Il tarassaco, perché noi lo diciamo ogni giorno con una pianta o con un fiore

a cura di Paola Ciccioli

Dalla fine di gennaio all’inizio di giugno il Gruppo Facebook di Donne della realtà e il nostro blog hanno vissuto un periodo speciale di cui voglio resti memoria e che intendo valorizzare sempre di più. Dalla notizia dei primi casi di Corona Virus in Italia fino alla “riapertura” del nostro Paese dopo le rigide misure anti-contagio, i nostri canali di comunicazione sono stati un vero punto di riferimento (anche per tantissimi lettori stranieri), un luogo virtuale dove scambiare informazioni corrette, tenersi per mano mentre fuori dalle nostre case si sentivano soltanto sirene, farsi delle gentilezze per resistere di fronte alle grandi difficoltà che collettivamente abbiamo dovuto e dobbiamo affrontare.

Per quanto riguarda le gentilezze, partirei con il gesto – diventato ormai abitudine quotidiana – di salutarci con la foto di un fiore che, via Whatsapp, Giuliana Bellini invia a me e che io a mia volta pubblico poi su Facebook.

Guardate cosa siamo riuscite a fare tutte/tutti insieme il 28 febbraio di questo 2020 fuori da ogni norma, trasferisco qui fedelmente il mio saluto e la cascata di commenti che ne sono scaturiti. Tema: il tarassaco.

Pianta e fiore di tarassaco (Taraxacum http://www.treccani.it/enciclopedia/tarassaco_%28Enciclopedia-Italiana%29/). La foto è di Giuliana Bellini

«Caro Gruppo, l’amica artista e bravissima fotografa Giuliana Bellini mi/ci manda un fiore di tarassaco. Conoscete questa pianta? Cresce spontaneamente nelle nostre campagne, è commestibile e ha delle proprietà benefiche per l’organismo.
Io so come si raccoglie perché ho memorizzato il gesto di mia nonna Chiarina quando da bambina la osservavo andare a raccogliere le erbe – li rugni? – per la cena.
Chi tra noi sa qualcosa di più sul tarassaco?»

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Giuliana and the plastic transformed into jellyfish

by Paola Ciccioli

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Here is the big jellyfish created by Giuliana Bellini, an artist who is very dear to me, for two reasons: the first one is that her studio gives onto the same courtyard I automatically overlook when smoking a cigarette. The second one is that Giuliana creates imaginative installations often using recyclable materials. As it happened in the case of this jellyfish with optical fibre tentacles and the body totally covered with a huge number of small strips made out, thanks to a patient use of a pair of scissors, of some mineral water bottles. By passing through Giuliana’s hands and imagination, a polluting piece of garbage – the water bottle normally destined to the recycling bin – got transformed into some kind of light lace that she eventually ennobled by illuminating it from the inside.

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Giuliana et le plastique transformé en méduse

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Giuliana Bellini a travaillé pendant près d’un an à la réalisation de sa “Medusa” (“Méduse” – cm 120x120x330). L’oeuvre a également été exposée à la Biennale d’art contemporain de Brescia

Voici la grande méduse crée par Giuliana Bellini, une artiste qui m’est particulièrement chère. Pour deux raisons: la première est que son atelier donne sur la même cour au-dessus de laquelle je me penche systématiquement pour fumer mes cigarettes. La seconde est que Giuliana crée des installations féeriques en se servant souvent de matériaux de récuperation. Comme dans le cas de cette méduse aux tentacules en fibre optique avec le corps recouvert d’innombrables bandelettes découpées, grâce a un patient usage d’une paire de ciseaux, dans des bouteilles d’eau minérale. Dans les mains et l’imagination de Giuliana, un déchet polluant – la bouteille d’eau destinée à la poubelle – se transforme en une espèce de dentelle legère qu’elle ennoblit par la suite en l’illuminant de l’intérieur.

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La strega

di Paola Ciccioli

Questa opera di Giuliana Bellini è esposta fino al 18 giugno 2017 al Molino del Groppo a Pozzol Groppo, in provincia di Alessandria (http://sacsmostreit.blogspot.it/2017/05/il-molino-del-groppo-28-maggio-18.html)

Eri Ferragosto e Natale
il mare profondo
il fiume in piena
il sole alto a mezzogiorno
Foresta, montagne
i numeri e le note
Eri peso, eri forma
eri scatole piene
la storia, il futuro
il pane, la fame
il grido e la quiete.
Sei a, e, i, o, u.
Eri urlo, sospiri
eri notti bagnate,
sudore,
unghie avide,
muscoli accesi.
Sei vocale, consonante, sei alfabeto.
Una strega ti è venuta vicino,
ha divorato le foglie
sui rami,
ti ha strappato i capelli,
pugnalato la schiena.
Il fiume è asciutto,
il mare arso.  Continua a leggere

Giuliana e la plastica trasformata in medusa

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Eccola, questa è la grande medusa che ha creato Giuliana Bellini, un’artista a me particolarmente cara. Per due ragioni: la prima è che il suo atelier dà sullo stesso cortile al quale sistematicamente mi affaccio per fumare una sigaretta. La seconda è che Giuliana crea installazioni immaginifiche utilizzando spesso materiali di recupero. Come nel caso di questa medusa dai tentacoli in fibre ottiche e con il corpo rivestito da infinite striscioline ricavate, grazie all’uso paziente delle forbici, dalle bottigliette dell’acqua minerale.

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