“La signora Vecchiottina”, un alter ego che viene da lontano

Mariagrazia con la nipote Sara

Mariagrazia con la nipote Sara

Mariagrazia ci ha raccontato con ironia la lotta interiore per uscire integra dalla degenza in un centro di riabilitazione geriatrico. Lo ha fatto distanziando la propria sofferenza da sé e usando quella stessa fantasia dei bambini quando si inventano un amico immaginario. Lei, in quei giorni nei quali sarebbe bastato un niente per farsi agguantare dallo stereotipo dell’anziano non autosufficiente, ha rispolverato la “signora Vecchiottina” un alter ego che viene da lontano. Ecco da dove. (p.c) Continua a leggere

“Las mariposas”, ogni giorno dell’anno

di Maria Elena Sini

Le sorelle mirabal

Ho letto Il tempo delle farfalle di Julia Alvarez molti anni fa e non so quanto questo libro sia conosciuto in Italia, non mi è capitato spesso di sentirlo citato quando si parla di donne leggendarie.

Io ho amato profondamente la storia che racconta la vita della famiglia Mirabal, colta e benestante, vissuta nel periodo della feroce dittatura del Generale Trujillo nella Repubblica Dominicana. Mi sono appassionata alle vicende di Minerva, Patria e Maria Teresa, giovani donne cresciute sotto un regime che le obbligava a mantenere una certa apparenza di fedeltà verso un sistema fatto di soprusi che, sebbene fosse chiaro a tutti quanto fosse sbagliato, veniva accettato dalla società che non osava ribellarsi. Le sorelle Mirabal invece Continua a leggere

L’ho vista che raccoglieva conchiglie sulla spiaggia

di Savina Dolores Massa

Savina Dolores Massa

Aveva quattro anni e io sei quando l’ho vista che raccoglieva conchiglie sulla spiaggia. Le prendeva, le puliva, le baciava e le infilava in un sacco. Io ero seduto sulla sabbia, a muoverla con un ramo secco che avevo appena trovato. Lei prendeva conchiglie, come fanno tutti nella nostra isoletta. A dieci metri da lei spostavo sabbia. Le ho gridato, Perché le baci?

Si è tirata il sacco in spalla e se n’è andata in piazza a vendere conchiglie ai turisti, come fanno tutti nella nostra isoletta. Io non facevo niente davanti a lei seduta per terra a vendere conchiglie ai turisti come fanno tutti nella nostra isoletta.

Ti è rimasta una conchiglia, le ho detto.

Non è avanzata. Non l’ho venduta apposta, mi serve per noi Continua a leggere

Quel giorno, a Urbino, la parola “guerra”

di Maria Teresa Sgattoni

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Aggiorniamo questo bel post con l’immagine simbolo della mostra “Different Wars” che si è aperta oggi alla Casa della memoria di Milano: un interessante confronto su come i libri di testo raccontano la seconda guerra mondiale nelle scuole di Italia, Repubblica Ceca, Germania, Lituania, Polonia e Russia. http://www.casadellamemoria.it/ Nella foto: ottobre 1944, dopo la rivolta di Varsavia, gli abitanti lasciano la città. © Archivio di KARTA

Ricordo chi c’era quel giorno, al rettorato, com’ero vestita, come è andata e dove sono andata, dopo.

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All’isola da amare e difendere

Alghero, estate 2013

Alghero, estate 2013

Ho conosciuto la Sardegna a Urbino, nel 1979,quando la mia vita ha incontrato all’università la vita dei miei amici. È un pezzo di casa, quello che ogni volta mi abbraccia con la sua bellezza. L’estate scorsa, durante uno scambio di mail, un altro amico (del genere «ti ricordi quando in corriera io leggevo il tuo tema e tu il mio?») mi ha mandato, quasi non riuscisse più a tenerli per sé, i suoi ricordi legati alla scoperta dell’isola. Per una volta non parliamo di donne, ma di una terra da amare e difendere.
Le foto sono state scattate da Maria Elena Sini tra Alghero e Stintino. (Paola Ciccioli) Continua a leggere

Scarpe rosse, vestiti neri: ma dove sono le più giovani?

di Angela Giannitrapani

Il funerale di Lea Garofalo a Milano

Novembre è il mese disseminato di iniziative contro la violenza sulle donne. Negli ultimi anni si sono moltiplicate, arrivando ad alcuni rami delle istituzioni. È un appuntamento che, diverso dalle giornate della memoria, non fa in tempo ad aggiornarsi sulle cifre di violenze e femminicidio. E già, è stato coniato un nuovo vocabolo: la lingua ha dovuto, drammaticamente, accogliere anche “femminicidio”; d’altra parte simmetrico a omicidio. Ma non voglio entrare nella questione in sé, alla quale ciascuna e ciascuno di noi è più o meno sensibile. Tutti lo siamo, in vario modo.

