Mia mamma (e io) in fuga dai fascisti con un vestito a pois

di Gianni Cameroni*

Figlio del comandate partigiano Ugo Cameroni, ucciso dai nazifascisti in Valbiandino l’11 ottobre 1944, Giovanni Cameroni – conosciuto come Gianni – risiede con la moglie Marzia Poletti e un archivio grande una vita a Dervio, sulla sponda lecchese del lago di Como. Oggi onoriamo con lui sua madre Luigia e tutte le madri che hanno perso i loro figli e i loro cari nella lotta di Liberazione contro il nazifascismo.

Dall’archivio personale di Gianni Cameroni, un’immagine di lui bambino sulla spiaggia di Dervio, in provincia di Lecco, con la madre Luigia, rimasta vedova a 28 anni. (Foto di Paola Ciccioli)

Mio padre era morto in combattimento il giorno prima e noi eravamo all’oscuro di tutto quando il comandante della piazza di Dervio, Diego Camerano, mandò a chiamare mia madre dicendo che papà era stato fatto prigioniero e che era trattenuto presso l’oratorio del paese, dove c’era un campo di prigionia.

Bisognava che andasse a trovarlo con il figlio poiché – ci era stato detto – mio padre voleva vederci e aveva bisogno delle sigarette. In realtà era una scusa per non prelevarci in mezzo alla gente, correndo il rischio di scatenare qualche reazione.

Per fortuna un soldato del Camerano, che frequentava una ragazza di Dervio, tramite lei ci fece avvisare di nascosto che la chiamata era una trappola per deportarci in Germania e che dovevamo fuggire il più lontano possibile.

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Ave Michela

Testo e foto di Paola Ciccioli

«Della donna kamikaze che ha fatto saltare un autobus non sapremo mai il nome, mentre abbiamo memorizzato perfettamente quello dell’adultera Sakineh minacciata di lapidazione, o quello di Neda, la ragazza iraniana uccisa tra la folla mentre protestava contro la dittatura teocratica nel suo paese. Qualunque sia la variante, la trama del racconto della morte femminile non cambia: con la morte la donna non è mai in un rapporto di protagonismo, ma sempre in quello di passiva conseguenza».

Già da queste poche righe emerge la portata “politica” – ancora una volta dalla parte delle donne – della scelta di Michela Murgia di parlare pubblicamente del cancro che l’ha aggredita e dei mesi che le restano da vivere (qui).

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La peste manzoniana? Tutta colpa del “barbiero” di Bellano

Testo e foto di Paola Ciccioli

La peste manzoniana? Tutta colpa di «un vecchio et ignorante barbiero di Bellano» che sentenziò trattarsi dell’effetto di «emanazioni autunnali delle paludi» lo strano morbo arrivato in queste terre con i lanzichenecchi.

Buongiorno!

Domani 3 maggio 2023 alla Biblioteca Nazionale Braidense viene presentata la mostra Manzoni 1873 – 2023. La peste orribile flagello tra vivere e scrivere, esposizione che rientra nel vasto programma culturale per i 150 anni dalla morte di Alessandro Manzoni, avvenuta a Milano il 22 maggio 1873 (qui).

Le letture che hanno illuminato e confortato il nostro arrivo sul lago mi guidano in un viaggio tra libri e paesaggio (danneggiato) che fa quotidianamente sbocciare nuove curiosità (qui).

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Nuovo fascismo, vecchio odio verso le donne

di Lara Ghiglione e Vanessa Isoppo*

Dalle periferie agli stadi, dalle scuole alle colonie estive: c’è un’Italia neofascista che vive di regole proprie, che usa abiti, linguaggi, tatuaggi e saluti identitari. Un’Italia nera, violenta e giovane che dobbiamo assolutamente imparare a riconoscere, subito.

Se il fascismo va di moda (Futura Editrice 2022).

Foto di Paola Ciccioli

L’espressione di questo disagio ci interroga anche su come viene considerata la donna e sul ruolo che riveste all’interno dei movimenti di estrema destra. Sappiamo, a esempio, che dentro Lotta studentesca le ragazze non hanno il diritto di fare il cosiddetto saluto romano, ovvero di tendere verso l’alto con vigore il braccio destro, atto simbolico di ispirazione fascista a esclusivo appannaggio dei ragazzi, che sono o diventeranno uomini combattenti; alle donne è concesso solamente di prendersene cura. Alle militanti di sesso femminile viene proibito di attacchinare, perché in caso di scontri non sarebbero in grado di difendersi, e vengono convinte a rifiutare i principi cardine del femminismo.

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«La guerra contro i poveri in Italia sta facendo morti e feriti»

di Gino Strada*

Oggi, 13 aprile 2023, nella Biblioteca civica Uberto Pozzoli di Lecco alle ore 18 verrà presentato il libro di Gino Strada, Una persona alla volta, pubblicato da Feltrinelli nel 2022. Un vero e proprio testamento morale del chirurgo che ha fondato, insieme con Teresa Sarti (qui), l’associazione indipendente EMERGENCY, «nata nel 1994 per offrire cure medico-chirurgiche gratuite e di elevata qualità alle vittime delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà».

