di Simona Zucconi*
Ho terminato il libro La sovrana lettrice di Alan Bennett che mi aveva suggerito Paola Ciccioli. È stata una lettura gradevole. Se non mi fosse stato consigliato, forse non l’avrei mai scelto. Ultimamente chiedo molto agli altri, non ho preferenze, mi piace essere coinvolta in ciò che mi accingo a leggere. Non tutti i testi riescono nell’intento, con alcuni creo un legame, da altri ricevo nuove nozioni, è vero, che però a volte restano fine a se stesse. La regina nel romanzo di Bennett si approccia ai libri un po’ come me, senza un filo conduttore, ma leggere per conoscere e ampliare i propri orizzonti mentali diventa pian piano una necessità.
Nel mio caso, leggere è un po’ viaggiare, raggiungere mete altrimenti inaccessibili. La sovrana ritaglia del tempo per la lettura e poco a poco si appassiona: lo stesso accade a me. Leggere mi apre mondi nuovi e soprattutto mi dà la consapevolezza di ciò che sono. Quando leggo attingo sempre cose nuove, dalla vita e dalle esperienze di coloro (in questo caso gli autori) che mi danno la possibilità di crescere nel sapere.
Sapere non è un dono, sapere è impegno, è la possibilità che ci viene offerta per essere persone libere e capaci di avere delle idee.
«Leggere un libro è un ordigno per infiammare l’immaginazione», scrive Bennett ne La sovrana lettrice. Sono pienamente d’accordo e come la sua regina sono una tardodiscente («chi impara solo in età avanzata», pagina 42, ndr), ma con tanta voglia di scoprire il mondo anche e soprattutto attraverso gli occhi e il sapere altrui.
Grazie Paola, leggevo anche prima di incrociarti virtualmente, ma adesso lo faccio in modo più consapevole.