Come si dice “Donne della realtà” in cinese?

di Sabrina Sbaccanti

Una meravigliosa ragazza in un posto meraviglioso del pianeta: la Grande Muraglia. Sabrina Sbaccanti si definisce «interprete e traduttrice. L’inglese perché who doesn’t speak English those days, il portoghese per i quattro anni vissuti a Lisbona e il cinese perché non mi piace vincere facile». Le sue parole non la descrivono compiutamente, dunque torneremo a parlare di lei. Intanto la abbracciamo e la ringraziamo per aver tradotto in cinese l’appello di “Donne della realtà” da cui è scaturito questo blog, e poi l’Associazione, e poi l’ebook, e poi il Giornale, e poi… E poi?

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«I tatuaggi fissano sul mio corpo l’avventura di vivere»

di Sabrina Flisi

Quattro selfie per due da Facebook: Sabrina Flisi e il fidanzato Pietro Corà scherzano, ridono e si divertono il giorno del loro anniversario. Molto tatuata lei, per niente lui. Sabrina è un’autentica maga del Web ed è (anche) per questo che le abbiamo chiesto una consulenza per aggiornare la veste grafica del blog e per mettere online il sito dell’Associazione Donne della realtà. I lavori sono in corso (http://sabrinaflisi.it/chi-sono/)

Mi sento punta sul vivo per quanto riguarda i tatuaggi 🙂
Posso riportare la mia (personalissima) interpretazione. Per me il tatuaggio è l’espressione di una forma d’arte, dove chi si tatua non è l’artista, ma la tavola. Mettere a disposizione di qualcuno, che marchierà a vita la tua pelle, una parte del proprio corpo, richiede molta fiducia in quella persona.

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Capelli color pastello: fuori il colpevole

di Paola Ciccioli

Lei si chiama Lyn Slater, ha 63 anni e insegnata alla Fordham University. Secondo quanto riferiscono le cronache, stava andando a pranzo al Lincoln Center durante la New York Fashion Week e i giornalisti stranieri l’hanno scambiata per un’icona della moda, tanto che la prof adesso posa per importanti campagne pubblicitarie. Con un grazie a Sabrina Flisi che ci ha ridisegnato il blog e segnalato la pagina Facebook dove abbiamo trovato questa immagine e questa storia (https://www.facebook.com/womenonaging/)

“Viaggio” Atto III. Note a margine.

Cosa posso e voglio dire – io – della serata Luttazzi dal gusto un po’ sanremese all’Isola? Per esempio che il vestito di Arisa era troppo attillato e che, decisamente, non le donava. Chissà se la sua parente – zia? – che ha il centro estetico in smobilitazione a due passi dal Blue Note sapeva che la nipote era lì da ore, prima a provare e poi a registrare. Quante volte mi sono distesa sul suo lettino (della zia), lo sguardo rivolto alla gigantografia sotto vetro di estetista con nipote cantante famosa e sorridente “con la faccia pulita” (cit), prima del restyling platino. Ma perché le ragazze adesso si tingono i capelli così?

Parlo da “antica” adatta alla pagina Facebook “Silver, A state of Mind” che mi ha segnalato Sabrina Flisi se dico che quel cortissimo biondo bruciato fa tanto Lionel Messi pre matrimonio o altro calciatore miliardario a corto di goal e a caccia di look?

Anche la Elodie, così bella, così alta, così ben vestita: ma perché i capelli rosa? Qualcuno sa dirmi di chi è la colpa del fatto che per strada il numero di ragazze/signore con le chiome turchine e/o verde mare sta aumentando in modo preoccupante? Ma siamo sicure? Non bastavano i tatuaggi? Parlo da antica se dico che i tatuaggi, in particolare quelli che coprono vaste superfici corporee, mi fanno tristezza? Perché mi danno il senso di un eterno presente al quale gli umani, giovani e non, si aggrappano, ignari e/o indifferenti alle modificazioni corporee che inevitabilmente modificheranno anche i ghirigori multicolor incisi sulla pelle. C’è in giro qualche giovanissima che riesce a piacersi anche senza marchiarsi sul polso, sulle spalle, sotto il seno o sopra il gluteo il nome del fidanzato del momento? È ancora possibile poter dire “no”, non mi piace, non mi va, io “no”?

Helen Parker, una signora di Seattle a casa della quale ho soggiornato anni fa, mi raccontava affascinata del suo primo viaggio in Italia, e a Milano, e mi ripeteva: «guardavo la gente per strada e sembrava che stesse andando a un matrimonio». Parlo da antica se dico che adesso, invece, sembra stiano correndo tutti, ciabatta&canotta, in piscina?

Bollate ha il suo blog con lode grazie a Sabrina

Sabrina Flisi

Sabrina Flisi nel 2013

Un’idea virale per il lavoro di tesi: dalla Bicocca a Bollate

di Sabrina Flisi*

Ho scelto come Laurea magistrale “Teoria e Tecnologia della Comunicazione” (TTC) per la sua particolarità; si tratta infatti di un corso multidisciplinare, dal carattere ibrido, che fonde due ambiti di studio apparentemente molto diversi: la Psicologia e l’Informatica.

In realtà queste due materie si amalgamano bene, e il corso di laurea forma persone in grado di muoversi all’interno della Rete, capaci di creare con dimestichezza progetti che sfruttano i mezzi tecnologici (siti Internet, advertisement…), tenendo conto del target di riferimento e delle sue esigenze. Ci è stato insegnato che, prima di qualsiasi lavoro pratico, si devono effettuare una ricerca e un’analisi teorica di tutti gli elementi coinvolti, rendendo i progetti finali completi e, se possibile, accessibili per chiunque. Mi piace pensare a TTC come a un corso che insegna a fare concretamente qualcosa, da trasmettere con passione a chi poi lo utilizza.

Il corso di Psicologia delle influenze sociali è una delle attività didattiche opzionali che lo studente può scegliere nel secondo anno di Laurea e fa parte della facoltà di Psicologia. Le lezioni sono tenute dalla professoressa Chiara Volpato e dalla giornalista Paola Ciccioli.

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