“L’Italia non è l’Afghanistan!” Il ragionamento – se vogliamo chiamarlo così – non fa una piega.

Nel 2005, forse 2006, in Emergency ci fu la prima discussione sulla necessità di impegnarsi anche in Italia. In sede e tra i volontari c’era sconcerto di fronte a un’idea che appariva provocatoria, ma era nata dalla percezione precisa che la negazione dei diritti umani non fosse solo un problema dei Paesi in guerra, né di quelli oltreconfine.

Non mi riferivo a bombardamenti e mine antiuomo in Italia, ma in quegli anni si stava consolidando un modo di pensare e di comportarsi in sintonia con la logica della guerra: l’indifferenza alle sofferenze altrui e il cinismo nel provocarle.

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Bologna per Vincenzina e le altre 84 vittime del tradimento della nostra Costituzione

Testo e foto di Paola Ciccioli

Il 2 agosto 1980 Vincenzina Sala era andata alla stazione di Bologna insieme con il marito Umberto Zanetti perché la loro figlia Daniela stava tornando in treno da Basilea dove aveva subito un intervento chirurgico. Con loro c’era anche Marco, il figlioletto di 6 anni di Daniela, che non vedeva l’ora di riabbracciare la sua mamma.
Quando alle 10,25 scoppiò la bomba, Vincenzina Sala morì all’istante e con lei altre 84 persone. Il bambino rimase ferito così gravemente che il padre, Paolo Bolognesi (qui), lo riconobbe da una voglia sull’addome.

In queste ore è stata depositata la motivazione della condanna all’ergastolo, emessa il 6 aprile 2022, di Paolo Bellini, terrorista di Avanguardia nazionale, il “quinto uomo” della strage neofascista che 43 anni fa insanguinò il capoluogo emiliano e la democrazia italiana.

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Donne in bici per la Libertà

a cura di Paola Ciccioli, con Luca Bartolommei

Al fascismo non piacevano le donne in bicicletta: troppo autonome, non domate, dunque pericolose. Tutti i regimi hanno in odio la libertà, a cominciare proprio da quella delle donne: di ieri e di oggi.
Troviamoci venerdì 14 aprile 2023 (ore 21) al Circolo Arci Pessina di Chiaravalle, Milano: con Luca Bartolommei ne sentiremo delle belle.

L’immagine della locandina è una elaborazione di una scena del film L’Agnese va a morire (qui).

 

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Sposa, vita, libertà

Cicliste all’Isola (con stile vario)

#donnabicilibertà #donnavitalibertà #donnedellarealtà #maipiùfascismo #siscrivedonna

Sono rose, fioriranno

Alle 5 del pomeriggio del 25 aprile 2023 portiamo una rosa in ogni luogo d’Italia in cui ci sia il segno della partecipazione delle donne alla Resistenza e alla guerra di Liberazione dal nazifascismo. Fedeli all’impegno e alla testimonianza antifascista che connota il nostro lavoro fin dalla nascita del blog e della rete Donne della realtà, aderiamo con profonda convinzione all’appello dell’ANPI nazionale. #sonorosefioriranno

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#maipiùfascismo #memoriaognigiorno #donnedellarealtà

(a cura di Paola Ciccioli)

La bellezza ci cura

Testo e foto di Paola Ciccioli

«The masterpieces by the Masters of the Pinacoteca di Brera leave the Museum to go to the Humanitas for the benefit of the patients and health personnel. Not as paintings, but as wall-sized enlargements of carefully selected details, to create a very different hospital experience, an immersion in beauty».

Il bacio (qui). Un dettaglio ingrandito del celeberrimo dipinto di Francesco Hayez accoglie nell’ingresso dell’Humanitas le 12 mila persone che ogni giorno arrivano nell’ospedale di Rozzano, periferia di Milano. È uno dei 23 elementi di 15 capolavori della Pinacoteca di Brera che, con il progetto “La cura. La bellezza”, adornano 400 metri quadrati di pareti per dare a pazienti, familiari e personale uno sguardo di armonia ed energia.

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Con Cristina Cattaneo nel Museo dell’identità delle anime migranti

Testo e foto di Paola Ciccioli

Il frammento della lettera di una persona migrante restituita dal mare.

Un minuto di silenzio in tutte le scuole della provincia di Crotone. Un altro corpo recuperato in mare che fa al momento salire a 64 le vittime della strage di anime migranti avvenuta domenica (per cause ancora da accertare) sulla spiaggia calabrese di Steccato di Cutro (qui).

Un minuto di silenzio è segno di rispetto ma non basta a far diventare persone il numero 64 che si aggiunge agli altri numeri che continuano a fare del mare limpido in cui d’estate ci immergiamo un camposanto senza croci.

Credo fermamente che le e gli insegnanti dovrebbero accompagnare le scolaresche nel Museo universitario delle scienze antropologiche, mediche e forensi per i diritti umani (MUSA) di Milano dove, grazie al lavoro instancabile della professoressa Cristina Cattaneo, i corpi-numeri del Mediterraneo ritrovano almeno il loro nome e la loro identità.

