Un amore di musica

di Maria Elena Sini

Sof’ja Tolstaja (1844-1919) nel 1862, a soli 17 anni, sposò Lev Tolstoj ed ebbe da lui 13 figli. Il suo “Romanza senza parole” (pubblicato in Italia da La Tartaruga) è rimasto inedito fino al 2010 per volontà della stessa dell’autrice

In passato mi è capitato di riflettere sul  pregiudizio che spesso ha limitato e soffocato tante potenziali scrittrici, pittrici o musiciste che non hanno avuto il coraggio di aprire i loro diari o mostrare le loro opere temendo di essere testimoni di un mondo troppo piccolo o portatrici di un’arte che il mondo non era pronto ad accogliere. Ho letto, ad esempio, che Sof’ja Tolstaja, moglie di Lev Tolstoj, per molti anni fu la fida consigliera del suo sposo, trascrisse e apportò correzioni alle opere del più celebre marito al punto che oggi molti critici trovano difficile distinguere le parti scritte dall’autore di “Guerra e pace” da quelle di sua moglie. L’amore profondo e contrastato, nonostante dei momenti di separazione, li unì per tutta la vita e Sof’ja mostrò una grande dedizione al genio del marito sacrificando il suo talento tanto che fu lei stessa a chiedere che le sue opere fossero pubblicate postume proprio perché i tolstoiani non avrebbero gradito di vederla nel ruolo di scrittrice. Il suo posto di donna, che a nemmeno diciotto anni aveva sposato un uomo molto più anziano di lei, era nell’ombra della casa dove si dedicò a crescere i suoi tredici figli rinunciando alle sue ambizioni letterarie per evitare di inasprire la lunga e insanabile crisi matrimoniale con un uomo pieno di contraddizioni, costantemente alla ricerca della verità. Così quando ho letto “Romanza senza parole” di Sof’ja Tolstaja mi è parso subito chiaro che l’autrice, attraverso la protagonista del romanzo, abbia raccontato la propria storia, le crescenti incomprensioni con il marito, l’insensibilità da lui dimostrata per la morte del loro figlio più piccolo che l’aveva portata alla disperazione e al rifiuto del mondo.

Il romanzo inizia con la narrazione del grave lutto che sconvolge la vita di Aleksandra Alekseevna, “Saša”, madre di Alëša e moglie di Pëtr, un uomo semplice, dedito alla famiglia ma soprattutto al giardinaggio. Partita da Mosca, dopo un lungo viaggio in treno, Saša raggiunge la madre in punto di morte in Crimea. La perdita della madre rappresenta per la protagonista l’esplosione imprevista di una depressione grave e difficile da superare, che la costringe a casa con poco cibo e la sola voglia di lasciarsi andare. Il marito, premuroso ma non abbastanza sensibile da aiutare la moglie, sembra interessato solo alla cura del giardino e dei suoi affari. La protagonista vive con un uomo che le impone il proprio stile di vita, una situazione in cui si ritrovano molte eroine dei romanzi dell’epoca, vittime di matrimoni combinati e di imposizioni dettate dalla società di allora. Saša ha una grande passione: la musica e proprio l’amore per questa arte le consentirà di abbattere il muro che la vita le ha costruito intorno quando durante l’estate conoscerà il musicista Ivan Ilič, che abita la dacia vicina a quella dove lei risiede con la sua famiglia. Questo incontro e in particolare una melodia, la Romanza senza parole di Mendelssohn, risveglia in lei passioni ormai sopite.

 “La Romanza senza parole risuonava magnifica in tutte le variazioni ed era come se raccontasse qualcosa di delicato e di tenero all’anima sofferente di Saša, tranquillizzandola e allietandola. Ma poi finì… Saša sospirò, le sembrò che quella musica le togliesse un grave peso dall’anima”.

Sof’ja fotografata insieme con il marito Lev Tolstoj (immagine da http://www.partedeldiscorso.it). In basso, la “Romanza senza parole” di Felix Mendelssohn nell’esecuzione della pianista di origine cinese Karen Li

La riscoperta passione per la musica crescerà e si trasformerà in una passione ben più profonda anche nei confronti di Ivan Ilič. La storia intreccia la passione, il senso del dovere e il potere dirompente nella vita di Saša della musica che, nel momento in cui risveglia la passione e l’amore, platonico ma carico di intensità, porterà anche a tragiche conseguenze nella sua vita.

