“Stai in guardia”

Testo e foto di Gabriella Cabrini diario dall’ospedale di Cremona
Gli ultimi dati della Protezione civile sul contagio in Italia da Covid 19 (o Corona Virus come lo abbiamo chiamato per mesi) sono questi: 242.149 casi totali, 34.914 i decessi, 193.640 i pazienti dimessi e/o guariti, 13.595 le persone attualmente positive al test delle quali ben 8.460 in Lombardia dove, fino al 14 luglio 2020, è obbligatorio indossare la mascherina anche all’aperto.
Un’estate timorosa, quella che stiamo vivendo, spartiacque tra il periodo del nostro isolamento casalingo e le incertezze economiche e sanitarie dell’autunno che verrà. Noi la viviamo scambiandoci ogni giorno pensieri e informazioni e cercando di capitalizzare l’intensità con cui ci siamo sostenute/i durante la quarantena. A farci da guida in questo percorso è stata Gabriella Gabrini – contabile per «39 anni e 4 mesi» e ora in pensione, nata a Fogarole (in provincia di Piacenza) e cremonese di adozione – che alla fine di febbraio ha cominciato ad avere i primi sintomi del Covid ed è stata poi ricoverata all’ospedale di Cremona da dove ha raccontato via cellulare su Facebook dolore, speranze e guarigione.
Continuiamo nella pubblicazione del suo diario, che noi abbiamo scelto di riprorre qui al contrario: partendo cioè dalle dimissioni dall’ospedale e giù giù fino al ricovero. Che ci serva da monito. (p.c.)

Nata a Fogarole, in provincia di Piacenza, e cremonese da 39 anni, Gabriella Cabrini ha accompagnato il suo diario dall’ospedale con foto come questa scattate a ciò che vedeva dal suo letto, in particolare alla chiesa di San Sigismondo dove poi è andata in visita una volta guarita

15 marzo 2020
Ottavo risveglio in stanza. 19° giorno dalla prima febbre. La febbre si è affezionata e ha deciso di stare ancora insieme a me (questo ha rallentato lo spostamento al momento), respiro in libertà (ringrazio di questo ogni minuto), stomaco, intestino e testa sono stabili. Qui è tutto in continuo movimento, medici e infermieri corrono tutto il giorno cercando anche di tranquillizzarci con espressioni non sempre convinte, doppio impegno per loro.
Condivido queste parole che danno un po’ di sprone a continuare:
La tua vita è la tua vita.
Non lasciare che le batoste la sbattano
nella cantina dell’arrendevolezza.
Stai in guardia.
Ci sono delle uscite.
Da qualche parte c’è luce.
Forse non sarà una gran luce ma
la vince sulle tenebre.
Stai in guardia.
Gli Dei ti offriranno delle occasioni.
Riconoscile, afferrale.
Non puoi sconfiggere la morte ma
puoi sconfiggere la morte in vita,
qualche volta.
E più impari a farlo di frequente,
più luce ci sarà.
La tua vita è la tua vita.
Sappilo finché
ce l’hai.
Tu sei meraviglioso
gli Dei aspettano di compiacersi in te.
(Charles Bukowski)
Sempre grazie per le vostre parole, pensieri e amore che allargo a tutti quelli che sono qui.
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Di seguito, le precedenti pagine del diario di Gabriella Cabrini che abbiamo già pubblicato nel nostro blog:

“… perché non sei sola, perché io ti amo”

«Ma non l’ho ancora capito che ormai si naviga a vista?»

di Anna D’Andrea

«Softly Setting, New Brighton, Wirral. This is a fab sunset photograph by Paul Sutton. Caught at a perfect time/Tramontando dolcemente, New Brighton, Wirral. Questa favolosa foto del tramonto è stata scattata, con tempismo perfetto, da Paul Sutton». Dall’account Twitter di Helen Warlow, 12 ottobre 2017

Souvenir che si rompono, incanti che sembrano far smarrire e smarrirsi. Termina così il racconto “Il maglione autunnale” di Anna D’Andrea che abbiamo pubblicato in tre parti e illustrato con due immagini scattate a Brighton e una a New Brighton, località inglese più a nord.

– È fortunata, signora!

Mi giro a guardarmi alle spalle, per vedere se dice proprio a me.

– Fortunata, io? – non riesco a trattenere un’esclamazione di stupore.

– Certo che sì, ormai siamo in chiusura di stagione e questo è l’ultimo, sono oggetti artigianali fatti a mano uno per uno – sta dicendo il venditore di ceramiche – . Glielo devo prendere dalla vetrina.  Intorno piatti, vasi, candelieri, lucerne, a forma di polipo, di stella marina, di granchio, di conchiglia, delfino, orata, calamaro, in un caotico guazzabuglio creativo.

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Sulla spiaggia, leggendo e ascoltando. Come in un dipinto di Amanda Russian

di Maria Elena Sini

Maria Elena, foto 1

“Beach Read”, olio di Amanda Russian. Le altre due opere della pittrice australiana che pubblichiamo sono state scelte dalla stessa autrice del post

Qualche tempo fa, mentre cercavo in Rete delle immagini che accompagnassero un mio lavoro, mi sono imbattuta in un’opera di Amanda Russian che ritraeva una donna intenta a leggere in spiaggia. L’immagine mi ha colpito e l’ho subito postata su Facebook, ma mi riproponevo sempre di approfondire le mie conoscenze sulla pittrice. In questi giorni finalmente l’ho fatto e ho scoperto che si tratta di un’artista australiana autodidatta che utilizza sia la pittura a olio che i pastelli.

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Da un anno mia sorella è… «quella nelle foto»

L’Aquila: questa è una delle immagini simbolo del terremoto che il 6 aprile 2009 alle 3:32 fece 309 vittime, 1500 feriti, danni per oltre 10 miliardi e più di 60 mila sfollati (fonte http://www.ansa.it/)

di Ilaria Carosi

Il 6 aprile 2009 mia sorella è diventata quella sulle fotografie. Quella che ci sorride senza poter rispondere. Quella a cui si possono regalare solo fiori perché i cioccolatini non li mangia più. Continua a leggere