di Lara Ghiglione e Vanessa Isoppo*
Dalle periferie agli stadi, dalle scuole alle colonie estive: c’è un’Italia neofascista che vive di regole proprie, che usa abiti, linguaggi, tatuaggi e saluti identitari. Un’Italia nera, violenta e giovane che dobbiamo assolutamente imparare a riconoscere, subito.
Se il fascismo va di moda (Futura Editrice 2022).
L’espressione di questo disagio ci interroga anche su come viene considerata la donna e sul ruolo che riveste all’interno dei movimenti di estrema destra. Sappiamo, a esempio, che dentro Lotta studentesca le ragazze non hanno il diritto di fare il cosiddetto saluto romano, ovvero di tendere verso l’alto con vigore il braccio destro, atto simbolico di ispirazione fascista a esclusivo appannaggio dei ragazzi, che sono o diventeranno uomini combattenti; alle donne è concesso solamente di prendersene cura. Alle militanti di sesso femminile viene proibito di attacchinare, perché in caso di scontri non sarebbero in grado di difendersi, e vengono convinte a rifiutare i principi cardine del femminismo.