di Giorgio Antoniazzi*

Un’immagine scattata circa trent’anni fa al Fortino Napoleonico di Portonovo (Ancona). La curatrice del blog Paola Ciccioli ha appena terminato un’intervista per il Corriere Adriatico al cantautore di Zocca. Ovviamente “Donne della realtà” è in attesa del concerto del 1° luglio prossimo al Modena Park per il quale sono previsti 220.000 spettatori. L’evento sarà trasmesso in diretta satellitare anche all’Anteo, al Metropol e al Cremona Po spazioCinema (www.spaziocinema.info)
Prima di parlare delle protagoniste femminili cantate da Vasco Rossi, mi sono occupato di quelle che ha incontrato nel corso della propria vita e che avranno probabilmente influenzato la sua produzione artistica; a dimostrazione di questa supposizione, risultano indicativi i primi 45 giri pubblicati dal cantante: il vinile del 1977 sarà composto da due canzoni che, infatti, presentano nei rispettivi titoli due ragazze, Jenny e Silvia; quello dell’anno seguente, poi, contiene altre due canzoni dal titolo emblematico, ovvero La nostra relazione ed E poi mi parli di una vita insieme.
Inizio comunque dalla più ristretta cerchia familiare, a partire dalla mamma Novella che, con una certa lungimiranza, porterà il proprio figlio alle prime lezioni di canto già a dodici anni; madre che, inoltre, si mostrerà altrettanto decisa nel sostenere Vasco nel 1980, proprio agli inizi della sua carriera, quando sarà il bersaglio delle forti critiche seguite a una delle sue prime apparizioni televisive. In risposta al giornalista che lo etichetta come un balordo tossico, la signora Rossi in un’intervista dirà che suo figlio «non è né un santo né un diavolo, ma un ragazzo onesto come suo padre», chiudendo con un «Le auguro che sua moglie e sua figlia lo possano pensare di lei» (Michele Monina, La biografia, Rizzoli, 2007 – pag.62).
La donna sarà poi citata da Vasco in una sua canzone che recita testualmente: «Dice mia madre devi andare dal dottore, a farti guardare, a farti visitare, hai una faccia che fa schifo, guarda come sei ridotto, mi sa tanto che finisci male. […] Già mia madre mi corre dietro col vestito nuovo». (Fegato, fegato spappolato – in Non siamo mica gli americani, 1979).
Per restare nella sfera familiare, ricordo che gli esordi del rocker modenese vedranno partecipi anche la nonna Nerina, oltre che la signora Ivana, la cara amica di famiglia considerata una zia a tutti gli effetti, che ospiterà il giovane Vasco nella sua casa a Bologna, in diverse occasioni e per periodi più o meno lunghi; anche la zia, inoltre, meriterà un cameo da parte dell’autore, che si ispirerà proprio a lei per raccontare la storia de La strega, contenuta nell’album del 1979 sopra citato. Passando ad ambienti differenti, l’immagine della rockstar non sarebbe completa se nella sua vita non ci fossero storie d’amore e compagne di letto, avventure passionali e donne tradite; ancora una volta, a titolo d’esempio bastino due fatti: il primo, legato alla notte precedente la performance del 1982 al Festival di Sanremo, in merito alla quale «la leggenda narra che Vasco avesse passato la notte prima dell’evento in compagnia di una giornalista musicale che in realtà doveva intervistarlo e che invece era finita a letto con lui. Qualcosa come sei ore di sesso sfrenato. Del resto, oltre che alla nomea di tossico, Vasco si è dovuto ben presto abituare a quella più confortevole di tombeur de femmes. (Monina, 2007 – pag.75).
In secondo luogo, si tenga presente che Vasco è padre di tre figli, avuti con ragazze differenti: il primo nasce nel 1986 da una fan conosciuta a un concerto e con cui avrebbe instaurato poi una relazione piuttosto breve; la cosa si ripeterà l’anno dopo con una fan di Ferrara, che darà alla luce il secondo figlio; infine, il terzo è quello avuto (e voluto) nel 1991 dalla sua attuale compagna. Così come era successo per alcune componenti della famiglia, ovviamente anche alcune di queste donne troveranno spazio nelle canzoni di Vasco, a partire da Paola: conosciuta nel 1973 all’età di 21 anni, sua coetanea, è «una ragazza fortemente influenzata dall’ideologia femminista che si sta diffondendo in quei primi anni Settanta. Dopo essersi visti per un po’ di volte a incontri studenteschi […] tra Vasco e Paola nasce l’amore. Questo sarà il primo legame importante di Vasco Rossi, un legame che segnerà buona parte della sua carriera a venire. È Paola la protagonista di Brava, brano contenuto in Siamo solo noi, uscito otto anni dopo. E probabilmente è sempre a Paola che Vasco sta pensando mentre butta giù le liriche taglienti di La nostra relazione, contenuta nel suo album d’esordio Ma cosa vuoi che sia una canzone (Monina, 2007 – pag.25).
