di Adele Colacino
Come previsto dalle previsioni meteo oggi è tornato il freddo.
Pioviggina e tira un vento gelido e rabbioso che farà cadere ogni timida gemma dal mio ciliegio che già non gode buona salute per le ferite inferte da un maldestro presuntuoso giardiniere che, solo perché capace di guidare un tosaerba, pretende di sforbiciare e mutilare alberi e piante mentre passa.
Stanotte ho letto le ultime pagine del libro che avevo sul comodino e, come al solito, prima di iniziarne uno nuovo ho bisogno di alcuni giorni per rimasticare e assaporare ancora un po’ i fantasmi che mi rimangono intorno, specialmente se con l’autore e le sue parole ho tessuto, leggendo, uno scialle di impressioni che mi si appiccicano addosso.
Ricordo sempre lo smarrimento provato tanti anni fa quando, L’amore al tempo del colera, mi lasciò per giorni un senso di abbandono e nella testa e per casa la presenza di Florentino e Fermina.
Giro per casa, apro qualche cassetto, lo svuoto in cerca di cose dalle quali prendere commiato, nella vana speranza di creare ordine e spazio.
La grande busta di carta che mi porto appresso rimane quasi vuota e alla fine rimetto tutto a posto in maniera più disordinata di prima. Continua a leggere