Testo e foto di Maria Elena Sini

Sassari, 9 aprile 2020. Maria Elena Sini pubblica questo autoscatto su Facebook: “Oggi Pilates in terrazzo”.
Il 21 febbraio 2020, con la positività al virus del paziente 1 di Codogno le vite di tutti noi sono cambiate. Pensavamo che l’emergenza sarebbe durata poco e invece ormai da un anno ci siamo abituati a utilizzare quotidianamente le mascherine, a osservare il distanziamento sociale, a stare in una sorta di bolla che protegge dalla malattia ma favorisce depressione e altre forme di malessere psichico, soprattutto nei più giovani. Se all’inizio tutti abbiamo reagito con positività con l’andare del tempo è diventato sempre più difficile. Abbiamo imparato che nella vita le cose possono cambiare da un momento all’altro, il lavoro, gli affetti possono essere stravolti e molti hanno dovuto fare i conti con il dolore della malattia e della morte.
È stato l’anno degli abbracci mancati, dei sorrisi negati, dell’impossibilità di stare vicino alle persone malate che spesso se ne sono andate in solitudine. Ci siamo abituati a stare tanto tempo in casa: i ragazzi hanno sperimentato la Didattica a Distanza e i dipendenti pubblici nonché i lavoratori di aziende private, piccole, medie e grandi hanno imparato a convivere in simbiosi con il loro computer prendendo atto del ritardo digitale e del sovraffollamento familiare. Le restrizioni imposte per arginare la diffusione della pandemia hanno costretto molte attività a rimanere chiuse causando perdita di guadagni e il conseguente taglio del personale.