Sabato – 4 marzo 2023 – nell’aula magna della facoltà di medicina legale dell’Università degli Studi di Milano (ore 17) ci sarà una performance immersiva mentre Terre des Hommes sta preparando iniziative volte a coinvolgere tutte/i noi.

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“La sai quella della nipote di Mubarak?”

di Marco Travaglio*

Foto di Paola Ciccioli.

Anticipata da uno scoop di Gianni Barbacetto sul Fatto, nel gennaio del 2011 esplode una nuova inchiesta milanese che imbarazza il premier Berlusconi: quella sul “caso Ruby”, che lo vede indagato per induzione alla prostituzione minorile e concussione.

La ragazza, al secolo Karima El Mahroug detta “Ruby Rubacuori”, è una giovanissima marocchina che risulta aver fatto sesso a pagamento, da minorenne, con il capo del governo nella villa di Arcore. Il quale telefonò ben sette volte da Parigi – dove si trovava in visita ufficiale – ai dirigenti della Questura di Milano per farla rilasciare subito dopo un fermo per furto, raccontando che era la “nipote di Mubarak” e si rischiava l’incidente diplomatico con il governo egiziano. Pazienza se il Marocco e l’Egitto sono piuttosto diversi e distanti.

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«E qual è il mese delle ragazze?»

di Amélie Nothomb

Il 21 febbraio 2023 uscirà in Italia, edito da Voland, Il libro delle sorelle – titolo originale Le livre des soeurs (qui) – dellamatissima scrittrice belga Amélie Nothomb che il 23 e il 24 febbraio parteciperà a due incontri a Napoli e a Firenze: noi la seguiremo nei nostri canali social e vi daremo tutte le coordinate. Intanto le confermiamo la nostra ammirazione con questo breve estratto da Metafisica dei tubi (qui) in cui descrive magistralmente la propria ripulsa verso la discriminazione.

Gattino e “Metafisica dei Tubi” (titolo originale Métaphysique des tubes”) è uscito in Italia nel 2002 per Voland, la casa editrice che pubblica in italiano tutti i libri di Amélie Nothomb, tradotta in tutto il mondo. La foto è di Paola Ciccioli.

Maggio iniziò bene.

Le azalee attorno al Laghetto Verde esplosero di fiori come se una scintilla avesse dato fuoco alle polveri, tutta la montagna ne fu contagiata. Ormai nuotavo in mezzo al rosa acceso.

Di giorno la temperatura non scendeva mai sotto i venti gradi: l’Eden. Stavo quasi per pensare che maggio fosse un mese eccellente, quando scoppiò lo scandalo: i genitori piantarono in giardino un palo in cima al quale sventolava, come una bandiera, un grande pesce di carta rossa che schioccava al vento.

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Tom Seidmann-Freud, «una vera giovane donna bohème»

di Carine Picaud*

«Ciascuno fa ciò che lo rende felice/ e questa è proprio una bella cosa», scrive Tom Seidmann-Freud nel suo libro illustrato, edito in Italia da Topipittori. (La foto con Gattina è di Paola Ciccioli).

Una vita segnata dal genio artistico e dal dolore, quella di Tom Seidmann-Freud, vero nome Martha Freud, nata il 17 novembre 1892 a Vienna e morta suicida a Berlino il 7 febbraio 1930. Come abbiamo scritto nel post precedente, dal suo libro illustrato Die Fischreise la Pinacoteca di Brera ha tratto Peregrin and the Giant Fish, una Marionette Opera per le sensibilità bambine di ogni parte del mondo. La si può vedere accendendo al canale BreraPlus del sito del museo milanese (qui il trailer).

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L’esempio delle ragazze d’Iran

di Paolo Flores d’Arcais*

Le ragazze d’Iran sono da settimane in rivolta, per rovesciare il regime immondo degli ayatollah che imprigiona tortura e uccide per una ciocca di liberi capelli femminili al vento. Un regime che uccide ormai anche i bambini (il 21 novembre i minori uccisi erano 58).

Il padre di Mohammad Hasanzadeh, ventottenne accoltellato a Bukan mentre cercava di liberare una ragazza dalla morsa di un gruppo di bassiji – i depravati guardiani della immorale islamica – durante il funerale del figlio ha detto: “Un tempo quando parlavamo di qualcuno dotato di integrità e di coraggio, dicevamo: è molto virile. Ma oggi se un uomo vuole essere un uomo deve prendere esempio da una donna. Bisogna essere femminili per essere veri uomini adesso”.

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Sposa, vita, libertà

Foto e testo di Paola Ciccioli

Mi piace, mi piace, mi piace: per questa foto sembra che il tempo non voglia passare. Eppure l’ho scattata il 20 novembre del 2021 e quel giorno stesso l’ho pubblicata nel Gruppo Facebook di Donne della realtà dove continua a rappresentare la voglia di vita e libertà per le quali lottano le giovani dentro e fuori l’Iran (qui).

Foto di Paola Ciccioli.

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