Favole al balcone

di Gianni Rodari*

Al mercato di Gavirate capitano certi ometti che vendono di tutto, e più bravi di loro a vendere non si sa dove andarli a trovare.

Un venerdì capitò un ometto che vendeva strane cose: il Monte Bianco, l’Oceano Indiano, i mari della Luna, e aveva una magnifica parlantina, e dopo un’ora gli era rimasta solo la città di Stoccolma.

La comprò un barbiere, in cambio di un taglio di capelli con frizione. Il barbiere inchiodò tra due specchi il certificato che diceva: Proprietario della città di Stoccolma, e lo mostrava orgoglioso ai clienti, rispondendo a tutte le loro domande.

– È una città della Svezia, anzi è la capitale.

– Ha quasi un milione di abitanti, e naturalmente sono tutti miei.

– C’è anche il mare, si capisce, ma non so chi sia il proprietario.

Il barbiere, un poco alla volta, mise da parte i soldi, e l’anno scorso andò in Svezia a visitare la sua proprietà. La città di Stoccolma gli parve meravigliosa, e gli svedesi gentilissimi. Loro non capivano una parola di quello che diceva lui, e lui non capiva mezza parola di quello che gli rispondevano.

– Sono il padrone della città, lo sapete o no? Ve l’hanno fatto, il comunicato?

Gli svedesi sorridevano e dicevano di sì, perché non capivano ma erano gentili, e il barbiere si fregava le mani tutto contento:

– Una città simile per un taglio di capelli e una frizione! L’ho proprio pagata a buon mercato.

E invece si sbagliava, e l’aveva pagata troppo. Perché ogni bambino che viene in questo mondo, il mondo intero è tutto suo, e non deve pagarlo neanche un soldo, deve soltanto rimboccarsi le maniche, allungare le mani e prenderselo.

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“Come una ragazza” non è un insulto, lo spiega lo spot degli assorbenti

di Chiara Pergamo

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Dentro l’amata Tv. Chiara Pergamo è da sempre appassionata di tutto ciò che è televisione, come dimostrano anche i suoi preziosi interventi scritti per il nostro blog. Venerdì 24 giugno è apparsa in prima serata su Canale 5 per la disfida riservata ai campioni del programma “Caduta libera” condotto da Gerry Scotti, dichiarando come se niente fosse di aver dominato per 12 puntate. E adesso, con quel che ha vinto, via alle pratiche per comprare la casa!

Ve lo ricordate lo spot della Lines di qualche anno fa? Vi risparmio un faticoso ravanare nei cassetti della memoria, è questo qui. È l’avventura di questa ragazza che partecipa a un provino per diventare “veejay”: se sei troppo giovane o troppo adulta per sapere che caspita sia un “veejay”, trattasi di un giovanotto o una fanciulla che aveva il compito di condurre i programmi sui canali musicali come MTV e affini, dunque una figura televisiva che ha tenuto botta per una buona decina d’anni, salvo poi diventare un effimero ricordo.

 

Ok, siamo al provino dell’aspirante veejay: lei è giustamente agitata, ma si dimostra allegra e spigliata, finché a un certo punto non le chiedono di fare la ruota.

La ruota?

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Paola Cassano, l’imprenditrice che sa sognare

di Maria Elena Sini

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“Le Sognatrici” create da Paola Cassano sono impegnate a contrastare la violenza sulle donne

Quando tra le pagine di Facebook, attraverso chissà quale intreccio di collegamenti, come spesso accade in Rete, mi sono apparsi i disegni di Paola Cassano che tratteggiavano aggraziate figure di donne con indosso il costume sardo, mi sono subito incuriosita. La prima volta ho visto le sue “Sognatrici” immerse nella luce abbagliante del sole o illuminate dal fioco chiarore di luna e stelle, ma quando le ho viste stampate su essenziali t-shirt bianche ho subito desiderato di possederne una.

Per questo quando, il 5 dicembre dello scorso anno, è stato inaugurato il punto vendita a Sassari in Largo Cavallotti 13 ero tra le persone che, nonostante il freddo, hanno atteso con ansia e curiosità il taglio del nastro. In seguito sono entrata diverse volte nel negozio per comprare magliette, tazze, quaderni, biglietti sui quali erano riprodotte queste immagini accattivanti, e farne dei regali.

