di Rosalba Griesi

Rosalba Griesi
Ogni nuvola prima o poi si dissolve in pioggia, oppure un vento passeggero la soffia via. Dalla mia, un bel momento, ho deciso di scendere, per lasciarla andare incontro al suo destino. Ricordate? La nuvoletta sulla quale mi ero posata dal giorno della mia laurea. Sentivo che era giunto il momento di agire.
«Ai miei sogni, a quelli realizzati a quelli che verranno come la neve d’inverno come il raggio stizzito a primavera», scrivevo sulla prima pagina della tesi. E la primavera era ormai inoltrata, e i miei progetti scalpitavano! Ripensavo al mio lavoro finale, per l’appunto, all’argomento trattato, che mi dischiudeva un mondo che da sempre mi ha affascinato, che da sempre ho desiderato conoscere. L’incanto antico, di genti e terre lontane, dispersi nella notte dei tempi, quella misticità, quei colori sgargianti, capaci di scandagliare il mistero della vita che è, in fondo, in ognuno di noi, nell’essere uomo. Avevo intrapreso un viaggio nel viaggio, quello dalla Tradizione sino ai giorni nostri. Il viaggio infinito dell’uomo che si ripete nelle vite di ognuno, che siano cicli, di ere o di samsara, ossia rinascite.

Donne indiane davanti ai Taj Mahal
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