Vorrei, invece, lanciare un appello. Cerco qualcuno. Vi dirò, presto, chi Continua a leggere

Lei, lui. E l’altro a quattro zampe

Il gatto Camillo in pelo e ossa

Il gatto Camillo in pelo e ossa

Lei è poeta, lui pittore. Lei è Mariacristina Pianta, lui Emilio Palaz. Si amano, vivono insieme, sono fonte di ispirazione l’uno per l’altra. La loro unione è monitorata dal coinquilino, il gatto Camillo, che Mariacristina canta in alcune delle sue poesie e che Emilio non trascura nelle proprie tele. “Dittico” è il titolo dell’appuntamento di cui saranno protagonisti il 28 novembre nella Galleria degli artisti di Milano, con letture di Paola Casella e musiche di Gipo Gurrado. (Paola Ciccioli)

Com’è stimolante vivere con gente di questa tribù

Sogno o realtà?

Non lo saprò mai… da quando vivo in questa casa non si capisce dove abiti l’uno e dove risieda l’altra… si è come immersi in una grande e dolce marea di creativa confusione… e io, gatto Camillo, che, come avrete capito, amo filosofeggiare, sono convinto di possedere un senso estetico al di là dell’immaginabile: guai a chi non lo sa coltivare, il proprio senso estetico… non è certo necessario portarlo di continuo dall’estetista, depilarlo, tonificarlo, fargli il lifting… ma va educato, alimentato giornalmente, mettendolo in prima posizione nella hit-parade del nostro mondo interiore. Ecco che di nuovo il mio fantasticare onirico mi sta portando lontano Continua a leggere

Silenzio! Tuo padre dorme!

di Angela Giannitrapani

Angela Giannitrapani

Angela Giannitrapani

Il padre socchiuse gli occhi, ricominciò a parlare con i suoi fantasmi, chiamandoli ad alta voce, raccomandando loro di fare questo e quello, e tessendole intorno una ragnatela di personaggi evocati con i quali era costretta a recitare la sua parte per amore di lui. Ormai le riusciva naturale ed era disinvolta nelle battute e nei silenzi. Si alzò per versare una limonata dalla grossa brocca di vetro e il tintinnio del ghiaccio si intonò come un accordo brillante al coro delle cicale. Avvicinò il bicchiere alle labbra del padre, ma lui non ne volle Continua a leggere

Vade retro Geriatria

di Mariagrazia Sinibaldi

Mariagrazia in Sardegna l’estate scorsa

Mariagrazia in Sardegna l’estate scorsa

Quando la signora Vecchiottina arrivò in macchina, dall’ospedale Galeazzi, (dove si era tanto divertita) alla struttura nella quale avrebbe soggiornato fino alla completa rimessa in funzione del suo bionico ginocchio al titanio, fu presa da un attacco di autentico terrore: sul fronte della struttura, grande, immensa, incombente come il peccato originale, trionfava la scritta : polo geriatrico riabilitativo. Che gliene importava a lei, signora Vecchiottina, delle parole “polo” e “riabilitativo”? Era quella parolaccia che c’era in mezzo, quella sì che era una pugnalata al cuore! Geriatrico…, geriatrico a me, pensava la nostra signora inferocita… Non che non sapesse di essere in avanzata età… ma geriatrico poi!… ma come si permettevano! Continua a leggere

A proposito di aragoste sguaiate…

Elisabetta Beccarin

Elisabetta Baccarin

Appena postata la recensione del libro di Donatella Bisutti, mi arriva una mail di Elisabetta Baccarin. Oggetto: «Quel regalo sguaiato mi ha fatto venire in mente questo, di qualche tempo fa». È uno dei suoi originali racconti, altri ne ho in custodia e si affacceranno presto alla nostra finestra sulla creatività femminile. Le ho chiesto il permesso di poter pubblicare anche i Post Scriptum, spiegano come e perché è nato il racconto. E poi sono ironici e l’ironia è la nostra ancora di salvezza, dunque… Un grazie anche a Donatella Bisutti che ha commentato in privato la mia personale lettura del suo Un amore con due braccia . «Un testo che dà ragione del libro», mi scrive in una mail con molte tracce di poesia. (Paola Ciccioli)

