di Sabrina Sbaccanti
Mese: novembre 2017
Un amore di musica
di Maria Elena Sini
In passato mi è capitato di riflettere sul pregiudizio che spesso ha limitato e soffocato tante potenziali scrittrici, pittrici o musiciste che non hanno avuto il coraggio di aprire i loro diari o mostrare le loro opere temendo di essere testimoni di un mondo troppo piccolo o portatrici di un’arte che il mondo non era pronto ad accogliere. Ho letto, ad esempio, che Sof’ja Tolstaja, moglie di Lev Tolstoj, per molti anni fu la fida consigliera del suo sposo, trascrisse e apportò correzioni alle opere del più celebre marito al punto che oggi molti critici trovano difficile distinguere le parti scritte dall’autore di “Guerra e pace” da quelle di sua moglie. Continua a leggere
“Voglio vivere così”, con emozione
di Luca Bartolommei
Quelle che seguono sono le mie riflessioni a freddo, ma minga tropp, sulla serata dedicata al maestro Giovanni D’Anzi organizzata dall’Associazione Donne della realtà in collaborazione con la Fondazione Cineteca Italiana al Museo Interattivo del Cinema di Milano lo scorso 15 novembre.
Cronaca.
Dico subito che la vera protagonista della serata è stata l’emozione. Continua a leggere
Lo stupro e la vergogna: una doppia violenza sulle donne di Esperia
di Maria Luisa Marolda *
“Mia madre visse una lunga vita. Nacque e morì ad Esperia (in provincia di Frosinone) a 94 anni, e pure lì accadde il fatto centrale della sua esistenza, forse il più devastante, durante quella che viene chiamata “battaglia di Esperia” da chi conosce bene questa fase della seconda guerra mondiale”. Terza e ultima parte dell’eccezionale racconto che Maria Luisa Marolda ci ha generosamente affidato con il titolo Un’altra “livella”: lo stupro di guerra sui monti Aurunci.
Nella notte tra l’11 e il12 maggio gli abitanti sui monti, spettatori di un terrificante bombardamento alleato dalla parte del Garigliano, capirono che si era giunti ad una fase decisiva della guerra. Infatti la marea marocchina, guidata dal generale Guillaume, sbaragliati i tedeschi, occupò Spigno e risalito facilmente il monte Petrella, raggiungeva proprio l’altipiano di Polleca. Un altro contingente, aggirando le postazioni tedesche verso Pontecorvo, occupava Sant’Oliva, isolando Esperia e quanti vi erano rimasti. Il 15 maggio Esperia venne occupata dagli alleati. Il fronte era sfondato ed aperte le strade verso Roma. Nello stesso giorno, alle cinque del pomeriggio, vi fu il primo incontro con la fanteria marocchina. Le truppe francesi, annunciate genericamente come “americani”, apparvero a Gigi, in esplorazione, assai diverse: «Sono tutti neri e parlano francese», riferì stranito. (Il libro di Esperia, p.173). In contemporanea, si verificavano passaggi cruenti di piccoli gruppi di tedeschi in fuga. Anche aerei tedeschi cominciarono a bombardare le linee alleate sull’altopiano. Continua a leggere
«Le cose e gli esseri umani diventarono un immenso bottino di guerra per quelle furie scatenate»
di Maria Luisa Marolda
Una grande famiglia, la seconda guerra mondiale, la “battaglia di Esperia”, i goumiers. E una madre che ha vissuto una lunga vita, nascondendo dentro di sé «il fatto centrale della sua esistenza, forse il più devastante». Di seguito la seconda parte del toccante racconto che Maria Luisa Marolda ci ha affidato con il titolo: Un’altra “livella”: lo stupro di guerra sui monti Aurunci.
Il 30 settembre del ’43, quando l’illusione di sicurezza e l’esultanza per l’armistizio venne meno col primo bombardamento alleato su Esperia, io avevo da poco compiuto un anno. Intanto una autocolonna tedesca aveva già occupato il paese e la popolazione dette il suo primo tributo di morti. Esperia si trovò, fino alla sanguinosa primavera del ’44, schiacciata tra le due forze in campo. Cosa poteva percepire una bambina così piccola di tutto quel frastuono e poi, da allora, del frequente correre, gridare, agitarsi, tenuta in braccio per non perderla di vista da mamma o fratello grande?
La guerra di Mammina e il suo devastante segreto sui “goumiers”
di Maria Luisa Marolda
Un racconto eccezionale, e di eccezionale intensità, che la scrittrice romana Maria Luisa Marolda ci ha amorevolgente affidato con questo titolo: Un’altra “livella”: lo stupro di guerra sui monti Aurunci. Questa è la prima parte.
