Cinzia, Veronica e i maschi di potere

Dopo Veronica, il caso di Cinzia Cracchi, la donna che ha di fatto costretto alle dimissioni il sindaco di Bologna. Intorno ai casi di queste due signore che hanno esposto al pubblico giudizio i comportamenti dell’ex marito e dell’ex fidanzato, Gad Lerner ha imbastito su Repubblica un articolo che merita di essere letto e commentato. Assieme. Ve lo riproponiamo qui di seguito.

LA DIGNITÀ DELLE DONNE

Cinzia Cracchi non dispone delle risorse persuasive e materiali di Veronica Berlusconi. Ma c’ è una scelta comune che lega la vicenda della moglie del presidente del Consiglio a quella dell’ ex compagna del sindaco di Bologna: per la prima volta il comportamento del maschio di potere in Italia viene sottoposto in pubblico a una critica femminile puntuale, tutt’ altro che moralistica. Continua a leggere

Tutta colpa delle cattive maestre del ’68?

Vedete questa foto? È la sintesi di una corrente di pensiero, quella secondo cui, in fondo ma mica tanto, la donna che si mostra nella propria nudità (o quasi) in televisione e nella pubblicità altro non sarebbe che la figlia degenere del femminismo. A furia di gridare “io sono mia” o “il corpo è mio e lo gestisco io”, ecco qua cos’è successo: figlie e sorelle, compagne e mogli non pensano ad altro che a esibirsi, spogliarsi, offrirsi senza ritegno e vergogna. E dunque mentono, sapendo di mentire, tutte quelle donne che si sentono offese nel vedere le proprie simili usate come bambole smontabili, da rimettere nello sgabuzzino buio non appena le luci della giovinezza e dell’avvenenza si spengono.
Altro che stereotipi, una sciocchezza chiamare in causa il condizionamento dei modelli televisivi. Tutta colpa delle cattive maestre del ’68. Continua a leggere

Le Donne, il Contratto di Servizio Rai e il silenzio dei media

Care amiche e amici che ci seguite sul blog di Donne della realtà,
il rinnovo del contratto di servizio Rai è un mistero. O meglio, sono davvero misteriose le ragioni dell’ostinato silenzio che ha accompagnato e accompagna l’iniziativa di Gabriella Cims di introdurre degli emendamenti a tutela dell’immagine femminile nelle trasmissioni del servizio pubblico. Il contratto è scaduto a fine dicembre, c’è ancora la possibilità di integrarlo con i contenuti a tutela delle donne proposti dalla responsabile dell’Osservatorio sulla direttiva europea per le Tv, ma la grande stampa tace. E tacciono le reti televisive, a cominciare da quelle Rai. Perché? Continua a leggere

I bambini e lo «Stile Billionaire»: mini Veline in cerca di Successo

Troneggia in dimensioni extralarge sull’Arengario in ristrutturazione di piazza Duomo a Milano, ma verosimilmente troneggia anche in molti altri luoghi italiani. È un cartellone gigantesco che pubblicizza una nuova linea moda per bambini, firmata, anzi, styled by, Elisabetta Gregoraci, giovane e intraprendente moglie di mister Briatore. Mette in scena, come era forse normale aspettarsi, una coppietta di bambini, sistemati per le feste. Una ninfetta lei, di cinque o sei anni o anche meno, con boccoli da parrucchiere che scendono a coprire metà faccia e occhiali da sole, naturalmente, da minidiva, che branca stretto un suo coetaneo raggiante e riccioluto, beato, almeno sembra, di farsi immortalare così conciato, dallo stuolo di fotografi che circondano la sventurata coppietta. Continua a leggere

