«E con occhi che si aprivano dopo un sogno vide tutta la bellezza intorno a sé»

di Judith C. E. Belinfante*

Una tempera dall’opera “Vita? o Teatro?” di Charlotte Salomon, in mostra al Palazzo Reale di Milano fino al 25 giugno 2017. Collection Jewish Historical Museum, Amsterdam © Charlotte Salomon Foundation Charlotte Salomon®

La giovane artista Charlotte Salomon decise di dipingere la storia della sua vita durante una difficile crisi esistenziale. Nel 1939, all’età di 21 anni, fuggì da Berlino e trovò rifugio presso i nonni materni nel sud della Francia. In meno di due anni, fra il 1940 e il 1942, produsse un’incredibile serie di immagini, costruite con un disegno possente e colori di forte espressività. Mise insieme oltre milletrecento fra tempere, veline, annotazioni musicali, varianti pittoriche e altre prove, creando una sintesi delle arti con elementi appartenenti alla pittura, alla letteratura, alla musica, al teatro, al cinema e al fumetto. Charlotte Salomon concepì Leben? oder Theater? (Vita? o Teatro?) come un Singspiel (ossia un dramma con musica) suddiviso in tre parti, con un prologo, una parte principale e un finale. I personaggi dell’opera sono suoi familiari e amici, ai quali vengono dati nomi immaginari, tanto che la stessa autrice vi compare nelle vesti di Charlotte Kann. Charlotte Salomon interpretò quindi la sua storia biografica fondendo realtà e finzione.

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Ughetta e la gentile fierezza delle “anime sante”

di Simona Zucconi*

ughetta

Uga Seghetta, per tutti Ughetta (Urbisaglia (MC), 19 gennaio 1925 – 24 febbraio 2012). La foto è stata scattata da Francesco Cianciotta e fa parte della mostra “Radici” ideata da Paola Ciccioli e visitabile presso la Casa di riposo di Urbisaglia, nelle Marche

Uga Seghetta, da tutti conosciuta come Ughetta, era una persona amabile, almeno lo era per me.

Era una donna di bella presenza, alta, snella e credo che amasse curarsi, visto che anche avanti con l’età, metteva il rossetto.

Io l’ho conosciuta, non bene ma tanto quanto basta per avere un’idea del suo carattere forte e determinato.

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E sto abbracciato a te, La forma de querer tú

di Pedro Salinas*

Marc Chagall

Marc Chagall, “Lovers on a bench” (1911)

Il modo tuo d’amare
È lasciare che io ti ami.
Il sì con cui ti abbandoni
È il silenzio. I tuoi baci
Sono offrirmi le labbra
Perché io le baci.
Mai parole o abbracci
Mi diranno che esistevi
E mi hai amato: mai.
Me lo dicono fogli bianchi,
mappe, telefoni, presagi,
tu, no.
E sto abbracciato a te
Senza chiederti nulla, per timore
Che non sia vero
Che tu vivi e mi ami.
E sto abbracciato a te
Senza guardare e senza toccarti.
Non debba mai scoprire
Con domande, con carezze,
quella solitudine immensa
d’amarti solo io.

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Quelle mamme e quei figli in carcere

L’articolo di Silvia D’Onghia è di settembre, la mostra è ormai chiusa, ma il problema trattato è sempre presente.

Che ci faccio io qui? (L’infanzia negata)

In Italia 56 bambini vivono dietro le sbarre con le madri nella totale indifferenza del Parlamento Continua a leggere