La mia amica Lena

di Anna Caltagirone*

Elena Mogetta, per tutti “Lena”, con l’amatissimo marito Enrico Natalini, “Rirì”. La foto è stata scatta da Francesco Cianciotta nella loro casa di Convento di Urbisaglia per il Progetto Radici ideato da Paola Ciccioli e al quale ha dato un prezioso contributo Mirko Cardinali, “anima” della Biblioteca del paese marchigiano

Negli anni ’60, abitavo con la famiglia nell’appartamento annesso alla scuola elementare di Convento di Urbisaglia. Accanto c’è una casa dove abita la famiglia Natalini; allora era composta da Rirì, Lena e un bimbetto di nome Delzo.

Continua a leggere

Emma e un sorriso che sa di preghiera

di Eliana Ribes*

emma-lulani

Il sorriso di Emma Lulani, fotografata da Francesco Cianciotta per la mostra “Radici” ideata da Paola Ciccioli. Questo post di Eliana Ribes è stato scritto prima che Emma, novantatreenne, fosse costretta a lasciare la sua casa di Urbisaglia, nelle Marche, a causa del terremoto. Ora è sempre Eliana che ci aggiorna: «Emma sta a Macerata dalle sue, chiamiamole così, “consorelle” della Mater Misericordiae, in via Crispi. Ha preferito, e a ragione, questa sistemazione a quella della Casa di riposo dove, avendo la casa inagibile, si è trattenuta solo qualche giorno. Mio marito Silvano è andato a farle visita e l’ha trovata benissimo». Una carezza, Emma (e continua a farci pregare per Lina, grazie!)

Emma ad Urbisaglia è Emma, non occorre aggiungere il cognome. Ha novantatré anni ma è ancora piena di vitalità, circola per il paese, si interessa delle situazioni famigliari più critiche, cerca di capire se può fare qualcosa, e se non può fare niente ritorna a casa e recita una preghiera per chi ne ha bisogno. Il resto della giornata lo passa prevalentemente a confezionare a ferri o all’uncinetto dei lavori che le sono stati commissionati, il cui ricavato devolve alle missioni, interrompendosi ogni tanto per fumare una sigaretta.

Continua a leggere

«Amato smart, di notte quanto ti butterei dalla finestra…»

di Mariagrazia Sinibaldi

mariagrazia-di-notte

Camera di Mariagrazia, interno notte. Concentratissima, la nostra amata senior blogger ha superato varie traversie ed è tornata a raccontarci le avventure del suo alter ego. E, proprio ieri, è arrivato un bastimento carico di altre cento copie fresche di stampa di “È come vivere ancora”, il libro curato dall’Associazione Donne della realtà che raccoglie una selezione dei “primi” post di Mariagrazia Sinibaldi. Appuntamento sabato 3 dicembre 2016 nella Biblioteca civica di Cologno Monzese per la presentazione (questo bel ritratto è di Francesco Cianciotta, suo figlio)

La signora Vecchiottina raggiunse il suo letto barcollando dopo 24 ore vissute in maniera non proprio rocambolesca ma certamente difficile difficile difficile. Oh Dio, siamo giusti, la nostra Signora tendeva sempre ad esagerare un po’… anzi un po’ più che un po’, ma questa volta la signora Vecchiottina sentiva di avere ragione: e che diamine! «Vorrei vedere – disse la nostra dentro di sé (ché non sentisse il figlio nella stanza accanto) – Sì, vorrei proprio vedere un’altra vecchietta come me, attraversare indenne 24 ore come queste ultime mie!». Si arrestò perplessa! Era certo la prima volta che si autodefiniva con una parolaccia di tal genere ma era così maledettamente stanca da non avere nemmeno la forza di ribellarsi a sé stessa. Guardò il letto comodo e bello che suo figlio le aveva messo a disposizione. In un lampo, in un flash, le si ripresentarono vivide le ultime 24 ore.

Continua a leggere

Ughetta e la gentile fierezza delle “anime sante”

di Simona Zucconi*

ughetta

Uga Seghetta, per tutti Ughetta (Urbisaglia (MC), 19 gennaio 1925 – 24 febbraio 2012). La foto è stata scattata da Francesco Cianciotta e fa parte della mostra “Radici” ideata da Paola Ciccioli e visitabile presso la Casa di riposo di Urbisaglia, nelle Marche

Uga Seghetta, da tutti conosciuta come Ughetta, era una persona amabile, almeno lo era per me.

Era una donna di bella presenza, alta, snella e credo che amasse curarsi, visto che anche avanti con l’età, metteva il rossetto.

