Orbacevestiti, stivaluti, speronati, tripputi, incrostati di medaglie-marcia e di medaglie alla medaglia, insigniti di laurea fasulla più o meno corporativa o scienzepolitichesca, furono eroi magnanimi e magnanimi federali e prefetti: centurioni dell’ideale magna magna: imprenditori-grattugia: militi del ciai una sigaretta. Coltello alla cintola: mille contr’uno.
Per lo più tentavano, e taluni felicemente espressero nella propria fortuna, quello che io chiamo il «cortocircuito politico della carriera professionale». Esso consiste nello scavalcare i gradi d’obbligo, massime quelli di più penoso e macerante alunnato, di disciplina preparatoria, di sperimentata maturazione, di abilitante esercizio, spendendo la moneta magica, e falsa, dei cosiddetti «meriti politici», che, in realtà, l’è la moneta delle aderenze e delle ammanigliature politiche. I meriti politici resultano, pressoché in ogni caso, d’una forma verbiloquente-basedowica* di zelo simulato con agitazione, battitura dei tacchi sull’attenti, strabuzzamento dei globi oculari, a chi l’Italia, a noi! alalà, saluto romano e se n’annamo: spaghettacci.
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Questo ispirarsi alle cosce, ai calzoncini corti, a’ bei deretani mantegneschi degli òmini e de’ cavalli, è Eros ginnico e pittorico, non Logos politico. Amo il Mantegna e i suoi paggi, ma non provocherei una guerra per aver la soddisfazione sadica ed omoerotica di buttarvi a morire i figli di quelle… a cui si è largito il premio nuziale perché facessero figli: figli, figli, figli, tanti figli, infiniti figli, da mandarli a morire nella guerra, guerra, guerra, guerra, guerra contro i delitti delitti delitti della Inghilterra Inghilterra Inghilterra, Inghilterra. Eros arriva al regno di demenza. Eros è ben brutto quando lo spirocheta gli sguazza nel liquor. E basti questo a significare la giustezza, la verità psicologica del mio asserto. Una lubido, una foja ha gestito l’Italia durante il catastrofico ventennio, non una ratio, una coscienza etica, uno spirito religioso.
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