di Maria Luisa Marolda *

Maria Luisa Marolda il giorno del suo matrimonio con Giampaolo Canella celebrato il 7 luglio 1967 nella chiesa di San Pietro in Montorio a Roma. Sua madre Teresita Fantacone, chiamata Mammina, le dà un amorevole buffetto
“Mia madre visse una lunga vita. Nacque e morì ad Esperia (in provincia di Frosinone) a 94 anni, e pure lì accadde il fatto centrale della sua esistenza, forse il più devastante, durante quella che viene chiamata “battaglia di Esperia” da chi conosce bene questa fase della seconda guerra mondiale”. Terza e ultima parte dell’eccezionale racconto che Maria Luisa Marolda ci ha generosamente affidato con il titolo Un’altra “livella”: lo stupro di guerra sui monti Aurunci.
Nella notte tra l’11 e il12 maggio gli abitanti sui monti, spettatori di un terrificante bombardamento alleato dalla parte del Garigliano, capirono che si era giunti ad una fase decisiva della guerra. Infatti la marea marocchina, guidata dal generale Guillaume, sbaragliati i tedeschi, occupò Spigno e risalito facilmente il monte Petrella, raggiungeva proprio l’altipiano di Polleca. Un altro contingente, aggirando le postazioni tedesche verso Pontecorvo, occupava Sant’Oliva, isolando Esperia e quanti vi erano rimasti. Il 15 maggio Esperia venne occupata dagli alleati. Il fronte era sfondato ed aperte le strade verso Roma. Nello stesso giorno, alle cinque del pomeriggio, vi fu il primo incontro con la fanteria marocchina. Le truppe francesi, annunciate genericamente come “americani”, apparvero a Gigi, in esplorazione, assai diverse: «Sono tutti neri e parlano francese», riferì stranito. (Il libro di Esperia, p.173). In contemporanea, si verificavano passaggi cruenti di piccoli gruppi di tedeschi in fuga. Anche aerei tedeschi cominciarono a bombardare le linee alleate sull’altopiano. Continua a leggere