Mia madre visse una lunga vita. Nacque e morì ad Esperia (in provincia di Frosinone) a 94 anni, e pure lì accadde il fatto centrale della sua esistenza, forse il più devastante, durante quella che viene chiamata “battaglia di Esperia” da chi conosce bene questa fase della seconda guerra mondiale. E se questo può apparire normale in un’esistenza senza grossi cambiamenti, non lo fu per lei, moglie allora di un Tenente colonnello della Regia Marina, che già si era trasferita con la famiglia in varie città portuali: Brindisi, Livorno, Ancona, dove ero nata io, e da dove eravamo venuti via, nella primavera del ’43, con il coinvolgimento dell’Italia nella guerra.
«Ehi, Orsa Maggiore, esigi/ che ci assumano in cielo da vivi!»
di Vladimir Majakovskij*
SETTEMBRE 1917
Battete in piazza il calpestio delle rivolte!
In alto, catena di teste superbe!
Con la piena d’un nuovo diluvio
laveremo le città dei mondi.
Il toro dei giorni è pezzato.
Il carro degli anni è lento.
Il nostro dio è la corsa.
Il cuore è il nostro tamburo.
Che c’è di più celeste del nostro oro?
Ci pungerà la vespa d’un proiettile?
Nostre armi sono le nostre canzoni.
Nostro oro le voci squillanti.
«Una vita degna per tutti i bambini»
di Paola Ciccioli
Inizia tra poco a Bergamo un incontro sui diritti delle bambine e dei bambini, promosso dal Consiglio delle donne del Comune e dalla sede Unicef della bella città lombarda. Noi vogliamo esserci, anche se a distanza, con questo video della grande cantante argentina Mercedes Sosa, che dell’Unicef è stata ambasciatrice. È una vera rarità.
Mercedes Sosa, la sua voce per le donne e il nostro giornale di carta
di Paola Ciccioli*
Pubblichiamo l’articolo di fondo e l’immagine di apertura del secondo numero del trimestrale cartaceo dell’Associazione Donne della realtà. Arrotolato come fosse una pergamena e tenuto insieme da un bellissimo nastro di raso, questa volta di colore blu, il “foglio” è interamente dedicato alla celebre cantante argentina Mercedes Sosa che, addirittura quasi mezzo secolo fa, ha inciso un disco con otto brani che portano un nome femminile. Uno struggente omaggio, il suo e il nostro, a tutte le mujeres, cioè le donne, che hanno lottato, lavorato e testimoniato il proprio amore per un Paese «ai confini del mondo». Evviva!
Zanzarella, la giustiziera degli animali abbandonati
di Pier Didoni
Ebbene sì, a Milano le zanzare colpiscono ancora, indifferenti al calendario (novembre!) e alla stagione (autunno!). Sono tenaci, sovrappeso, moleste al di là di ogni umana sopportazione. Non come la “Zanzarella” immaginata da Pier Didoni che, in duo con la pianista Emanuela Ferrari, domani 9 novembre 2017 porta in scena lo spettacolo “Quadri in esposizione” al Circolo familiare di viale Monza 140, a Milano.
“Ci vuole una bella pulizia a questo punto per il nostro povero Ugo”, disse Zanzarella, che ormai si era dimenticata che a casa c’era una torta che l’aspettava.
E chiamò al raduno tutte le zanzare che passavano di là. “Sentite amiche zanzare, dobbiamo ripulire da testa a zampe questo tartarugo puzzolente, e rimetterlo a nuovo”.
«Ma non l’ho ancora capito che ormai si naviga a vista?»
di Anna D’Andrea
Souvenir che si rompono, incanti che sembrano far smarrire e smarrirsi. Termina così il racconto “Il maglione autunnale” di Anna D’Andrea che abbiamo pubblicato in tre parti e illustrato con due immagini scattate a Brighton e una a New Brighton, località inglese più a nord.
– È fortunata, signora!
Mi giro a guardarmi alle spalle, per vedere se dice proprio a me.
– Fortunata, io? – non riesco a trattenere un’esclamazione di stupore.
– Certo che sì, ormai siamo in chiusura di stagione e questo è l’ultimo, sono oggetti artigianali fatti a mano uno per uno – sta dicendo il venditore di ceramiche – . Glielo devo prendere dalla vetrina. Intorno piatti, vasi, candelieri, lucerne, a forma di polipo, di stella marina, di granchio, di conchiglia, delfino, orata, calamaro, in un caotico guazzabuglio creativo.
“Mareee mareee, qui non viene mai nessuno a farmi compagnia…”
di Anna D’Andrea
Le separazioni dai giorni, dalle stagioni, dalle immagini che si sono fissate nei nostri ricordi a colori o in bianco e nero. Continua il racconto “Il maglione autunnale” di Anna D’Andrea. Con una avvertenza: la “Gi” con cui dialoga è la sua cagnetta.
– Pare di stare al cinema! – avrebbe detto mio padre, con la sua puntina di bonaria ironia, mentre guardavamo lo struscio dal tavolino di una gelateria alla moda, in un altro angolo di mondo e di tempo. Lui un caffè freddo e amaro, mamma ed io uno spumone che faceva peccato solo a guardarlo, un monumento rosa a tronco di cono con un pozzetto dentro cui galleggiavano fragoline ubriache di sciroppo al rhum.