“Il posto” del padre nella scrittura di Annie Ernaux

di Annie ErnauxPremio Nobel per la Letteratura 2022*

«Naturalmente, nessuna gioia di scrivere, in questa impresa in cui mi attengo più che posso a parole e frasi sentite davvero, talvolta sottolineandole con dei corsivi. Non per indicare al lettore un doppio senso e offrirgli così il piacere di una complicità, che respingo invece in tutte le forme che può prendere, nostalgia, patetismo o derisione. Semplicemente perché queste parole e frasi dicono i limiti e il colore del mondo in cui visse mio padre, in cui anch’io ho vissuto. E non si usava mai una parola per un’altra». Annie Ernaux, “Il posto” (L’orma editore, 2014). Foto di Paola Ciccioli.

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«… rincorrendo e creando il mio posto»

di Erica Sai

IL MIO POSTO

Pavimenti, lavatrici, pranzi

persone costantemente

parole e noia

 

non sono fatta per questo

che mi toglie il respiro

e accende l’insoddisfazione.

 

Se così non fosse

avrei trovato un poverino

in vena di matrimoni e figli

 

non mi sarei buttata

senza coscienza nell’avventura

più grande di me.

 

Ma non è mio il lago placido

dello standard, della vita impostata

ché si fa così

 

fanno tutti così

“non sarai felice poi,

sennò, altrimenti”.

 

Dondolo quasi compiaciuta

nelle vertigini di una vita

di sete desertica

 

con gran fatica

rincorrendo e creando

il mio posto.

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Erica Sai in una foto dal suo diario Facebook

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Serena, la parrucchiera che dispensa libri e felicità

di Margherita Rinaldi*

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Serena Mercanti, al centro con l’abitino chiaro, è qui con il reparto parrucco del Macerata Opera Festival. «Lavorare allo Sferisterio era nella mia scatola dei desideri», ha raccontato alla giornalista e blogger Margherita Rinaldi

Una cosa che ti colpisce quando conosci Serena Mercanti è che nel suo salone di parrucchiera c’è una piccola biblioteca. Cioè: mentre ti fai i capelli puoi leggere un libro, oppure puoi sfogliare gli album di foto dei suoi viaggi, o il catalogo di qualche mostra importante: arte, architettura, cinema… .

I libri li prendi, li cominci, poi se vuoi prosegui la lettura la volta successiva. Come ho fatto io con Eva Luna della Allende. Eva Luna, che poi è anche il nome (e cognome) della bimba di Serena. Per tutto questo ti viene voglia di farle un po’ di domande. E scopri una bella storia, quella di una ragazza che voleva fare la parrucchiera e che con questo mestiere è cresciuta, fino a coniugarlo con la moda, con l’arte, con lo spettacolo, con l’amore per la città dalla quale ha deciso di farsi adottare.

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Grazie a Eddo, il mio “confessore” di computer

di Mariagrazia Sinibaldi

A Eddo, mio pazientissimo e sempre presente maestro

Mariagrazia e il maestro 1

Mariagrazia Sinibaldi e il suo maestro di computer Eddo Ferrarini, fotografati da Paola Ciccioli giovedì scorso durante “un ripasso” nella Bibilioteca comunale di Cologno Monzese

Avete fatto caso che le cose, le cose meglio riuscite,  sono quelle che arrivano per caso?

E nelle quali, arrivate per caso, ci buttiamo a capofitto senza valutarne le conseguenze?

E il cui ottimo risultato è dato dal fatto che questo giunge assolutamente inaspettato?

Ecco: questo NON è il mio caso!

L’unica cosa casuale è stata il mio sguardo pigramente poggiato su un volantino che diceva: «S’impartiscono lezioni di computer face to face».

Mi trovavo in biblioteca dove ero andata, non per caso, a chiedere un libro non per caso consigliatomi dalla mia amica. E dirò di più: la parola computer non mi aveva punto per niente!

Ma il face to face… questo sì che m’intrigava! Lezioni private, dio mio che bello! Che se non capisco una cosa posso chiedere spiegazioni senza essere presa per scema! Ecco, sì, quasi un confessore! Mi sono iscritta, rapida e sicura.

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