Superficialità “bene comune”

di Erica Sai

fertility-day-1-1

Vignetta di Mauro Biani

Le campagne informative vanno sempre bene, quelle esortative possono anche andare fino ad un certo punto, ma ai toni bisogna prestare molta attenzione. Non mi sembra giusto non guardare alla parte di utilità informativa che può avere una campagna come quella promossa dal ministero della Salute, che andrà a sfociare nel Fertility Day. Non mi sembra altrettanto giusto non riconoscere i problemi che un’esortazione alla natalità può portare con sé. Aggiungendo l’uso di toni che spingono esplicitamente in alcune direzioni, ecco pronto lo scoppio della polemica. È inutile, non è inutile, ma come vi permettete di dire questo, ma non avete capito niente l’intento è un altro. È sempre così.

Trovo indubbio il fatto che sia utile informare riguardo la fertilità, quindi conoscere il proprio corpo, essere consapevoli dei fattori che possono ridurla o comprometterla e via dicendo. La campagna delle polemiche, però, sembra distaccarsi da questo per andare piuttosto ad esortare le persone, per certi versi soprattutto le donne dal momento che quando si parla di scadenze è inevitabilmente ad esse che ci si riferisce, a generare. C’è da prestare attenzione nel fare una cosa così perché è facilissimo cadere in scivoloni pazzeschi.

Continua a leggere

Amministrative: ma le donne non dovevano stare a casa e pensare a far le mamme?

di Erica Sai

patrizia bedori da repubblica

Patrizia Bedori ha ritirato a marzo la propria candidatura a sindaca di Milano per il Movimento 5 Stelle, dichiarando tra l’altro di essere stata definita “brutta e obesa”. Bene fa la nostra Erica Sai a ricordarci quanto sessismo (e quanta retorica) continui a dominare nella politica italiana. Patrizia Bedori è comunque stata eletta ed è una delle 20 consigliere comunali del capoluogo lombardo (immagine da http://milano.repubblica.it/)

Le amministrative sono alle spalle, ma polemiche e sparate varie l’hanno fatta da padrone e continuano a proliferare. Non intendo alimentare questo mercato già saturo ma sfiorare l’arena portando il focus su un altro punto, ben diverso dalle dinamiche delle campagne elettorali e dei risultati. Bisogna tornare indietro nel tempo di circa tre mesi e considerare tre nomi, allora tutti protagonisti delle cronache.

Giorgia Meloni “deve fare la mamma” e Patrizia Bedori “è brutta e grassa”. Ebbene sì, siamo proprio qui: fermi, con i piedi ben piantati nel fango.

Risulta quasi fastidioso mettersi a scrivere di questo ma pare sia necessaria l’ennesima riflessione.

Guido Bertolaso, all’epoca candidato del centrodestra per le comunali di Roma (o in quei giorni così pareva, perché si faticava a stare al passo con dichiarazioni, smentite, alleanze, voltafaccia e via dicendo), dice a Giorgia Meloni, allora possibile candidata della destra, che farebbe bene a pensare alla propria maternità al posto di dedicarsi ad una campagna elettorale. Una corsa di Meloni (uscita poi al primo turno con il 20,62 dei voti, ndr) avrebbe potuto forse dare fastidio a Bertolaso dal punto di vista politico, perché avrebbe sottratto voti, e per attaccare la donna politica non si è trovato niente di meglio dell’antico (quanto mai attuale) attacco alla donna mamma. Certo, poco prima Bertolaso aveva altresì dichiarato (se non erro) che la politica si fa con “gli attributi”, un disgustoso modo di dire che centra tutto sul binomio forza-uomo.

