Tumori, la sfida delle donne per la ricerca

Le testimonianze collettive, uno stimolo a trovare nuove cure. Come neglu Usa. Nasce l’Alleanza contro il cancro ovarico. Il 3 dicembre primo appuntamento. Ogni anno quattromila nuovi casi

MILANO – Una sfida al cancro a viso scoperto. Il 3 dicembre Flavia Villevieille Bideri, 48 anni, produttrice di film come «Amori in corso» di Giuseppe Bertolucci, farà outing sulla malattia che l’ha colpita 4 anni fa davanti a ricercatori e Continua a leggere

Mara, la più odiata dal Pdl

‘Silvio mi ha capita’, dice lei annunciando la retromarcia. Intanto però nel partito la sbeffeggiano tutti. E per Silvio arrivano guai da altre signore: come la ministra Prestigiacomo, la trentina Biancofiore e la toscana Bergamini

di Marco Damilano

Cherchez la femme, è sempre stato un imperativo categorico nel fatato reame di Berlusconia. E tutto sarebbe rimasto come in una favola se le cose si fossero fermate a quella sera lontana Continua a leggere

Sindacalista senza trucchi

La famiglia borghese. L’impegno sociale. La maternità. Il matrimonio. La vela. L’aspetto fisico. Il sindacato. Susanna Camusso, nuova leader della Cgil, si racconta

di Stefania Rossini

È lì, seduta tranquillamente, come se fosse la cosa più naturale del mondo occupare la scrivania che è stata fino a ieri di Epifani, e prima ancora di Cofferati, di Trentin, di Lama, su su fino a Di Vittorio Continua a leggere

In fuga dalle nozze combinate

Brescia, Pakistana scappa per sposare un indiano. Il padre inscena un sequestro per fermarla

BRESCIA. Io sposare un uomo mai visto? Non esiste». Lei ha vent’anni, è una ragazza pakistana, vive a Brescia. Nel suo futuro c’era un matrimonio tradizionale, combinato dal padre con un uomo pakistano di cui lui si fidava. Continua a leggere

Ma il Dipartimento dà torto al Cavaliere. La Dibble guida la diplomazia nella Ue

Uomini vicini al premier fornivano informazioni all’ambasciata. A differenza delle altre cancellerie, la Farnesina sembra destabilizzata dai file di Assange. I duri giudizi sul presidente del Consiglio non sono pareri personali Continua a leggere

L’accusatrice del Cavaliere: chi è Elizabeth Dibble, numero due dell’Ambasciata Usa

«Incapace, vanitoso e inefficace come leader europeo moderno»: questo il giudizio dell’incaricata d’affari americana a Roma Elizabeth Dibble sul presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Nella foto Elizabeth Dibble durante la visita al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al Quirinale, a Roma, in occasione della Conferenza dei Presidenti delle principali organizzazioni ebraiche americane. (Ansa)

La Berlinguer replica a Berlusconi: «Telekabul? Per noi è un onore»

Il direttore del Tg3: «Un telegiornale di lotta»
L’elenco dei maestri: Minoli, Curzi e Santoro

MILANO – «Berlusconi continua a paragonarci a Telekabul. Ma io rispondo: per me è un onore essere paragonati al tg diretto da Sandro Curzi». Con molta ironia, così risponde Bianca Berlinguer, direttore del Tg3, Continua a leggere

La parola a una intellettuale rigorosa

Le parole di una intellettuale rigorosa, per fare il punto sullo stato di salute della nostra democrazia.

L’osceno normalizzato

di Barbara Spinelli

Ci fu un tempo, non lontano, in cui era vero scandalo, per un politico, dare a un uomo di mafia il bacio della complicità. Il solo sospetto frenò l’ascesa al Quirinale di Andreotti, riabilitato poi dal ceto politico ma non necessariamente dagli italiani né dalla magistratura, che estinse per prescrizione il reato Continua a leggere

La Bindi fa scuola

Quando uno slogan (“non sono una donna nelle sue disponibilità”) funziona
Una trentina fra docenti universitari, ricercatori e studenti sono saliti, a Torino, sul tetto di Palazzo Nuovo, sede delle facoltà umanistiche dell’Ateneo subalpino. Hanno srotolato uno striscione con scritto ”Riportiamo l’università in alto”. Intanto, si è conclusa nell’atrio di Palazzo Nuovo un’assemblea degli studenti, che si sono ora mossi in corteo diretti verso il centro della città, con uno striscione con la scritta: “siamo tutti indisponibili”. (Elena Tebano)

L’Italia e le ex vallette alla riscossa

Dopo Mara: forse è il caso di tornare a fare le selezioni in base ai master e non ai calendari
«Un tempo qui era tutta Carfagna». L’ha scritto giorni fa l’autore comico Luca Bottura. Bottura è avanti. Almeno si spera che lo sia. Che tra qualche tempo la cooptazione politica causa grazie femminili, le nomine discusse, l’eventuale duro lavoro delle belle cooptate buttato via in una melmosa tempesta di maldicenze, diventino un ricordo. E una strategia donnesca da non seguire. E che la carriera fulminea poi dolentissima e funesta di Mara Carfagna, ex modella, ex valletta, poi deputata, ora quasi ex ministro, non sia un modello né uno scandalo ma un monito. Per le ragazze confuse e precarie tentate dalle scorciatoie. Continua a leggere

Ora però non fatene un’eroina

di Ritanna Armeni
Mara Carfagna paga il prezzo della scorciatoia. Ora non la si trasformi in eroina anti-Cav.

Non mi meraviglierei che la ministra Mara Carfagna, indicata per lungo tempo come il simbolo di una carriera politica ottenuta attraverso scambi sessuali e di un berlusconismo sfrontato e prepotente, ora diventasse una eroina dell’antiberlusconismo. Continua a leggere

Donna delegittimata o Zarina?

«Una zarina, un boss vecchio stile che agisce con spietata determinazione», questa la definizione che di Mara Carfagna dà Paolo Guzzanti in un’intervista al Fatto Quotidiano di domenica 21 novembre. Il giornalista e parlamentare passato dal Pdl al Partito liberale, sostiene che la ministra «è affetta da manie di grandezza» e ricorda la querelle che la contrappose alla figlia Sabrina. Di tutt’altro tenore le parole di Massimo Giannini su la Repubblica: «Sono ore difficili per la donna che più di ogni altra ha incarnato a suo tempo l’archetipo femminile del berlusconismo, e che più di ogni altra in questi due anni è riuscita ad affrancarsene». Mah! Continua a leggere

Proprio tu, Mara?

«Proprio tu, Mara?». Impossibile non interrogare la ministra per le Pari opportunità, Mara Carfagna, sull’annunciata decisione di dimettersi dall’incarico di governo, da parlamentare e da esponente del Pdl. Perché è proprio lei il simbolo, uno dei principali, di una certa politica al femminile promossa e imposta da Silvio Berlusconi. La bellezza, prima di tutto, meglio se accompagnata da precedenti tentativi di farsi strada nel mondo della televisione. Questo il prerequisito per essere accolta nell’inner circle del premier-tycoon e salire la scala del successo che, nell’era berlusconiana, si è confuso con l’assunzione di cariche politiche e di ruoli di responsabilità nella pubblica amministrazione. Il caso Carfagna va per questo seguito con grande attenzione e passo passo. Cominciamo col proporre l’articolo del vice direttore di Repubblica Massimo Giannini apparso oggi su Repubblica (Paola Ciccioli) Continua a leggere