Se una canzone va ascoltata tenendo i figli per mano (e viceversa)

di Luca Bartolommei

da Claudia Mazzei

«È imparando la musica che molti cuori giovani imparano ad amare» (immagine dal profilo Facebook di Claudia Mazzei, presidente dell’Associazione Musicaingioco http://www.musicaingioco.com)

Mi capita spesso, insegnando chitarra a bambini ed adolescenti, di chiacchierare liberamente con i miei allievi nei necessari momenti di relax tra una scala, un accordo e un nuovo pezzo da preparare per il saggio di fine anno. I più piccoli mi parlano delle maestre noiose, mi mostrano i loro disegni, mi dicono che di musica ne ascoltano poca, a volte mi raccontano i loro sogni.

Con quelli più grandi parliamo di gruppi musicali, di generi musicali, di canzoni da imparare. Una delle cose che ripeto loro più spesso riguarda l’importanza che in un brano musicale riveste il testo, il messaggio che, al di là delle emozioni che ci danno le note, un testo può trasmetterci. Spesso parliamo di brani non in lingua italiana, quasi sempre in inglese, che invito a tradurre per cercare di capire quello che l’interprete dice, pratica che a volte lascia i ragazzi un po’ delusi. «Bella la musica, ma ‘sto tipo cosa mi sta raccontando, ma ce la fa?». Così si esprimono, a volte, i ragazzi e le ragazze.

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La “On The Run – Pink Floyd Tribute Band” durante il concerto del 19 febbraio scorso a Lu, in Piemonte (foto di Paola Ciccioli)

Mi chiedono che musica io suoni con i miei gruppi, e quando rispondo «con un gruppo che si chiama On the Run facciamo cover dei Pink Floyd» qualcuno si ricorda che i genitori gliene hanno parlato, altri parlano di un disco con la copertina nera visto a casa di un cugino, tanti citano quel pezzo dove i bambini cantano “we don’t need no education”.

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Paola Cassano, l’imprenditrice che sa sognare

di Maria Elena Sini

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“Le Sognatrici” create da Paola Cassano sono impegnate a contrastare la violenza sulle donne

Quando tra le pagine di Facebook, attraverso chissà quale intreccio di collegamenti, come spesso accade in Rete, mi sono apparsi i disegni di Paola Cassano che tratteggiavano aggraziate figure di donne con indosso il costume sardo, mi sono subito incuriosita. La prima volta ho visto le sue “Sognatrici” immerse nella luce abbagliante del sole o illuminate dal fioco chiarore di luna e stelle, ma quando le ho viste stampate su essenziali t-shirt bianche ho subito desiderato di possederne una.

Per questo quando, il 5 dicembre dello scorso anno, è stato inaugurato il punto vendita a Sassari in Largo Cavallotti 13 ero tra le persone che, nonostante il freddo, hanno atteso con ansia e curiosità il taglio del nastro. In seguito sono entrata diverse volte nel negozio per comprare magliette, tazze, quaderni, biglietti sui quali erano riprodotte queste immagini accattivanti, e farne dei regali.

L’ultimo acquisto l’ho fatto pensando ad una mia cara amica che dopo anni di vita intensa, di vittorie conquistate a duro prezzo, di dolori e di battaglie condotte in solitudine, aveva finalmente trovato il compagno giusto per un matrimonio d’amore.

Volevo scrivere un augurio speciale su questo quaderno e sfogliandolo, alla ricerca di un’idea, ho trovato stampata sull’ultima pagina questa frase: “non mi interessa cosa fai per vivere, voglio sapere per cosa sospiri e se rischi il tutto per trovare i sogni del tuo cuore”. Queste parole coglievano esattamente lo spirito di quello che volevo esprimere, così ho cercato da dove fossero tratte e ho scoperto che è un testo che nel 1890 fu attribuito ad un’indiana della tribù Oriah.

Ho copiato il testo sul quaderno e ne ho fatto l’augurio per la mia amica.

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«Volevo sognare. E ho sfidato la sofferenza con lo studio»

di Rosa Di Paolo

Rosa Di Paolo

Rosa Di Paolo

Non avrei mai pensato di raccontare la mia storia.

