Un amore di musica

di Maria Elena Sini

Sof’ja Tolstaja (1844-1919) nel 1862, a soli 17 anni, sposò Lev Tolstoj ed ebbe da lui 13 figli. Il suo “Romanza senza parole” (pubblicato in Italia da La Tartaruga) è rimasto inedito fino al 2010 per volontà della stessa dell’autrice

In passato mi è capitato di riflettere sul  pregiudizio che spesso ha limitato e soffocato tante potenziali scrittrici, pittrici o musiciste che non hanno avuto il coraggio di aprire i loro diari o mostrare le loro opere temendo di essere testimoni di un mondo troppo piccolo o portatrici di un’arte che il mondo non era pronto ad accogliere. Ho letto, ad esempio, che Sof’ja Tolstaja, moglie di Lev Tolstoj, per molti anni fu la fida consigliera del suo sposo, trascrisse e apportò correzioni alle opere del più celebre marito al punto che oggi molti critici trovano difficile distinguere le parti scritte dall’autore di “Guerra e pace” da quelle di sua moglie.  Continua a leggere

Margaret e le artiste che sanno uscire dall’ombra con la magia dell’originalità

di Maria Elena Sini

Maria Elena, foto 1

I “Big Eyes” della pittrice americana Margaret Ulbrich sono stati celebrati al cinema da Tim Burton

“Big Eyes” è un film di Tim Burton che racconta la vera storia di Margaret Ulbrich, una giovane donna senza soldi, che dipinge per passione e per necessità quadretti semicaricaturali di bambini dagli occhi smodatamente grandi. Opere intrise di sentimentalismo e di un gusto kitsch, non sempre apprezzate dalla critica, ma che raggiungeranno un enorme e inaspettato successo quando a commercializzarle sarà Walter Keane, secondo marito di Margaret, che spacciò i quadri della moglie per propri, per quasi un decennio.

In un’epoca, a cavallo tra gli Anni Cinquanta e i Sessanta, in cui l’arte femminile non era presa in seria considerazione, Walter, prima quasi per caso e poi con metodo e ostinazione, si attribuisce la paternità di quelle tele costringendo la moglie all’invisibilità, oltre che a una vera superproduzione, mentre lui inondava il mercato di bambine dagli enormi occhi tristi. Il film è ben fatto ma non è un capolavoro, quindi non mi soffermo sulle caratteristiche tecniche dell’opera, sull’interpretazione degli attori o sulla ricostruzione dell’epoca, mi interessa invece riflettere su alcune considerazioni che il film mi ha suscitato.

Continua a leggere

Joyce Carol Oates: «Scrivere è re-inventare, re-immaginare, ricostruire un universo»

Joyce Carol Oates è nata a Lockport, negli Stati Uniti, nel 1938

di Maria Elena Sini

Un mio professore di inglese sostiene che non esistono donne scrittrici all’altezza dei più grandi nomi della letteratura di sesso maschile: non è una differenza genetica che ha determinato l’assenza di Tolstoj o Hemingway donne ma a suo parere motivi storici, che hanno consentito l’accesso all’istruzione per le donne solo più tardi rispetto agli uomini, e ragioni culturali, che per molti anni hanno reso la vita delle donne povera di esperienze significative impedendo la formazione di quel substrato che alimenta la creazione letteraria. Tuttavia nella sua misoginia letteraria il professore in questione ha citato Joyce Carol Oates tra le poche donne capaci di fare letteratura ad alto livello e questo ha suscitato la mia curiosità e ho iniziato a leggere i suoi libri che non sono stati una delusione ma una continua piacevole scoperta.

Continua a leggere