L’ultimo acquisto l’ho fatto pensando ad una mia cara amica che dopo anni di vita intensa, di vittorie conquistate a duro prezzo, di dolori e di battaglie condotte in solitudine, aveva finalmente trovato il compagno giusto per un matrimonio d’amore.

Volevo scrivere un augurio speciale su questo quaderno e sfogliandolo, alla ricerca di un’idea, ho trovato stampata sull’ultima pagina questa frase: “non mi interessa cosa fai per vivere, voglio sapere per cosa sospiri e se rischi il tutto per trovare i sogni del tuo cuore”. Queste parole coglievano esattamente lo spirito di quello che volevo esprimere, così ho cercato da dove fossero tratte e ho scoperto che è un testo che nel 1890 fu attribuito ad un’indiana della tribù Oriah.

Ho copiato il testo sul quaderno e ne ho fatto l’augurio per la mia amica.

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«La tenacia d’una felicità»

di Dorinda Di Prossimo*

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“La lettrice” (1865) di Federico Faruffini

M’aggiusto coserelle senza ambiguità,

al mattino. Due righe di luce rubate ai vetri,

quattro versi di pensieri (un viaggio, la cura

d’una fuga), la polpa del caffè. Mi faccio chiara,

senza il lusso della speranzella. Pitagorica,

direi. Una moltiplicazione di molliche di buona

educazione (parlati piano, Dorì, lavati gli occhi

di ieri, metti la linda parananza). Rinvio

il sommario del freddo, la tenacia d’una felicità.

Alla poetica sgrammaticatura, m’affido,

alla colletta della nicotina; bionda, sulla ritmica

unghia, andantina.

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Cuerpo de mujer, Corpo di donna

di Pablo Neruda

Cuerpo de mujer

Sono i versi del poeta cileno che ieri ho voluto dedicare a Ombretta Buongarzoni per l’inaugurazione della sua mostra alla Locanda delle Logge di Urbisaglia, l’antro magico in cima a una delle colline della “terra delle armonie” maceratesi nel quale entrambe siamo nate.

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Donne con il velo, donne con la barba: cinquanta sfumature di Marrone

di Chiara Pergamo

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Suor Cristina durante un’esibizione a “The Voice of Italy”

Qualche giorno fa, Paola mi ha chiesto: «Ti andrebbe di scrivere un articolo su Suor Cristina?». Ovviamente si parla della concorrente rivelazione di questa edizione di The Voice of Italy: purtroppo, non seguendo il programma, le mie conoscenze su di lei si limitavano al “sentito dire” o poco più, quindi sono andata sul web a documentarmi. Ma lo sapevate che esiste il boylesque? È tipo il burlesque, ma fatto da uomini, quindi vedi questi ragazzotti ricoperti di piume di pavone e brillantini che ballano canzoni di Lady Gaga: il perché di questo cortocircuito informativo si capirà alla fine dell’articolo, ma per rimettere insieme bene i pezzi è necessario raccontare una storia partendo dall’inizio, un po’ in stile Quarto Grado, il programma di Rete 4 Continua a leggere

“Ho letto di Anita Sarkeesian sul blog della presidente Laura Boldrini”

di Paola Re*

Anita Sarkeesian

Quando ho iniziato a compiere le ricerche per la realizzazione di questa tesina, il mio scopo era quello di trovare informazioni per poter analizzare dettagliatamente il ruolo che i personaggi femminili, umani e non, ricoprono all’interno dei diversi videogiochi presenti sul mercato. Procedendo nelle mie ricerche, mi sono imbattuta in un’interessante serie di video caricata su Youtube intitolata Tropes vs Women in videogames. In questi video vi era una donna che, parlando direttamente alla telecamera, esaminava i personaggi femminili presenti nei videogiochi e i ruoli da essi ricoperti. L’autrice e protagonista di questi video è Anita Sarkeesian, una giovane attivista per i diritti delle donne che, ormai da anni, si batte per denunciare e cambiare l’immagine femminile trasmessa dai vari media. Per raggiungere il suo obiettivo ha aperto un canale Youtube intitolato Feminist Frequency, dove periodicamente carica video in cui descrive a fondo l’immagine della donna che emerge da film, telefilm, riviste e libri. Tropes vs Women in videogames è il suo ultimo progetto ancora in fase di realizzazione Continua a leggere