«A scuola in pigiama (la mia esperienza con il Corona Virus)»

di Emma, 13 anni, allieva del Conservatorio di Udine

Emma, l’adolescente che ha scritto questa bellissima testimonianza, sotto una coltre di libri e giornali in uno scatto di Ettore, suo fratello minore. “Io ho preparato tutto e poi lui ha scattato”, ci ha raccontato. Meravigliosi. Grazie a loro inviamo i nostri saluti a tutte le studentesse e agli studenti italiani alle prese con il sovvertimento delle abitudini dovuto all’emergenza contagio. Forza, ragazz*!

Il mese scorso, si è sparsa una voce. Un nuovo virus è in circolazione; il Corona Virus!

All’inizio, sembrava una cosa da niente. Tutti dicevano che si era sparso solo in Cina, e che qui in Italia non sarebbe mai arrivato perché erano riusciti ad isolarlo. Ma isolare non vuol dire fermare. A poco a poco si stava spargendo in tutto il mondo. In Francia, in America, in Germania in Africa, e in molti altri Paesi.

Un giorno, andando in Conservatorio, ho notato che molti negozi erano chiusi fino a “data da destinarsi”. In città non c’era più neanche un gatto. Poi un giorno hanno chiuso anche le scuole. Fino a “data da destinarsi”. All’inizio dovevano chiudere per pochissimo tempo, poi fino al 1° marzo, poi fino al 4, fino al 16 e adesso siamo arrivati al 3 aprile.

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«Amato smart, di notte quanto ti butterei dalla finestra…»

di Mariagrazia Sinibaldi

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Camera di Mariagrazia, interno notte. Concentratissima, la nostra amata senior blogger ha superato varie traversie ed è tornata a raccontarci le avventure del suo alter ego. E, proprio ieri, è arrivato un bastimento carico di altre cento copie fresche di stampa di “È come vivere ancora”, il libro curato dall’Associazione Donne della realtà che raccoglie una selezione dei “primi” post di Mariagrazia Sinibaldi. Appuntamento sabato 3 dicembre 2016 nella Biblioteca civica di Cologno Monzese per la presentazione (questo bel ritratto è di Francesco Cianciotta, suo figlio)

La signora Vecchiottina raggiunse il suo letto barcollando dopo 24 ore vissute in maniera non proprio rocambolesca ma certamente difficile difficile difficile. Oh Dio, siamo giusti, la nostra Signora tendeva sempre ad esagerare un po’… anzi un po’ più che un po’, ma questa volta la signora Vecchiottina sentiva di avere ragione: e che diamine! «Vorrei vedere – disse la nostra dentro di sé (ché non sentisse il figlio nella stanza accanto) – Sì, vorrei proprio vedere un’altra vecchietta come me, attraversare indenne 24 ore come queste ultime mie!». Si arrestò perplessa! Era certo la prima volta che si autodefiniva con una parolaccia di tal genere ma era così maledettamente stanca da non avere nemmeno la forza di ribellarsi a sé stessa. Guardò il letto comodo e bello che suo figlio le aveva messo a disposizione. In un lampo, in un flash, le si ripresentarono vivide le ultime 24 ore.

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Una nipote in Canada, l’altra in Australia e io in mezzo con la mia nuova conquista: whatsapp!

di Mariagrazia Sinibaldi

Jasmine

«This is what Spring in Canada looks like», scrive su Facebook Jasmine Bonapace-Cianciotta, nipote di Mariagrazia Sinibaldi, a commento di questa bella fotografia. Oggi Jasmine festeggia il compleanno e dunque: bonne fête!

Qualche settimana fa, con il mio nuovo whatsapp e con immensa soddisfazione, ho comunicato in tempo reale con Jasmine, la mia nipotina (18 anni) che vive in Canada. Erano, da noi, le 6 di sera, da lei era mezzogiorno.  Le ho scritto (oppure ho detto? Oppure ho chattato? Non so, decidete voi): «Come stai? Che fai? Che tempo fa?» e dando un’occhiata al termometro fuori della finestra che segnava 8 gradi, ho aggiunto: «Qui fa molto freddo, anche se il cielo è sereno». Dopo 30 secondi è arrivata la risposta: «Sto bene; sto studiando tra 5 giorni ho l’esame; anche qui fa freddo, del tipo meno 10 gradi». E io: «Allora qui è quasi estate!». E lei: «Credo proprio di sì».

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«Avevamo progetti lieti per l’autunno»

di Rosalba Griesi

L'autunno

Foto di Giuseppe Cozzi. Dall’album del suo profilo Facebook dedicato all’autunno

«Pronto? È lei la signora Rosalba? Sono Mariapia», mi sento dire al telefono una mattina d’inizio luglio. Qui c’è lo zampino di Rosy, penso.

«Ho letto i suoi libri e volevo complimentarmi per i suoi versi leggeri e profondi… mi hanno reso emozioni. Lo sa che amo la poesia?».

Mariapia è un’anziana signora, una ex professoressa di Latino e Greco, ma la sua voce esprime una vitalità incredibile, un’energia insolita, un entusiasmo nuovo, tanto che non le darei affatto 86 anni, come lei stessa mi dice di avere. Col suo accento torinese, mi parla di sé. Lombarda di nascita, sposa un piemontese. Insegna in un liceo classico, ama Orazio e il Sud ed è affascinata dal nome “Ripacandida”…

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