Oggi è successo e, allora, eccomi qua. Spero di non essere banale con la storia della mia vita.

Cominciamo con le presentazioni. Mi chiamo Rosa, abito in un paesino della Basilicata posto sulle dolci colline che guardano alla silenziosa Murgia, in provincia di Potenza.

Una famiglia molto unita, la mia. Mio marito, una persona intelligente e speciale e due figli meravigliosi.

Lavoro all’Agenzia entrate, ufficio nel quale non si entra volentieri; lo percepisco dall’umore dei contribuenti che arrivano sempre molto tesi.

La mia vita tranquilla, normale, è cambiata in seguito a un evento terribile e lacerante che ha segnato una linea di confine tra quella che era la mia vita precedente e quella che vivo adesso.

Si tratta della perdita di mio figlio.

Aveva undici anni quando non è più tornato a casa in seguito a un banale intervento di appendicite.

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Sulla spiaggia, leggendo e ascoltando. Come in un dipinto di Amanda Russian

di Maria Elena Sini

Maria Elena, foto 1

“Beach Read”, olio di Amanda Russian. Le altre due opere della pittrice australiana che pubblichiamo sono state scelte dalla stessa autrice del post

Qualche tempo fa, mentre cercavo in Rete delle immagini che accompagnassero un mio lavoro, mi sono imbattuta in un’opera di Amanda Russian che ritraeva una donna intenta a leggere in spiaggia. L’immagine mi ha colpito e l’ho subito postata su Facebook, ma mi riproponevo sempre di approfondire le mie conoscenze sulla pittrice. In questi giorni finalmente l’ho fatto e ho scoperto che si tratta di un’artista australiana autodidatta che utilizza sia la pittura a olio che i pastelli.

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Sto sulla nuvoletta da due mesi (e più non mi riesce di scendere)

Rosalba Griesi il 25 marzo 2014, giorno in cui si è laureata in Lettere Moderne all'università degli studi della Basilicata

Rosalba Griesi il 25 marzo 2014, giorno in cui si è laureata in Lettere Moderne all’università degli studi della Basilicata

di Rosalba Griesi

Sto sulla nuvoletta da due mesi e più e non mi riesce di scendere. Da quassù è tutt’altra cosa, i contorni sono netti, i colori nitidi. Non c’è traffico, non ci sono scontri: tutto fila liscio come olio. Malumori? Non se ne vedono. Amarezze? Nemmeno l’ombra… soltanto qualche nuvola più grande della mia, ma fugace, passeggera.

Rivedo lo sguardo del presidente della Commissione di laurea, che d’improvviso si leva dalle scartoffie e tra lo stupito-ammirato, perfino compiaciuto, constata che trattasi di signora candidata e non signorina. Rivedo un altro sguardo, quello di un professore che per tutto il tempo smanetta su un notebook, levarsi interessato verso quella insolita signora dai capelli rossi e ricci che sta disquisendo.

Insomma, cara Paola, mi chiedo come mai la mia laurea abbia suscitato tanto scalpore, e chissà perché…

Io sono abbastanza rilassata e decisa a vuotare il sacco sul Ramayana e Kaikeyi, l’affascinanate e intrigante regina indiana. Chiedo infine di declamare alcuni dei versi del poema che ho tradotto per la mia tesi. In effetti vorrei rendere piacevole questo momento accademico… troppo accademico direi, tanto da appensantire l’entusiasmo generale. Continua a leggere

Isabella Ferrari: “Voglio fare la rivoluzione”

isabella-ferrari-06-12L’attrice: “Siamo il paese meno credibile del mondo. È il momento di reagire, basta con i sofismi e le vigliaccherie: l’arte non può servire il potere”.

di Malcom Pagani – da il Fatto Quotidiano del 28 maggio ’10

Gli occhiali non sono uno schermo. Proteggersi è vano. “Guarda, Isabella Ferrari”. Lei cammina a braccia conserte, saluta. La mano è un ventaglio. Il passato, uno scrigno da aprire con prudenza: “Raccontare è difficile, descriversi faticoso. Forse inutile”. Continua a leggere