Rinnovato l’appello alle istituzioni: spazio alla dignità femminile

Programmi sulla vita reale delle donne e più modelli di riferimento della femminilità. Articoli e norme specifici per i temi delle pari opportunità e la giusta attenzione alla violenza sulle donne nella programmazione sociale. Un Codice di autoregolamentazione Media e Donne e un Comitato per la sua applicazione. Insomma, tutto quello che oggi non c’è nel Contratto di Servizio della Rai. Sono le richieste contenute nell’appello della responsabile dell’Osservatorio sulla direttiva europea per le tv del Ministero delle comunicazioni, Gabriella Cims. Un appello che noi Donne della realtà abbiamo condiviso dal primissimo momento, alla fine dello scorso novembre, pubblicandolo sul nostro blog e diffondendolo attraverso Facebook.
Siamo rimasti in stretto e continuo contatto, da allora, con la Cims. E oggi aderiamo e sottoscriviamo con convinzione – come gruppo e come singole persone – la lettera inviata il 28 dicembre scorso al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e ad altre personalità istituzionali che hanno competenza sulla Rai.
Solo una modifica effettiva del Contratto di Servizio della Rai, e controlli e sanzioni anche dure per chi non rispetta le regole, possono cambiare davvero l’immagine e la rappresentazione femminile su televisioni e radio del servizio pubblico. E poi, chissà?, contagiare anche le altre tv e i media in generale. Per questo chiediamo a tutte le amiche e a tutti gli amici che ci seguono e condividono le nostre posizioni e i nostri obiettivi di sottoscrivere individualmente l’appello di Gabriella Cims.

Donne della realtà

Ecco il testo dell’Appello: Continua a leggere

Quanto contano le donne per la RAI?

Una nostra analisi sul Contratto di servizio a cura di Daniela Stigliano.

Due incisi. Da cercare con molta cura all’interno di altrettante, lunghe frasi. È quello che valgono le donne per la Rai, a leggere il Contratto di servizio 2007-2009, datato 5 aprile 2007 e scaduto ufficialmente il 31 dicembre scorso (in allegato in fondo all’intervento). Quello di cui si discute da mesi in molte sue questioni e aspetti. Solo da fine novembre, però, i riflettori sono stati accesi in maniera specifica anche sull’immagine femminile, sul modello di donna che viene offerto agli spettatori di tv e radio del servizio pubblico, sulla totale o quasi assenza di attenzione e di riferimenti per temi come le pari opportunità o la violenza sulle donne. Continua a leggere

Token show

di Chiara Volpato

Annozero, giovedì 7 gennaio 2010.  In studio, intorno a Santoro cinque uomini (Castelli, Mentana, Travaglio, Vauro, Vendola) e una donna (Alba Parietti). Una perfetta situazione di tokenism. Quando due gruppi sono fortemente asimmetrici nei rapporti di potere, scegliere un rappresentante del gruppo debole e farlo sedere tra gli eletti serve a mostrare apertura mentale, paternalistica disponibilità verso l’altro, ma soprattutto serve a lasciare inalterato lo status quo. Il prescelto diventa un token, illusorio simbolo di una possibile ascesa sociale, mero specchietto per le allodole. Il token/alibi ha una funzione precisa: salvaguardare lo stato di cose esistenti togliendo forza alle voci di protesta: non è vero che nei talk show le donne non hanno voce, sono rappresentate da Alba Parietti. Continua a leggere

Shirin Ebadi, la costanza del Nobel

Pubblichiamo qui di seguito due articoli di Silvia Truzzi (pubblicati su il Fatto) che mettono in risalto due modi di essere donna in contrapposizione allo stereotipo femminile dominante in Italia.

La costanza del Nobel

di Silvia Truzzi

La non violenza è una qualità del cuore, non può venire da un appello alla ragione. Lo diceva quel signore minuto, calvo e indiano che seppe fare del suo nome un vessillo di pace. Gandhi portò con la dolcezza la sua nazione all’indipendenza e come tanti giusti venne assassinato.  Quella dolcezza risoluta splende negli occhi di una signora sessantenne: si chiama Shirin Ebadi. Fa l’avvocato ed è iraniana. Ma ora vive a New York, da quando il 12 giugno il presidente Ahmadinejad  è stato rieletto tra scontri, morti in piazza e centinaia di arresti. Continua a leggere

Preghiera per Audrey

di Silvia Truzzi*

(stills 15365) Audrey Hepburn

Audrey Hepburn in “Gli occhi della notte” di Terence Young (1967), uno dei tre film in programmazione il 3 dicembre 2016 al MIC, Museo Interattivo del Cinema di Milano, per la Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità (http://mic.cinetecamilano.it/)

