi i disegni di Paola Cassano che tratteggiavano aggraziate figure di donne con indosso il costume sardo, mi sono subito incuriosita. La prima volta ho visto le sue “Sognatrici” immerse nella luce abbagliante del sole o illuminate dal fioco chiarore di luna e stelle, ma quando le ho viste stampate su essenziali t-shirt bianche ho subito desiderato di possederne una.

Per questo quando, il 5 dicembre dello scorso anno, è stato inaugurato il punto vendita a Sassari in Largo Cavallotti 13 ero tra le persone che, nonostante il freddo, hanno atteso con ansia e curiosità il taglio del nastro. In seguito sono entrata diverse volte nel negozio per comprare magliette, tazze, quaderni, biglietti sui quali erano riprodotte queste immagini accattivanti, e farne dei regali.

L’ultimo acquisto l’ho fatto pensando ad una mia cara amica che dopo anni di vita intensa, di vittorie conquistate a duro prezzo, di dolori e di battaglie condotte in solitudine, aveva finalmente trovato il compagno giusto per un matrimonio d’amore.

Volevo scrivere un augurio speciale su questo quaderno e sfogliandolo, alla ricerca di un’idea, ho trovato stampata sull’ultima pagina questa frase: “non mi interessa cosa fai per vivere, voglio sapere per cosa sospiri e se rischi il tutto per trovare i sogni del tuo cuore”. Queste parole coglievano esattamente lo spirito di quello che volevo esprimere, così ho cercato da dove fossero tratte e ho scoperto che è un testo che nel 1890 fu attribuito ad un’indiana della tribù Oriah.

Ho copiato il testo sul quaderno e ne ho fatto l’augurio per la mia amica.

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Keplero e il destino che lo ha guidato alle nozze (dopo aver esaminato undici candidate)

di Johannes Kepler*

morricone-moglie-maria

Il maestro Ennio Morricone con la moglie Maria a Los Angeles, dove il compositore il 29 febbraio scorso ha ricevuto il Premio Oscar per la colonna sonora di “The Hateful Eight” di Quentin Tarantino. «Dedico questa musica e questa vittoria a mia moglie Maria», ha commentato Morricone nel ricevere il premio.

Illustrissimo Barone, gentilissimo Signore,

per iniziare una lettera di invito alle nozze tutti i cristiani esordiscono annunciando con stile solenne di aver intrapreso la strada del matrimonio quale compimento di un particolare disegno divino. Ebbene io, da buon filosofo, gradirei esporre le mie riflessioni proprio a Voi, che fate professione di eccellente saggezza.

Mi piacerebbe esaminare il progetto di Dio nella sua peculiare natura e con preciso riferimento al matrimonio. Nel destino che mi ha guidato alle nozze vorrei considerare la vicenda per la sua singolarità, e passarne in rassegna lo svolgimento. Dopo averVi illustrato il complesso di circostanze personali e le convinzioni che ho in proposito, o meglio, i miei giudizi tra loro contrastanti, vorrei ottenere un chiarimento dalle intime profondità del Vostro pensiero.

Che potrei dirVi? Fa parte di un progetto divino o è colpa mia se per più di due anni la mia capacità deliberativa ha subito forti conflitti interni? Ho aspirato a numerose condizioni di vita, mi sono deciso per molte di queste e, per di più, assai differenti tra loro. Se con ciò ho assecondato il disegno di Dio, qual è mai stata la sua finalità in relazione a persone e fatti, considerati singolarmente?

Nulla investigherei con maggior scrupolo e null’altro, oltre a questo, desidererei tanto sapere: se cioè si dà il caso che possa ritrovare anche in me stesso quel Dio che quasi tocco con mano nella contemplazione dell’universo intero.

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Elogio della polpetta

di Luca Bartolommei

Ieri, oggi, domani. Diario di tre giorni di matrimonio.

Poche settimane orsono mi sono sposato. Per giunta con una donna, quindi niente nastri arcobaleno. Peccato, perché mettono tanta allegria.

Polpette 1

Le polpette dell’elogio (foto domestica di Luca Bartolommei)

GIORNO 1

Da principio fu il bollito.

Manzo bollito. Una bella cena a tre, i novelli sposi, occhi negli occhi, a parlare degli amici, dei vestiti, di noi, dei regali, della festa, della sposa senza un filo di trucco che era bellissima, di Walter che ha preso la torta quattro volte, di Mariagrazia splendida di bianco vestita etcetera etcetera, con una cara amica che partecipa al trionfo della coppia neo-maritata con il dono di importanti bottiglie di vini rossi robusti, peraltro prestamente svuotate. Finisce la serata con Sanremo (Festival) che ci manda a dormire.

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Sulla spiaggia, leggendo e ascoltando. Come in un dipinto di Amanda Russian

di Maria Elena Sini

Maria Elena, foto 1

“Beach Read”, olio di Amanda Russian. Le altre due opere della pittrice australiana che pubblichiamo sono state scelte dalla stessa autrice del post

Qualche tempo fa, mentre cercavo in Rete delle immagini che accompagnassero un mio lavoro, mi sono imbattuta in un’opera di Amanda Russian che ritraeva una donna intenta a leggere in spiaggia. L’immagine mi ha colpito e l’ho subito postata su Facebook, ma mi riproponevo sempre di approfondire le mie conoscenze sulla pittrice. In questi giorni finalmente l’ho fatto e ho scoperto che si tratta di un’artista australiana autodidatta che utilizza sia la pittura a olio che i pastelli.

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Fuori dalla finestra Milano, dentro “un disperato bisogno di debolezza”

di Francesca Duranti*

Milano, autunno 1989

Il settimo racconto è autobiografico e non ha titolo. Potrebbe anche essere scritto in corsivo.

La vicenda comincia nel punto dove ho terminato l’ultima stesura della Carezza di Dio e ho dato alla macchina l’ordine di stampare.

Sono uscita sul terrazzo e mi sono seduta su una poltrona a sdraio posta a metà strada tra il crepitio della stampante, proveniente dallo studio, e il canto dei merli, che saliva dal terrazzo della signora Imposimato. Cullata dall’effetto stereofonico ho ripensato alle notti invernali sul treno della Cisa, agli arrivi alla Stazione Garibaldi deserta, all’attesa del taxi, alla consolazione di arrivare finalmente nella soffitta di Mina.

Mina è toscana come me ed è stata mia compagna all’università: è stata, per meglio dire, la mia unica compagna di università. Io, già da matricola, ero sposata con Carlo e aspettavo Nicola. Il bambino è nato in agosto, a metà strada tra Diritto Romano e Istituzioni di Diritto Romano. In seguito avevo un bambino piccolo e poco tempo da perdere. Così non frequentavo molto le lezioni e meno che mai partecipavo agli impercettibili movimenti studenteschi o alla intensa vita goliardica di quegli anni. Ero un’estranea che andava a dare gli esami in un posto dove tutti mi erano estranei e tutti si conoscevano tra di loro.

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