Continua a leggere

La maestra «infelice con classe» e l’allievo che vuole essere lei

di Maria Elena Sini

Milano, 22 marzo, 2017. Michela Murgia coordina nella Sala Alessi di Palazzo Marino l’affollata conferenza stampa di presentazione di “Tempo di libri”, la prima Fiera dell’editoria italiana che si terrà nel capoluogo lombardo dal 19 al 23 aprile. «Il libro è un attivatore di relazioni», ha felicemente sintetizzato la scrittrice sarda (http://www.tempodilibri.it/it/)

Da tempo mi sono messa sulle tracce di Michela Murgia perché, al di là delle sue doti di scrittrice, ne ammiro l’energia, la chiarezza espositiva, la capacità di comunicare, la forza con la quale conduce le sue battaglie, l’originalità che è in grado di sprigionare anche partendo dalle cose semplici. In questo solco si inserisce la modalità innovativa con la quale ha lanciato sul mercato Chirù, il suo ultimo romanzo edito da Einaudi. La pubblicazione del libro infatti è stata preceduta dalla creazione di un profilo Facebook del personaggio che dà il titolo al libro. Io sono una di quei lettori che sono entrati nell’orbita creata dall’autrice prima della pubblicazione della sua opera attraverso le vicende di Chirù, un adolescente studente del Conservatorio, che dal suo profilo raccontava le sue pene d’amore, i suoi rapporti con gli amici, la relazione con la sua città, Cagliari, l’incontro con l’altra protagonista del romanzo.

Continua a leggere

“Epoché”, la forza della gravidanza negli scatti di Francesco Cianciotta

“Il termine Epoché rimanda all’astensione da un determinato giudizio o valutazione, qualora non risultino disponibili sufficienti elementi per formulare il giudizio stesso. È un processo cognitivo, nonché uno stato della mente, implicato nella formazione di giudizi etici e morali. La nozione opposta a questa è quella di pregiudizio, cioè un giudizio formulato in assenza di ragioni oggettive al quale tuttavia viene accordata la piena convinzione di validità” 

di Francesco Cianciotta*

Foto di Francesco Cianciotta

Foto di Francesco Cianciotta

In quasi quindici anni di ricerca, a partire dal 1996, ho fotografato le pance di 43 donne al nono mese di gravidanza. Un lavoro di documentazione cominciato quasi per caso, per rispondere alla richiesta di un amico che voleva far dono alla moglie di una serie di scatti a memoria Continua a leggere

Numerologia dei piedi

Dal blog segmenti di Margherita Rinaldi

Scarpe preziose previenti dal Museo Stibbert di Firenze: saranno esposte al Museo del tessuto di Prato nell’ambito della mostra “Il capriccio e la ragione. Eleganze del Settecento europeo”, in programma dal 14 maggio 2017 al 29 aprile 2018. Queste scarpe italiane risalgono al 1760-1770 (Gros de Tours liseré broccato, in seta, filo d’oro e d’argento, frisé e lamellare con tacco a rocchetto e punta arrotondata. Fodera in lino, calcagno e sottopiede in pelle di capretto, suola e sottotacco in cuoio) http://www.museodeltessuto.it/settecento/

Come la capisco, Maria Grazia Sinibaldi*, così affezionata al suo numero 38. L’ho sempre pensato anche io: il 38 è il numero delle scarpe chic. E io di scarpe me ne intendo. Ho un’esperienza che viene da lontano, e che mi sono conquistata sul campo.

Ho cominciato da piccola, con i racconti di mia nonna: “Avevamo – mi diceva spesso con un’espressione didascalica sul viso – un paio di scarpe che dovevano durare per tutte le stagioni. Te le facevano fare in crescenza, così che il primo anno c’era spazio per più di una calza di lana d’inverno e d’estate sembravano ciabattoni. Poi diventavano giuste. Nel frattempo si erano già sfondate più volte e si era provveduto a risuolarle alla bell’e meglio, per farle durare fino alla loro ultima stagione: l’ultima estate, quando, ormai troppo corte, venivano tagliate in punta e indossate con le dita di fuori”.

Continua a leggere

Il “tradimento” delle signore deputato che aspettano un bambino

Per la prima volta la strategia dei partiti le guarda con sospetto. Finalmente protagoniste, succede ogni morte di governo. Fino a poco tempo fa a Montecitorio non avevano diritto nemmeno a una vera toilette confinata sopra una scala a chiocciola così diversa dai bagni eleganti degli onorevoli maschi

di Giancarla Codrignani* Continua a leggere