Da ragazzina ballava nei teatri clandestini: raccoglieva fondi per il movimento di opposizione al nazismo in Olanda, dove la sua famiglia si era trasferita. Molti anni dopo, in un’intervista, spiegò: “Il miglior pubblico che abbia mai avuto non faceva il minimo rumore alla fine dello spettacolo”. Lo stesso silenzio di prigionia e resistenza che abitava la soffitta di Anna Frank. Della Liberazione disse: “La libertà è qualcosa che si annusa nell’aria. Per me è stato sentire i soldati parlare inglese, invece che tedesco. E l’odore di vero tabacco che veniva dalle loro sigarette”. Oggi Audrey Hepburn  avrebbe 80 anni (per celebrarli Armando Curcio editore pubblica in questi giorni “Diva per caso”). E non è un caso se Audrey ha combattuto una lotta partigiana sulle punte: avrebbe portato a spasso la sua affascinante magrezza per tutta la vita, in una danza purtroppo breve (morì a 63 anni). Le forme efebiche che Givenchy trasformò nel simbolo dell’eleganza, erano la conseguenza della fame e del freddo patiti sotto il nazismo. La prova che il dolore non è solo dolore e qualche volta la forma (le forme) è sostanza.

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Ma che c’entrava Alba Parietti ad Annozero?

Sandra Covre, che fa parte del gruppo  Donne della realtà, dopo aver assistito all’ultima puntata di Annozero, ci ha mandato questa mail, che volentieri pubblichiamo.

Giovedì sera, ho visto tutto Annozero assieme a mia figlia (26 anni) ed entrambe abbiamo continuato, per tutto il tempo, ed ancora la mattina dopo – quindi a freddo – a chiederci il senso della presenza di Alba Parietti. Premetto che non eravamo prevenute, anzi: l’idea che, assieme a Nichi Vendola, Travaglio, l’ex ministro Castelli e Mentana fosse stata invitata una donna soubrette poteva essere un’ottima scelta. È intervenuta due volte, dicendo due cose di una banalità mortificante, tra l’altro a seguito di ragionamenti articolati in una forma splendida da parte di Vendola, ma a giudicare da come l’occhio della telecamera si concentrava sui particolari del viso, i capelli, labbra, gambe, pochi prestavano attenzione ai contenuti.
Perché costringere due sincere democratiche, entrambe dalla parte delle donne, a provare una tristezza infinita nel constatare che non basta dirsi “di sinistra” e parlare del padre partigiano per stimolare un dibattito politico appassionante (per chi si appassiona alla politica), in vista delle prossime elezioni regionali e della assurda situazione del PD in Puglia ? Abbiamo segnato, ahimè, un punto a sfavore…
Sandra

Le Veline secondo Michelle

Su Il Fatto un articolo di Silvia Truzzi fa le pulci a Michelle Hunziker, tra l’altro presidente di una fondazione in favore delle donne vittima di violenza. Secondo la stella della tv (non solo italiana), le veline sarebbero uno “strumento”, per così dire, per fare satira e ridicolarizzare il maschilismo italiano. Un’analisi a dir poco ardita. Continua a leggere

Belle (e brave): la grande carica delle Telegiornaliste

Il critico televisivo del Corriere della sera commenta il richiamo fatto dalla sottosegretaria inglese alle Pari Opportunità (che lui chiama sottosegretario, al maschile) alla Bbc: la rete tv, infatti, preferirebbe mandare in video giornaliste più giovani e gradevoli di aspetto, emarginando di fatto quelle più esperte e mature. Cosa farebbe, povera sottosegretaria, se fosse in Italia? Una domanda del genere Aldo Grasso la pone alla nostra ministra Mara Carfagna (che il critico ovviamente chiama ministro, al maschile). E il tema della competenza che nei luoghi di lavoro viene a volte mortificata per dare spazio ad altre qualità, per esempio l’aspetto fisico, è tutto aperto e da affrontare. Continua a leggere