Io l’ho conosciuta, non bene ma tanto quanto basta per avere un’idea del suo carattere forte e determinato.

Continua a leggere

«La prego, signorina, indossi la sua bella camicetta rosa»

di Mariagrazia Sinibaldi

Mariagrazia con Francesco

Marigrazia Sinibaldi fotografata il 20 gennaio scorso all’inaugurazione della mostra “Nagà Nagà” del figlio Francesco Cianciotta (che qui le tiene la mano sulla spalla). Alla mostra abbiamo dedicato un ampio spazio nella nostra Agenda “Oggi e dintorni”

Se per aprire lo scatolone delle foto è necessario il “momento magico”, la congiunzione astrale favorevole… Se la curiosità è forse l’ultimo dei moventi che spingono a mettere mano a tutti quei cartoncini più o meno ingialliti… Se la mano trema nel sollevare il coperchio della famosa scatola e nello scegliere uno di questi cartoncini… e se la mente vaga  di pensiero in pensiero… di sensazione in sensazione…, formando come dei riccioli che si avvolgono su se stessi e si trasformano in ricordi, ricordi, ricordi che a volte sono  gratificanti, a volte invece si abbattono sull’animo con la forza di un maglio pesante…

Se, insomma, tutto questo, cosa dire della mia emozione quando mio figlio Francesco mi ha portato una scatola (piuttosto grande, a dire il vero) rimasta a casa sua e ritrovata fortunosamente durante un suo trasloco?

Sulla scatola in questione c’è scritto di mia mano: RICORDI – NON APRIRE

Chi non avrebbe dovuto aprire? I figli? Qualche parente impicciona? Un notaio alla mia morte? O forse addirittura io stessa?

Continua a leggere

Serenità è farsi trascinare nei ricordi dalle nuvole, cullata dal chiacchiericcio dei figli

di Mariagrazia Sinibaldi

Mariagrazia, a Sassari, ricorda, riflette e scrive (la foto è del figlio Francesco Cianciotta di cui lei ha delineato un bellissimo ritratto per il nostro blog)

Mariagrazia, a Sassari, ricorda, riflette e scrive (la foto è del figlio Francesco Cianciotta al quale lei ha dedicato un bellissimo ritratto sul nostro blog)

Narrano le cronache famigliari che all’età di 5 anni chiesi a mia Nonna: «Nonna, tu che sei un’antica romana, all’epoca tua, quando tu eri piccola, c’era il velluto?».

Ecco, a dir la verità, non ricordo perché fossi così intensamente interessata all’esistenza del velluto in epoche antiche, ma posso dire che il mio ragionamento non faceva una grinza: Nonna è romana, Nonna è antica, e dunque è la persona giusta a cui rivolgermi per ottenere una risposta esauriente.

Continua a leggere

Se n’è andata. E ho assaporato il morso amaro delle mie parole di muto

di Tommaso de Cataldo

Tommaso, Se n'è andata

Secondo notturno forte

Se ne è andata.

Ha preso l’autobus e se ne è andata.

Mi ha lasciato in un pomeriggio nebbioso

mentre disperatamente tentavo di cantarle le ultime

parole della mia anima impallidita.

Continua a leggere

Questo mio figlio che colleziona aeroporti e trasforma le sue due vite in arte

di Mariagrazia Sinibaldi

Francesco Cianciotta, per Mariagrazia Kikki, ritratto da piccolissimo da una sconosciuta fotografa che era rimasta "abbagliata" da lui vedendolo ai giardinetti con la mamma

Francesco Cianciotta, per Mariagrazia Kikki, ritratto da piccolissimo da una sconosciuta fotografa che era rimasta “abbagliata” da lui vedendolo ai giardinetti con la mamma

Questo mio figlio strano… questo strano  figlio mio…

Si aggira per la casa con aria svagata e un sorriso, svagato anche lui, sulle labbra un po’ strette… La valigia aperta sul tavolo… Ci mette e ne toglie cose borbottando tra sé… padreggia*…. Ma, per carità non diteglielo, si arrabbierebbe  moltissimo! Sta per partire per l’Etiopia per un servizio fotografico… Così l’hobby è diventato lavoro; o meglio, diciamo così, lui lo ha trasformato, con sinibaldesca cocciutaggine, in lavoro… un lavoro appassionante.

Lo guardo, questo mio amato figlio strano, da lontano… Che non si accorga della mia preoccupata attenzione; e in mezzo alle mie considerazioni vedo chiaramente arrivare il suo urlo liberatorio: «109… è il centonovesimo aeroporto!»**… ecco… suo padre collezionava Paesi, lui colleziona aeroporti.

