Il panico del terremoto e il sollievo di essere comunità

di Patrizia Cruciani

Sono trascorsi cinque anni ma le tracce del terremoto che ha sconvolto Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo non sono visibili soltanto nei ponteggi che sorreggono case e monumenti lesionati. L’anima delle persone è ancora segnata dalla paura scatenata da quelle scosse devastanti, paura che – come ci racconta l’autrice di questa testimonianza – ha potuto trovare una valvola di sfogo nel senso di comunità che tiene in piedi, e nonostante tutto, tanti piccoli centri della nostra Italia ferita. Come per esempio Urbisaglia, in provincia di Macerata, da cui oggi è arrivato il regalo di questo racconto.

La Rocca di Urbisaglia, nel Maceratese, fotografata oggi dall’archeologa Francesca Pettinari che ringraziamo per averci concesso l’utilizzo di questa immagine

Oddio lu terremotu! Queste le parole che pronunciai la notte del 24 agosto 2016.

Io ho un sonno a prova di cannonate, ma fui svegliata dal forte rumore della casa che si muoveva: aprii gli occhi e vidi le pareti della camera che si alzavano.

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Gino Strada: «È giusto che ci sia qualcuno qui, è umano»

di Gino Strada

«In questi giorni così dolorosi, il vostro affetto per Gino ci ha fatto sentire meno soli. In tantissimi siete passati da Casa Emergency, ci avete scritto, chiamato, lasciato un messaggio. Grazie. Ora spetta a tutti noi rimboccarci le maniche, portare avanti l’eredità di Gino e imparare a guardare lontano, come faceva lui. Ce la metteremo tutta. Te lo promettiamo, Gino». Con queste parole, Emergency ha iniziato oggi – 24 agosto 2021 – la sua seconda vita dopo la scomparsa del suo fondatore Gino Strada, morto il 13 agosto a Honfleur, in Francia, all’età di 73 anni. Dopo averlo salutato nella sua Casa milanese, ora gli rendiamo omaggio qui con un brano dal suo libro Pappagalli verdi, uscito nella prima edizione Feltrinelli nel 1999, cinque anni dopo la nascita di Life Support for Civilian War Victims, conosciuta in Italia e nel mondo come Emergency.

Milano, via Santa Croce la sera del 21 agosto 2021, poco prima della fine del primo dei tre giorni in cui una vera e propria folla ha sfilato dentro Casa Emergency per salutare Gino Strada. Anche Luca Bartolommei e Paola Ciccioli (autrice dello scatto) hanno reso omaggio al chirurgo di guerra scomparso

Riavvolgo il nastro per la terza volta e la musica riprende. Non mi stancherei mai di stare sdraiato sul letto ad ascoltare Animals dei Pink Floyd.

È per me uno degli album più coinvolgenti e sconvolgenti, quella musica piena di dissonanze, di ritmo che cambia ogni momento, di provocazioni. Ogni volta che mi adatto a quella musica, che comincio a capirla e a goderla, il ritmo cambia all’improvviso, e ricomincia diverso.

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“La Maestra” e la memoria necessaria

di Roberto Sani*

Lo storico dell’Educazione Roberto Sani con il libro “La Maestra. Racconti dall’Italia scalza” di Anna Caltagirone (Donne della realtà Editrice di Paola Ciccioli, 2021)

«Gentile e cara Paola, proprio oggi ho ricevuto per posta il prezioso volumetto di Anna Caltagirone, La maestra. Racconti dall’Italia scalza (Donne della realtà Editrice, Bellano, 2021), con la sua presentazione e la postfazione della mia allieva e collaboratrice Lucia Paciaroni.

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Louise Glück, la rivincita della poesia

di Massimo Bacigalupo*

“At the end of my suffering/there was a door”. Alla fine del mio soffrire/c’era una porta. Louise Glück, “L’iris selvatico”, Il Saggiatore 2020. (Foto di Paola Ciccioli)

Louise Glück , Poetry as Revenge on Circumstances

The Nobel Prize in Literature for 2020 was awarded to former U.S. Poet Laureate Louise Glück, for the “austere beauty” of her work and for “making individual experience universal”. In her thirteen poetry collections she espresses the power oh human consciousness to confront private and public trauma and engage the mysterious salace of nature. Her poetry is singularly appropriate to our times, when millions have been forced by the pandemic to rely on their own resources and resilience and to turn to art for consolation and and answers to pressing questions of life and death.

Il Premio Nobel per la letteratura 2020, assegnato alla settantasettenne statunitense Louise Glück (si pronuncia “glick”), ha richiamato l’attenzione internazionale su questa eccellente eppur defilata “poeta” (oggi si dice così). In patria le tredici raccolte edite fra 1968 e 2021 sono ampiamente note ai (sempre pochi) lettori di poesia; nel 2012 le prime undici sono state accorpate in un volume di oltre seicento pagine. Fin dalle prime prove, le sue liriche scarne, fatte di pochi versi brevi e di immagini e sentimenti forti, e nondimeno misteriose, sono state accolte con favore guadagnandole via via i maggiori riconoscimenti, fra cui il Pulitzer per L’iris selvatico (1992, tradotto in Italia nel 2003) e l’incarico di Poeta laureata degli Stati Uniti.

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