di Patrizia Cruciani
Sono trascorsi cinque anni ma le tracce del terremoto che ha sconvolto Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo non sono visibili soltanto nei ponteggi che sorreggono case e monumenti lesionati. L’anima delle persone è ancora segnata dalla paura scatenata da quelle scosse devastanti, paura che – come ci racconta l’autrice di questa testimonianza – ha potuto trovare una valvola di sfogo nel senso di comunità che tiene in piedi, e nonostante tutto, tanti piccoli centri della nostra Italia ferita. Come per esempio Urbisaglia, in provincia di Macerata, da cui oggi è arrivato il regalo di questo racconto.
Oddio lu terremotu! Queste le parole che pronunciai la notte del 24 agosto 2016.
Io ho un sonno a prova di cannonate, ma fui svegliata dal forte rumore della casa che si muoveva: aprii gli occhi e vidi le pareti della camera che si alzavano.