Un apostrofo può essere traditore

di Elisabetta Baccarin

esca.
eggià, mica si poteva chiamare “entri”
qualcosa che serve a portar fuori…

nel verbo pescare
quella p è proprio di troppo.

certe volte poco certe
il verbo amare è inteso come per un pesce Continua a leggere

Maria Cumani, l’eleganza di una donna del ’900

Un abito di Maria Cumani esposto a Firenze

Un abito di Maria Cumani esposto a Firenze

«Da Salvatore Quasimodo ebbi l’impressione di essere capita e accettata quale veramente io ero». Scrive così, Maria Cumani, nel suo diario. Del poeta è stata poi moglie, donando a lui molti dei suoi talenti. In questo blog abbiamo cercato in varie occasioni di far conoscere questa artista, elegante nel porsi e nell’interrogarsi. A Firenze, nella mostra su “Donne protagoniste del ’900” di Palazzo Pitti, tra i 60 abiti che hanno fatto la moda del Ventesimo secolo, ci sono anche i suoi. 
Di seguito un estratto della nota del museo fiorentino, con molti dettagli e curiosità. (Paola Ciccioli) Continua a leggere

In un regalo sguaiato la parabola di un amore

di Paola Ciccioli

Donatella Bisutti

Allora è vero che l’essenza di un incontro si rivela al primo istante. Quando un uomo e una donna non hanno ancora preso le misure l’uno dall’altra, eretto difese, manifestato debolezze, imbellettato la propria storia, nascosto sotto il tappeto paure, condizionamenti, viltà. Allora è vero?

Ci sono letture che sono come lenti di ingrandimento, evidenziano quello che ciascuno – meglio, ciascuna – di noi ha vissuto. È il caso di Un amore con due braccia di Donatella Bisutti, un diario in versi che disegna la parabola di un sentimento che fa grandi sogni, è capace di far smarrire qualsiasi strada già tracciata e sembra avere il potere di imporne un’altra senza vicoli ciechi. Ma che, neanche tanto lentamente, approda invece alla disillusione, al pianto, alla meschinità («Sei fuggito portando via con te le tue favole»). E, nel caso dell’autrice, a quella punta di ironico distacco che Continua a leggere

Lecce, aree di sosta per mamme che allattano

di Daniela Natale

locandina milk 2-01È ora che le mamme vadano in giro per la città, con il loro piccolo al seguito, senza lambiccarsi il cervello alla ricerca di un posto tranquillo dove allattare. È ora di sensibilizzare la collettività sull’importanza dell’allattamento al seno e sui suoi innumerevoli vantaggi (di natura personale, familiare e sociale). È anche ora che una tetta esposta in pubblico, allo scopo di cibare un bambino, smetta di essere un oltraggio al pudore pubblico e diventi un gesto naturale, condiviso dalla società.

A Lecce, per adesso, è l’ora del latte: dal 20 settembre scorso è attiva l’iniziativa sociale e culturale Milk Hour, ideata da Chiara Armillis, esperta nella relazione d’aiuto e nella gestione creativa dei conflitti attraverso la fruizione dell’arte. Promosso dall’associazione culturale Bicinema, il progetto risponde all’appello del sesto punto del documento Unicef Sette passi per la comunità amica dei bambini per l’allattamento materno Continua a leggere

Scrivendo sulle ali della libertà

di Alba L’Astorina

laura sola

Laura Mancuso

Ho avuto la fortuna di ricevere il libro di Laura Mancuso “In volo senza confini” dalle mani della stessa autrice, in occasione di una sua presentazione al Museo della Scienza e della Tecnica Leonardo da Vinci di Milano, alcuni anni fa.

Non era la prima volta che Laura veniva al Museo; in tanti altri momenti aveva accompagnato il marito, Angelo d’Arrigo, studioso del volo degli uccelli, che in quel luogo aveva trovato ispirazione per realizzare, sul modello della “Piuma” di Leonardo, l’ala che lo avrebbe fatto sorvolare in volo libero il Sahara, l’Aconcagua e l’Everest, la montagna più alta della terra Continua a leggere

Che passione sbottonare una camicia

un racconto di Elisabetta Baccarin

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Uomini, camicie e fascino: Marcello Mastroianni in “8 e 1/2” di Federico Fellini (1963)

“ma perché indossi camicie e per giunta da uomo?”. perché la camicia è quanto di meglio ci si possa aspettare dall’abbigliamento. sono 14 (se ho contato bene, senza le mouches) pezzi di stoffa che se non sono tagliati precisi sbrodolano. se le asole e i bottoni sono cuciti a mano, non tradiscono.

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