Preti pedofili, la Chiesa austriaca affida l’inchiesta a una donna

La Chiesa austriaca si è affidata proprio a una donna, Waltraud Klasnic, per assistere e risarcire le vittime dello scandalo pedofilia.

Preti pedofili, Chiesa Austria nomina donna per inchieste

dal Messaggero del 28 marzo 2010

VIENNA – La Chiesa cattolica austriaca ha deciso di nominare un «rappresentante indipendente» delle vittime per indagare sui casi di abusi sessuali. Lo ha detto, alla tv di Stato, l’arcivescovo di Vienna, Christoph Schoenborn, annunciando che il ruolo sarà affidato ad una donna, Waltraud Klasnic, ex governatrice regionale. «Vogliamo far uscire le indagini dalla Chiesa ed affidarle ad un rappresentante indipendente», ha detto il vescovo. Continua a leggere

Andrea Tornielli: «Chiesa, più potere alle donne contro i pedofili»

Eva Brunne, 55 anni (la seconda da destra nella foto) vescovo della Chiesa Luterana di Stoccolma

Riprendiamo un articolo pubblicato da il Giornale, giovedì scorso 11 marzo 2010, che a sua volta riprende un intervento di Lucetta Scaraffia sull’Osservatore Romano che introduce degli interessanti spunti di riflessione, passati forse sotto silenzio…

“Chiesa, più potere alle donne contro i pedofili”

di Andrea Tornielli
La tesi della Scaraffia proposta sulla prima pagina de L’Osservatore Romano: “Una maggiore presenza femminile avrebbe fatto scoprire prima le violenze dei religiosi ai minori”

La firma è quella dell’editorialista Lucetta Scaraffia, la collocazione in grande evidenza sulla prima pagina del quotidiano della Santa Sede non può certo essere casuale: L’Osservatore Romano chiede a gran voce più potere per le donne nella Chiesa mettendo in relazione questa richiesta proprio con le polemiche per i casi di pedofilia del clero che dopo gli Stati Uniti e l’Irlanda ora travolgono la Germania. Continua a leggere

«Resistere alla subcultura della vuota apparenza», ci scrive Francesca Lazzari, Assessora del Comune di Vicenza

Come donna che svolge un ruolo politico istituzionale mi sento offesa dalle parole del premier nei confronti di Mercedes Bresso, anche se non ne sono stupita, visto le analoghe numerose cadute di stile espresse in varie occasioni nei confronti delle donne. Per il nostro Presidente del Consiglio l’età, che per lui non conta, conta solo per le donne. Lui, con l’età e con l’ingrigirsi dei capelli tinti, diviene sempre più autorevole, più credibile, più affascinante, vero capo branco, vero maschio alfa…
Purtroppo ormai la politica è apparenza, sei quello che appari e l’ anziano premier vuole apparire decisivo, autorevole, giovane, mentre una donna politica anziana, nel suo giudizio è soltanto vecchia. Continua a leggere

Più donne al comando per uscire dalla crisi: la Ue lancia l’appello a imprese e governi “Sfruttare meglio il talento femminile”

Nelle scorse settimane, l’operatore tedesco Deutsche Telekom aveva lanciato la proposta di garantire quote rosa all’interno dell’azienda per i posti dirigenziali.

di Alessandra Talarico da www.key4biz.it

Nelle scorse settimane, Renè Obermann,  Ceo dell’operatore tedesco Deutsche Telekom, aveva lanciato una proposta da molti considerata una provocazione: far sì che entro il 2015 il 15% dei posti dirigenziali della compagnia sia assegnato a donne.

Non si tratta, aveva spiegato Obermann, della “applicazione di un egualitarismo male interpretato”, quanto di “…una questione di equità sociale e un’assoluta necessità per il nostro successo”. “Con più donne alla guida, saremo semplicemente migliori”, aveva aggiunto. Continua a leggere

Insulti a Bresso, è bufera: «Il premier chieda scusa»

È avvilente doversi occupare ancora delle dichiarazioni sconsiderate del nostro Presidente del consiglio. Ma è d’obbligo purtroppo. Mercedes Bresso, ennesimo bersaglio del premier, si chiede, a ragione, se Berlusconi non abbia bisogno di un «un lifting al cervello». Riportiamo la cronaca di oggi dell’Unità con un’intervista a Franca Valeri e il commento di Francesco Merlo pubblicato ieri da la Repubblica. Continua a leggere

Donne e scienza: ancora vittime del pregiudizio

Studio della American Association of University Women

Donne e scienza : ancora vittime del pregiudizio

Nonostante abbiano conquistato maggior spazio in ambito scientifico trovano ancora notevoli ostacoli negli stereotipi e nei pregiudizi culturali

dal Corriere della Sera del 22 marzo 2010

MILANO – In molte sfiorano il soffitto di cristallo, ma in poche lo abbattono. Donne in gamba, volitive, carrieriste e preparate che però, al dunque, non riescono ad allinearsi ai colleghi uomini, soprattutto se si parla di discipline scientifiche. Nonostante l’impegno, la bravura, la tenacia. Perché? Secondo uno studio della American Association of University Women è una questione di stereotipi culturali, che subdolamente si insinuano e impediscono al gentil sesso di sfondare quel famoso soffitto, talvolta addirittura per una questione di auto discriminazione. Continua a leggere

