di Mariagrazia Sinibaldi

Camera di Mariagrazia, interno notte. Concentratissima, la nostra amata senior blogger ha superato varie traversie ed è tornata a raccontarci le avventure del suo alter ego. E, proprio ieri, è arrivato un bastimento carico di altre cento copie fresche di stampa di “È come vivere ancora”, il libro curato dall’Associazione Donne della realtà che raccoglie una selezione dei “primi” post di Mariagrazia Sinibaldi. Appuntamento sabato 3 dicembre 2016 nella Biblioteca civica di Cologno Monzese per la presentazione (questo bel ritratto è di Francesco Cianciotta, suo figlio)
La signora Vecchiottina raggiunse il suo letto barcollando dopo 24 ore vissute in maniera non proprio rocambolesca ma certamente difficile difficile difficile. Oh Dio, siamo giusti, la nostra Signora tendeva sempre ad esagerare un po’… anzi un po’ più che un po’, ma questa volta la signora Vecchiottina sentiva di avere ragione: e che diamine! «Vorrei vedere – disse la nostra dentro di sé (ché non sentisse il figlio nella stanza accanto) – Sì, vorrei proprio vedere un’altra vecchietta come me, attraversare indenne 24 ore come queste ultime mie!». Si arrestò perplessa! Era certo la prima volta che si autodefiniva con una parolaccia di tal genere ma era così maledettamente stanca da non avere nemmeno la forza di ribellarsi a sé stessa. Guardò il letto comodo e bello che suo figlio le aveva messo a disposizione. In un lampo, in un flash, le si ripresentarono vivide le ultime 24 ore.
Guardò l’orologio al polso (ultimo suo acquisto dal cinesino all’angolo): erano le 10 di sera dell’11 settembre… ‘mbè, sì, era proprio a quell’ora che la sera precedente (10 settembre) aveva guadagnato il letto con un libro sciacquacervelli in mano: si era infilata sotto le lenzuola e aveva cominciato a leggere. Ma subito si era appisolata. È tanto piacevole appisolarsi così!… poi trascorso un po’ di tempo, ci si sveglia naturalmente, si spegne la luce e, dopo aver abbassato la suoneria dell’amato smart, si incomincia a dormire sodo fino all’indomani mattina, complice sicuramente un certo sonniferino.
Ma ieri sera, 10 settembre, aveva dimenticato di spegnere la suoneria e Whatsapp e mail e messenger, alternativamente, avevano cominciato un allegro concertino:
11.05: la nipote Betta dalle Marche augura la buonanotte;
11.15: la nipote Chiara da Israele chiama per la stessa ragione;
00.05: circa dell’11 settembre tale Michela, amica di Marco, avverte che le dispiace tanto ma non potrà venire alla cena del 18 e declina l’invito;
00.15: Paola avverte che ha ricevuto la traduzione francese e ringrazia;
01,30: Luca, marito di Paola, manda un messenger e la signora Vecchiottina non sa perché visto che la suddetta Signora, nel sonno ha toccato qualche maligno tastino e si è cancellato tutto;
02.00: la Vecchiottina si sveglia naturalmente, come sempre a quell’ora e dopo un po’ si riaddormenta, come sempre;
04.05: Alitalia avvisa di tariffe eccezionali per tutto il mondo;
05.11: Laura della Bottega Verde offre prodotti di bellezza col 50% di sconto;
05.27: l’amico che si è dedicato alla traduzione francese del suo testo chiede scusa, lamentandosi, se la sua traduzione non è perfetta;
06.00: l’amico Gianni, docente (in epoche andate) di architettura d’interni, comunica qualcosa che la Vecchiottina, l’indomani, non ricorda e non ritrova ma a cui ha risposto: «In che caspita di Paese sei?!».
06.27: la nostra amica risponde al gentile traduttore ringraziandolo e consolandolo un un po’;
07.00: il figlio Luca dall’Olanda con Whatsapp di gruppo dà il buongiorno e avverte che la cena per 25 persone è andata bene e chiede notizie della Mamma; comincia così una chiacchierata tra i suoi due figli (uno a Sassari, l’altro in Olanda) con trillìo continuo ogni trenta secondi… quasi a raffica.
07.50: il figlio Marco entra in camera con il caffè e con voce perentoria sprona la madre ad alzarsi perché, prima che arrivi l’amica Maria Elena, devono andare a comprare il nuovo carica batteria. I due escono alle ore 9.
10.30: l’amica Maria Elena passa a prenderli, loro due, per una escursione verso l’interno, in una località dove potranno ammirare quel che resta di una necropoli neolitica.
E qui la signora Vecchiottina ha mostrato tutta la sua vivacità e possanza, arrampicandosi per certi sgaruppi da capra e raccogliendo i complimenti della guida. Cosa di cui la nostra è andata molto fiera.
14.00: pranzo in un agriturismo dove la piccola comitiva ha mangiato salumi a crepapelle.
Rientro a casa con piccola deviazione (40 km andata + 40 km ritorno = 80 km) per visitare, sia pure a volo d’uccello, una interessante chiesa romanica.
19.30: arrivo a casa con la lingua di fuori;
22.00: a letto senza cena. Il pranzo con salumi è stato sufficiente.

Mariagrazia Sinibaldi parlerà del suo libro insieme con il maestro di computer Eddo Ferrarini al quale ha dedicato un divertente ringraziamento
La signora Vecchiottina scosse la testa e sorrise al bel letto, lentamente si sedette e in piena coscienza allungò le gambe e abbandonò le stanche membra.
E intanto che si addormentava un fugace pensiero le passava per la testa: ma perché mai la notte precedente, vista la malaparata, non aveva buttato l’amato smart e tutto il suo fastidiosissimo trillìo fuori della finestra?