Canzone per un bambino di strada

Bambini terrorizzati sono stati coinvolti nello sgombero dei rifugiati da un palazzo di via Curtatone, a Roma. Unicef, Save the children, Caritas, Medici Senza Frontiere, Arci denunciano la brutalità dell’intervento delle Forze dell’ordine e la violazione dei diritti dell’infanzia. Ci associamo e ricordiamo che, secondo le stime di Terres des Hommes, nel mondo ci sono tra i 100 e i 150 milioni di bambini che vivono in strada. A loro questo brano interpretato con strazio dalla cantora del Sudamerica Mercedes Sosa e dal rapper portoricano René Pérez dei Calle 13. Il testo è stato tradotto per noi da Francesco Pulitanò, hanno collaborato Luca Bartolommei e Paola Ciccioli.

“Canción para un niño en la calle” di Armando Tejada Gómez e Ángel Ritro, cantano Mercedes Sosa e Calle 13.

Mercedes:
A esta hora exactamente hay un niño en la calle, hay un niño en la calle.
Es honra de los hombres proteger lo que crece,
cuidar que no haya infancia dispersa por las calles,
evitar que naufrague su corazón de barco,
su increíble aventura de pan y chocolate.
Poniéndole una estrella en el sitio del hambre,
de otro modo es inútil, de otro modo es absurdo,
ensayar en la tierra la alegría y el canto porque de nada vale
si hay un niño en la calle.

Continua a leggere

Appunti da Scampia: “Basta crederci e trovi un mare di bene”

Testo e foto di Giorgio Antoniazzi

Scampia, benevenuti

Il messaggio in inglese che accoglie i nuovi arrivati, una volta usciti dalla stazione della metro, è questo: BENVENUTI A SCAMPIA. BASTA CREDERCI E TROVI UN MARE DI BENE.

Penso al fatto che il capolinea sia proprio a Scampia, quasi un’indicazione che oltre non si va, che oltre quel degrado, di cui si ha subito un assaggio camminando verso l’uscita, oltre quelle violazioni, oltre quei non diritti… Insomma, quella fermata segna un limite: bisogna rimanere fermi oppure tornare indietro. Peccato però che lì ci viva tanta gente: ci sono donne, uomini e bambini che vorrebbero invece andare avanti.

Continua a leggere

Disperazione e coraggio, con le sette donne che hanno occupato l’Hotel Bellavista di Fertilia

di Maria Elena Sini

Sette donne, sette mamme tra i 27 e i 45 anni, martedì 18 marzo hanno occupato l’Hotel Bellavista a Fertilia, una borgata a 6 chilometri da Alghero. Sono alcune delle tante persone che a causa della crisi economica non erano più in grado di pagare l’affitto, le bollette della luce e dell’acqua. Sono tutte disoccupate, sono ragazze madri o separate che non ricevono aiuti dagli ex compagni. Così hanno compiuto questo gesto eclatante e drammatico, dettato dalla disperazione.

Hotel Bellavista 2

Vita quotidiana nell’hotel occupato

La struttura, attualmente di proprietà della Regione, è chiusa da tre anni ma le camere dei primi due piani sono agibili e fornite di tutti gli arredi, purtroppo non c’è né acqua né luce per cui si va avanti riempiendo bidoni alla fontana e con lampade da campeggio.

Come è apparsa la notizia sul quotidiano locale, si è subito messa in piedi una rete di aiuti formata da diverse associazioni che hanno iniziato a fornire quanto era necessario per garantire la sopravvivenza nella struttura occupata: detersivi per pulire i bagni, coperte e lenzuola, viveri, piatti e posate di plastica, pannolini per i bambini.

Ho aderito al gruppo di supporto che si è formato su Facebook , Task Force Rosa, sono andata a fare un po’ di spesa per dare il mio contributo e ho incontrato queste donne coraggiose.

Al mio arrivo trovo un grande fermento: tutti si danno da fare per pulire e rendere abitabile l’Hotel chiuso da tanto tempo, qualcuno cerca di far partire un gruppo elettrogeno.  Continua a leggere

Palermo abbraccia Jennifer, madre senza bambino

La solidarietà dei cittadini, dell’ospedale e della Caritas. La nigerina arrivata incinta a Lampedusa. Ha perso il bambino e il suo compagno è stato spedito a Manduria

PALERMO – A volte la solidarietà per gli immigrati rischia di fermarsi a Lampedusa. Lasciando sola per strada a Palermo una ragazza indifesa, in balia di chiunque. Continua a leggere