In Francia la sinistra che vince ha il volto di tre donne

La socialista, la verde e la comunista ecco le donne che fanno tremare l’Eliseo

da Repubblica del 22 marzo 2010

PARIGI – La sinistra che vince ha il volto di tre donne: Martine Aubry, Cécile Duflot, Marie-George Buffet. Una socialista, una verde, una comunista. Forse è un caso, forse no, ma la realtà è questa: la “gauche” vittoriosa alle regionali s’ incarna al femminile. Niente veline, niente corpi esposti più o meno maliziosamente e niente femminismo. Le tre fanno come se fosse normale che alla guida delle tre formazioni ci sia una donna. Ma è normale solo sulla carta: a parte l’ eccezione notevole di Angela Merkel, la politica occidentale resta dominata dagli uomini, perlomeno nei grandi Paesi e in particolare in quelli latini. Continua a leggere

Le Donne della Televisione – un articolo di Wally Festini

foto di Liliana Barchiesi

Mettiamoci dal punto di vista maschile: la bellezza e l’immagine sono tutto. Allora le donne rappresentate in TV si dividono in 3 categorie: le divine,  le gradevoli, le donnedellarealtà.

LE DIVINE sono già dotate di carrozzeria superlativa da Madre Natura. Quelle gambe chilometriche non te le confeziona certo il chirurgo estetico. Sono giovanissime e i nuovi modelli spiano già da dietro le quinte. Possiamo pensare che il volto perfetto sia la bellezza dell’asino. Ma le tette no. Le tette il fascinoso chirurgo le ha staccate da un corpo più tozzo e più prosperoso e gliele ha incollate al posto giusto. Belle sì, eccessive sempre. A pensar male vengono in mente le stravaganze delle trans, con rispetto per loro. Ma forse è tutta invidia.  Che poi le divine farebbero la loro bella figura anche con un abito dei grandi magazzini. Invece no. Abiti da sera luccicanti e colorati sembrano fatti di proposito per sottolineare le loro grazie. E  pencolano pure sui tacchi a spillo. Quelli con i quali fai tre passi ma che  per camminare li butti. Così le gambe sembrano ancora più lunghe.  Non basta. Il trucco, le luci, il bravo regista fanno il resto, se mai ci fosse qualcosa da aggiungere. Non sarò mai come loro, pensa la spettatrice ammirandole ed odiandole. Ma la mela avvelenata è in agguato. Ecco che qualche trasmissione di gossip cattivello le riprende in spiaggia con la luce sbagliata. E la cellulite delle divine umiliate finisce pure in Internet. La TV minaccia: attenta, bambina, io ti ho creata e io ti distruggo. Continua a leggere

E sui manifesti di Bologna ecco le Padanine

di Veronica Vicinelli

L’ennesima truffa. Non ce la fanno proprio a rispettare le regole.
Domenica pomeriggio sono in giro ad attaccare i miei manifesti elettorali (sono candidata dell’Idv alle elezioni regionali) nella provincia di Bologna. Vedo un manifesto, quello di Marco Mambelli, candidato della Lega Nord per la Regione. Accanto al simbolo della Lega, ci sono tre ragazzine in atteggiamento ammiccante, tre lolite che, con un chiaro richiamo erotico, sottostanno a uno slogan apparentemente ambiguo: Scrivi Mambo, Mambo sei tu.

Ora, fino allo Scrivi Mambo (Mambelli detto Mambo, il suo nome per intero è scritto piccolissimo sul cartellone, come committente responsabile) ci arriva chiunque: siamo in campagna elettorale, il candidato invita a scrivere il suo nome. Mambo sei tu è invece, all’apparenza, uno slogan più oscuro. In realtà basta ragionarci un po’ sopra: noi, tre belle ragazze giovani, siamo di Mambo, e quindi siamo anche un po’ tue, se lo voti. Il messaggio è chiaramente riferito al maschio-medio-italiano, quello che pensa «fa bene a t…*, lui sì che è macho» quando viene a sapere che il Presidente del Consiglio frequenta prostitute e telefona alle minorenni.
Ora fin qui niente di nuovo. A parte il pericolo “pedofilia”, che comunque non è robetta da poco. Siamo di fronte  all’ennesimo utilizzo dell’immagine femminile (donne sandwich) come strumento per attizzare/attirare il sopraccitato maschio-medio-italiano. Continua a leggere

Ci scrive Graziella Poluzzi: «Le parole che usiamo sono coniate al maschile. Inventiamoci qualche neologismo più appropriato»