Tra l’altro, è possibile che si faccia riferimento ancora a questa ragazza anche quando il cantante, durante la puntata a lui dedicata de “La storia siamo noi”, spiega come sia stato distrutto, «psicologicamente e fisicamente» da una femminista, una volta rivelatole che l’aveva tradita frequentando altre donne.
Sarà la volta poi della ragazza cui rimanda un brano contenuto nell’album “Cosa succede in città” del 1985, ovvero di Toffee. A tal proposito le notizie recuperate sono differenti: da una parte, nella già citata biografia si sostiene ancora la presenza di una storia passionale avuta con «la maggiorata starlette televisiva Tinì Cansino» (pag.115); dall’altra, è lo stesso Vasco che, rispondendo all’intervista di Fabio Volo del 2003, spiega come Toffee sia «il nomignolo di un’amica molto dolce», cui però «la canzone non è dedicata».
Non posso certo tralasciare la compagna di una vita del rocker modenese, ovvero Laura Schimdt a cui non è però dedicata, anche in questo caso, l’omonima canzone del 1998 dal titolo, appunto, Laura. Nel 1990 la ragazza ventunenne andrà a convivere assieme a Vasco che, poi, nel luglio del 2012 la sposerà a Zocca, nel comune del paese natio. Per quanto l’associazione tra una rockstar e il matrimonio possa sembrare antitetica, dalla già nominata puntata de “La storia siamo noi” si capisce che, in realtà, deve stupire solo in parte: infatti, nonostante tale rito non collimi con la sua idea di vita e di libertà (riferita a entrambi i partner di una relazione), è lo stesso Vasco a spiegare come sia comunque possibile pensare a un «progetto di famiglia», mettendo da parte «il proprio ego» e «il proprio innamoramento», così da poter garantire serenità al proprio figlio. Dunque, nonostante sia lui il primo a non credere in un amore eterno, è sempre lui ad affermare, quasi a volersi schierare solo ora dalla parte della femminista di cui sopra, che si cambia «la macchina, ma non la donna».
In definitiva, possiamo dire che appare chiaro come le donne siano entrate direttamente nella vita del cantante romagnolo, fornendogli per lo meno l’ispirazione per alcuni suoi testi; tuttavia, si può pensare che questa connessione si sia verificata anche indirettamente: tra coloro che seguono Vasco, non solo acquistando i suoi album, ma andando anche ai suoi concerti, ci sono infatti numerose donne e ragazze. E mai come in questo caso i due termini devono essere interpretati non come sinonimi, piuttosto come complementari l’uno dell’altro: è raro sentire madre e figlia parlare dello stesso concerto a cui sono andate assieme, ma, come dimostra un’intervista andata in onda durante Terra! di Canale5, non per i concerti di Vasco Rossi, un autore in grado di unire più generazioni.
Per concludere questa sezione, riporto un episodio ufficioso, ma di certo simpatico, che ho trovato nello scritto di Monina e che fornisce un’ulteriore prova del ruolo giocato dalle donne nella vita di Vasco. Come forse alcuni sapranno, il musicista è anche conosciuto come il Blasco: ebbene, pare che tale espressione sia stata utilizzata nell’estate del 1986 da un’anziana signora di Zocca che, per rimproverare l’abitudine della giovane nipote a fare le ore piccole nel bar del paesino frequentato da Vasco Rossi, sembra le avesse detto: “Cosa hai fatto ieri sera per rientrare così tardi a casa? Tanto lo so che tu appartieni a quella combriccola del Blasco!». (p.121)
Alla luce di quanto raccontato, non possiamo che credere alle parole di Vasco che ho recuperato da una puntata dello “Speciale TG1”, durante la quale il cantante spiega come l’essere «cresciuto in un universo di donne» l’abbia aiutato sia a «pensare a cosa dovrebbe dire una donna», sia a sviluppare «una certa sensibilità», una sorta di parte femminile. In ogni modo, per dipanare i rimanenti dubbi in merito, non ci resta che toccare con mano ciò che Vasco ha prodotto in compagnia delle sue quote rosa.
* Una passione e un ricordo, «il karaoke fatto in casa con il fratello più grande», sono lo spunto della tesina di Giorgio Antoniazzi, mio ex allievo in Bicocca, che ha analizzato i testi delle canzoni e i video di Vasco Rossi per capire come la rockstar “racconta” le donne. Il titolo è suo ed è perfetto così.
Ne approfitto per pubblicare una foto che mi è stata richiesta tante volte e da tante fan: è stata scattata a metà degli Anni ’80 in un albergo sul mare, vicino ad Ancona, al termine di una intervista per il Corriere Adriatico sul processo per droga nel quale il cantautore era imputato.
AGGIORNATO IL 27 GIUGNO 2017