Ma mentre per suo padre il Paese restava Paese, per lui gli aeroporti si trasformano in oggetto di studio e li riporta nelle sue belle foto che diventano opere d’arte. Per lui l’aeroporto si compone di due soli elementi: lui stesso e la realtà… lui che guarda la realtà che è al di fuori di lui e che talvolta è così lontana e separata da lui da trasformare lui in oggetto guardato dalla realtà, che si è trasformata in soggetto. Il tutto immerso in un’atmosfera svagata di sognante attesa.

Questo figlio mio strano… Che vivrebbe due vite contemporaneamente e ambedue le vivrebbe  affannosamente, pienamente, appassionatamente e senza riserve.

Continua a leggere

All’asta la meraviglia della gravidanza

Il corpo della donna che si trasforma per accogliere un altro corpo e portarlo alla vita.

Questa foto di Francesco Cianciotta viene messa all’asta, insieme con le opere di altri affermati fotografi, per sostenere la Comunità Nuova Onlus di Don Gino Rigoldi Continua a leggere

“Lauretta ha viaggiato per il mondo col suo allegro sorriso”

 Lauretta Sinibaldi bambina con la mamma (fotoriproduzione Francesco Cianciotta)

Mariagrazia Sinibaldi bambina con la Zipì (fotoriproduzione Francesco Cianciotta)

di Mariagrazia Sinibaldi*

…e Lauretta? Lauretta ha preso una signora laurea in microbiologia, ha insegnato all’università, alla facoltà di medicina e ha fatto ricerche importanti. Ha sposato un giovane medico che è stato il più giovane primario di tutti gli ospedali di Roma. Seguendo i congressi nei quali Lauretta presentava i risultati delle sue ricerche, insieme al marito ha viaggiato il mondo. Hanno avuto tre figli maschi, due dei quali sono sposati e a loro volta hanno avuto figli… dunque Lauretta è nonna. Vive, Lauretta, sempre col suo allegro sorriso sul viso, sempre sorretta dal suo indomabile ottimismo, circondata dall’affetto e simpatia di parenti amici e conoscenti… che cosa di più?

* Un’altra foto estratta dalla scatola del passato. Mariagrazia dedica alla sorella queste righe, ma di lei e della loro famiglia racconta negli altri capitoli della “Mariagrazia Story” sul nostro blog

“Epoché”, la forza della gravidanza negli scatti di Francesco Cianciotta

“Il termine Epoché rimanda all’astensione da un determinato giudizio o valutazione, qualora non risultino disponibili sufficienti elementi per formulare il giudizio stesso. È un processo cognitivo, nonché uno stato della mente, implicato nella formazione di giudizi etici e morali. La nozione opposta a questa è quella di pregiudizio, cioè un giudizio formulato in assenza di ragioni oggettive al quale tuttavia viene accordata la piena convinzione di validità” 

di Francesco Cianciotta*

Foto di Francesco Cianciotta

Foto di Francesco Cianciotta

In quasi quindici anni di ricerca, a partire dal 1996, ho fotografato le pance di 43 donne al nono mese di gravidanza. Un lavoro di documentazione cominciato quasi per caso, per rispondere alla richiesta di un amico che voleva far dono alla moglie di una serie di scatti a memoria Continua a leggere

Il merito mette radici – Mostra fotografica

fotografie di Francesco Cianciotta
testi di Paola Ciccioli

Camera dei Deputati – Complesso di Vicolo Valdina
Mercoledì 3 ottobre 2012 – ore 17.00 (Ingresso di Vicolo Valdina 3/a) Roma
R.S.V.P. cerimoniale.adesioni@camera.it indicando data e orario dell’evento Continua a leggere

Motore Italia: Talento, Merito e Immigrazione

Gli immigrati altamente qualificati rivendicato il loro ruolo di volano del sistema produttivo italiano e presentano le proprie credenziali. Domani mattina, al Palazzo Visconti di Milano (via Cino del Duca, 8), le ragioni dei giovani  laureati e specializzati stranieri saranno esposte da Alicia Lopes Araujo nel corso del convegno “Motore Italia: talento, merito, immigrazione”. Durante l’incontro verrà anche presentata una ricerca del CNR e saranno analizzate le ragioni dei ritardi e  degli ostacoli all’inclusione dei giovani  stranieri di elevata formazione e capaci di misurarsi con una società che diventa sempre più multietnica. Continua a leggere

Lisa, la vecchiaia come dignità

di Paola Ciccioli

Queste mani sono di Lisa, lei preferisce farsi chiamare così anche se il nome che le hanno dato i genitori è Giulia. Continua a leggere