Sof’ja Tolstaja, anche se confinata nel suo ruolo di moglie e madre, trova il modo di raccontare con parole leggere i pesanti tormenti della sua vita alleviati proprio dalla dolcezza della musica. Anche l’autrice infatti trova conforto nella musica di un pianista e compositore. Ma la musica è capace di suscitare tanti sentimenti diversi, non solo il conforto per una storia d’amore finita, una malattia o addirittura un lutto, ma anche la gelosia che si esprime attraverso i suoni, come in un gioco di specchi, in quel breve/grande romanzo di Lev Tolstoj che è Sonata a Kreutzer. In questo romanzo, durante un viaggio in treno, un uomo confessa il proprio segreto: racconta di aver presentato alla moglie un musicista, e con il tempo di aver iniziato a sospettare una relazione tra i due. In particolare, una sera, mentre i due eseguono l’uno al violino, l’altra al pianoforte la Sonata a Kreutzer di Ludwig van Beethoven, l’uomo avverte l’intero peso dei propri dubbi. Tuttavia, convinto che il musicista stia per partire ed uscire per sempre dalla sua vita, l’uomo si assenta da casa alcuni giorni per curare i propri affari in provincia. Una lettera, ricevuta due giorni dopo la partenza, riaccende la sua gelosia infatti la moglie racconta che il violinista non è partito e le ha già fatto visita. L’uomo ritorna quindi precipitosamente a casa, dove arriva in piena notte e trovando la moglie a tavola con il musicista, in preda alla rabbia, la pugnala anche senza sapere se il tradimento si è effettivamente consumato.

Risulta quindi affascinante l’intreccio delle storie di vita di due scrittori che anche nei momenti di profonda difficoltà nella loro relazione dialogano attraverso i loro scritti e confessano i sentimenti che tormentano il loro animo. Tolstoj ebbe un’incessante, tormentosa evoluzione interiore, lottò con sé stesso e con il mondo, e questa lotta, talora impetuosa, alimentò senza sosta l’impulso creativo ma minò profondamente i suoi rapporti con la moglie e con il mondo esterno. Ma il genio letterario consente di esprimere in modo sublime anche i sentimenti più cupi e devastanti. Sof’ja Tolstaja è testimone di questo tormento e ce lo racconta attraverso il riflesso che ebbe sulla sua vita anche se la sua voce ci arriva dopo tanti anni dato che i suoi scritti sono rimasti sepolti in un archivio di Mosca sino al 2010. Mi piace poi sottolineare il ruolo della musica che ambedue, Sof’ja e “Lëvočka”, come l’autrice chiamava affettuosamente il marito, riconoscono evidenziandone il grande potere, così forte che spesso è utilizzata per mandare un messaggio a qualcuno che a parole, per paura o per timidezza, non saremmo mai stati in grado di articolare. La bellezza della musica è proprio il fatto che può essere vista e utilizzata in mille modi, necessaria e indispensabile viene spesso associata ad un determinato evento della nostra vita e ci aiuta ad esprimere liberamente i sentimenti che ci fanno sentire davvero vivi.

2 thoughts on “Un amore di musica

  1. Credo che ci sia qualcosa di più complesso del pregiudizio nel frenare le donne ombra, ricche di talento, a venire alla luce. E avremmo bisogno di più spazio per analizzarlo. Ma grazie, Maria Elena, del gioco di specchi di scrittura e racconti che ci disegni attorno a Sofia e Lev. Leggere i diari o i romanzi è la fonte migliore. Da non trascurare, però, l’amoroso ritratto di Grazia Livi con “Lo sposo impaziente” ed. Garzanti, se si volesse aggiungere.
    Ti leggo sempre con rinnovato interesse.
    Angela Giannitrapani

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  2. Angela, hai ragione il pregiudizio non è l’unico elemento che frena le donne di talento, lo era forse di più nel passato, oggi intervengono anche altri fattori che rendono più complesso questo problema e per sviscerarlo ci vorrebbe una riflessione dedicata solo a questo aspetto, in questo caso mi interessava invece puntare l’obiettivo anche sulla relazione tra le persone e tra le persone e la musica. Ti ringrazio anche per il suggerimento di lettura.

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