Le “Mariegrazie”, quei nostri tesori su due gambe

di Rosalba Griesi

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Mariagrazia Sinibaldi fotografata dal figlio Francesco Cianciotta alla presentazione del suo libro al Palazzo Campana di Osimo (Ancona). Un grazie particolare da parte dell’Associazione Donne della realtà, che ha curato la pubblicazione della raccolta dei post della nostra senior blogger, va a Raimondo Orsetti, presidente della prestigiosa istituzione marchigiana

«È come vivere ancora». Io direi invece: «È come leggere la prima volta». Ho letto il libro e poi riletto e mi è parso, ogni volta, come la prima! In piscina fra l’erba, in auto, durante il tragitto per l’ufficio, nel silenzio della sera… lo porto ancora in borsa, maneggevole, colorato…

Il libro si beve come acqua fresca e leggera di fonte che ti disseta ma ne vuoi ancora. Chissà, forse di Mariagrazie ce ne sono poche, il Signore la benedica e la conservi! Un patrimonio, una ricchezza, come avere un tesoro in cassaforte, un pezzo di storia a due gambe, queste sono le signore “vecchiottine” come lei.

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The daughter has Asperger’s syndrome: she takes a leave from her job to attend the same class and graduate together

by Maria Elena Sini*

Maria Elena Sini ad Alghero, estate 2013 (foto di Paola Ciccioli)

Maria Elena Sini in Alghero (Sardinia, Italy), Summer 2013. Photo by Paola Ciccioli

Lucia looks younger than her age: she doesn’t apply makeup as her classmates do, she doesn’t experiment new strange hairstyles or hair colours like other girls of her age, she isn’t a fashion victim but she always wears jeans and a black hooded sweatshirt. Only the image is sufficient to describe her “uniqueness”. Lucia has Asperger’s syndrome, a pervasive developmental disorder related to autism that doesn’t present in all people who suffer from the same set of symptoms. Lucia has limited social relations and often expresses her discomfort zoning out from the class. When Lucia breaks the connection with the rest of the world she covers her head with the sweatshirt’s hood and isolates herself in another reality through drawing or typing furiously on the keyboard of her computer game. She is thus able to implement some sort of  “escape” from reality unsatisfactory, boring and anonymous, finding refuge in a virtual environment. She has an unusual self-centeredness with a lack of concern for others and their different points of view. Sometimes her voice has an unusually high volume and she looks awkward and clumsy. Lucia lacks the natural ability to understand what isn’t said explicitly in social relations and in the same way shows it difficult to communicate accurately her feelings or her own emotional state. She is not able to read facial expressions, therefore she often doesn’t understand a joke. Continua a leggere

La figlia ha la sindrome di Asperger: lei va in aspettativa per frequentare la stessa classe e insieme si diplomano

di Maria Elena Sini

Maria Elena Sini ad Alghero, estate 2013 (foto di Paola Ciccioli)

Maria Elena Sini ad Alghero, estate 2013 (foto di Paola Ciccioli)

Lucia non dimostra i suoi anni: non si trucca come le sue compagne, non sperimenta nuove pettinature o strani colori di capelli come le altre ragazze della sua età, non segue la moda ma indossa sempre jeans o pantaloni neri da ginnastica e una felpa nera con cappuccio.  Anche limitandosi alla sola immagine si capisce subito che ha una sua “unicità”.

Lucia ha la sindrome di Asperger, un disturbo pervasivo dello sviluppo imparentato con l’autismo che non presenta per tutti gli individui che ne soffrono lo stesso insieme di sintomi e nella stessa configurazione.

Lucia ha limitate relazioni sociali per cui spesso manifesta il suo disagio estraniandosi dalla classe. Quando stacca i contatti con il resto del mondo si copre la testa con il cappuccio della felpa e si isola in un’altra realtà attraverso il disegno o digitando furiosamente sulla tastiera del suo videogioco. Può così attuare una sorta di “fuga” da una realtà insoddisfacente, noiosa e anonima e riesce a trovare rifugio in un ambiente virtuale .

Presenta un egocentrismo inusuale con una mancanza di attenzione verso gli altri e i loro diversi punti di vista, a volte usa un tono di voce con un volume insolitamente alto, tende a parlare verso (piuttosto che con) gli altri, solitamente del proprio interesse con poca preoccupazione circa la reazione di risposta degli altri. Per lei anche piccoli cambiamenti risultano sconvolgenti e le causano veri e propri attacchi di panico; non è in grado di leggere le espressioni facciali per cui non comprende una battuta di spirito o uno scherzo. È priva della naturale abilità nel capire ciò che non viene detto esplicitamente nelle relazioni sociali e in pari modo ha difficoltà a comunicare con accuratezza i propri sentimenti o il proprio stato emotivo.

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Disperazione e coraggio, con le sette donne che hanno occupato l’Hotel Bellavista di Fertilia

di Maria Elena Sini

Sette donne, sette mamme tra i 27 e i 45 anni, martedì 18 marzo hanno occupato l’Hotel Bellavista a Fertilia, una borgata a 6 chilometri da Alghero. Sono alcune delle tante persone che a causa della crisi economica non erano più in grado di pagare l’affitto, le bollette della luce e dell’acqua. Sono tutte disoccupate, sono ragazze madri o separate che non ricevono aiuti dagli ex compagni. Così hanno compiuto questo gesto eclatante e drammatico, dettato dalla disperazione.

Hotel Bellavista 2

Vita quotidiana nell’hotel occupato

La struttura, attualmente di proprietà della Regione, è chiusa da tre anni ma le camere dei primi due piani sono agibili e fornite di tutti gli arredi, purtroppo non c’è né acqua né luce per cui si va avanti riempiendo bidoni alla fontana e con lampade da campeggio.

Come è apparsa la notizia sul quotidiano locale, si è subito messa in piedi una rete di aiuti formata da diverse associazioni che hanno iniziato a fornire quanto era necessario per garantire la sopravvivenza nella struttura occupata: detersivi per pulire i bagni, coperte e lenzuola, viveri, piatti e posate di plastica, pannolini per i bambini.

Ho aderito al gruppo di supporto che si è formato su Facebook , Task Force Rosa, sono andata a fare un po’ di spesa per dare il mio contributo e ho incontrato queste donne coraggiose.

Al mio arrivo trovo un grande fermento: tutti si danno da fare per pulire e rendere abitabile l’Hotel chiuso da tanto tempo, qualcuno cerca di far partire un gruppo elettrogeno.  Continua a leggere

All’isola da amare e difendere

Alghero, estate 2013

Alghero, estate 2013

Ho conosciuto la Sardegna a Urbino, nel 1979,quando la mia vita ha incontrato all’università la vita dei miei amici. È un pezzo di casa, quello che ogni volta mi abbraccia con la sua bellezza. L’estate scorsa, durante uno scambio di mail, un altro amico (del genere «ti ricordi quando in corriera io leggevo il tuo tema e tu il mio?») mi ha mandato, quasi non riuscisse più a tenerli per sé, i suoi ricordi legati alla scoperta dell’isola. Per una volta non parliamo di donne, ma di una terra da amare e difendere.
Le foto sono state scattate da Maria Elena Sini tra Alghero e Stintino. (Paola Ciccioli) Continua a leggere