Non ci piace l’immagine della donna che il presidente trasmette col suo comportamento e con le sue tivù e non solo le sue, visto che è in grado di condizionare anche le tivù di Stato con il solito conflitto di potere, che non è un tema ritrito e vecchio come vogliono far credere, ma è sempre di stretta irrisolta quotidianità. La televisione promuove e incentiva la crescita di modelli femminili non degni di una società paritaria tra maschi e femmine in un crescendo di regresso culturale vergognoso. Di peggio in peggio: le scelte degli incarichi governativi statali o locali fatte con lo spirito del provino da avanspettacolo. Continua a leggere

Aborto da varietà

di Elena Tebano

Domenica pomeriggio, fascia protetta, come ama ricordare la conduttrice Barbara D’Urso. In mezzo ai balletti d’intrattenimento, Domenica 5 sfrutta l’onda lunga del Grande fratello 10: non c’è niente di meglio di un po’ di gossip per intrattenere spettatori mezzo assopiti. La settimana prima è uscita dalla Casa Veronica Ciardi. È bella, tatuata, eccessiva, ha sedotto gli uomini più interessanti e la donna più sexy del reality.

È anche la più odiata, perché non perde occasione per litigare con gli altri concorrenti. Veronica è una macchina da ascolti. Non può mancare l’intervista con la D’Urso. Parla dei suoi amori, soprattutto, ma anche degli anni da adolescente ribelle: furtarelli in casa, anoressia, un padre assente. Poi il tono si fa più serio e la conduttrice chiede se vuole raccontare quello che è successo con il suo primo fidanzatino: “Io penso che sia utile parlarne”, premette.

E così, in mezzo al varietà del pomeriggio, arriva la confessione choc, talmente succulenta da essere rilanciata poco più tardi da un comunicato degli addetti stampa Mediaset. Veronica annuisce e racconta che a 15 anni ha abortito. Nello stesso modo in cui riferisce di un flirt, del gioco del Gf, delle notti da cubista in discoteca.

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Sandra Amurri intervista Lucia Annunziata: “Minzolini non fa il giornalista ma il militante”

La legge sulla par condicio non ha curato un’anomalia ma è diventata uno strumento in mano a un governo spregiudicato

di Sandra Amurri

da Il Fatto del 17 marzo 2010

Lucia Annunziata conduttrice di In mezz’ora, la domenica su Rai-Tre, si trova negli Stati Uniti in ferie forzate. La sola ad aver scelto di non andare in onda per solidarietà ai colleghi imbavagliati. L’abbiamo raggiunta al telefono per conoscere l’opinione di una giornalista oggi editorialista de La Stampa che è stata presidente della Rai e direttore del Tg3, sul caso Minzolini. Ne è emerso un ragionamento prezioso per comprendere come nulla accada per caso.
Lucia cominciamo dalla par condicio legge voluta dal centrosinistra nei primi anni Novanta. Una premessa alla norma berlusconiana per imbavagliare l’informazione?
È una legge che nasce da una buona intenzione bacata, però, da un sentimento di paura in vista del pericolo Berlusconi, è stato come mettere un corsetto agli spazi televisivi. Qualunque legge sull’informazione rischia di cadere nella logica che le leggi fanno le pentole e il diavolo i coperchi, perché quando tu tenti di limitare i giornalisti finisci per costruire dei paletti artificiali. Il solo modo per rafforzare l’informazione è dare fiducia ai giornalisti in quanto loro per definizione professionale sono i garanti della libertà e dell’equilibrio. Questo per dire che la legge sulla par condicio non ha curato l’anomalia ed è diventata paradossalmente uno strumento in mano a un governo che l’ha usata spregiudicatamente. Continua a leggere

Donne della realtà stasera a Bologna

Donne della realtà questa sera a Bologna per un incontro promosso dalle donne dell’Idv e incentrato, ancora una volta, necessariamente, sull’uso del corpo femminile nei media italiani e sullo svilimento delle qualità femminili. Insieme con la giornalista Paola Ciccioli, cofondatrice del gruppo Donne della realtà, sono state invitate a confrontarsi su questo tema (diventato centrale nel dibattito culturale del nostro Paese), l’attrice e comica Syusy Blady e la scrittrice Angelika Riganatou, autrice del romanzo Amore S.pA. Fatti e misfatti di una maitresse d’oggi, edito da Marsilio.

«Ci poniamo l’obiettivo di coltivare la cultura del rispetto della donna, che deve essere considerata soggetto pensante e non oggetto sessuale», affermano non loro manifesto le esponenti dell’Italia dei valori, a cominciare da Carmela Brunetti, vice sindaco e assessore alle attività produttive di Casalecchio di Reno, comune della cintura bolognese.

Al “lunedì dei valori” di questa sera (Scuderia di piazza Verdi, Bologna, ore 21.00) parteciperà anche la parlamentare Silvana Mura dell’Idv.

Key4biz.it intervista Gabriella Cims sull’«immagine femminile nei media»

A che punto è la campagna per un Codice di Autoregolamentazione nel Contratto di Servizio Rai in questa intervista di Key4biz.it alla Coordinatrice Direttiva Europea «Servizi di Media Audiovisivi».