Quattro settimane (e tanti bambini) da raccontare

di Luca Bartolommei

m_2

Luca Bartolommei con un suo simpatico allievo durante le quattro settimane al Centro Vismara-Don Gnocchi di Milano. «Dopo la musica un autoscatto in relax totale. Il maestro è molto slow, la linguaccia molto fun»

Le giovanili del Milan si allenano e giocano in via dei Missaglia, al centro Peppino Vismara, bellissimo complesso situato nei campi, ma proprio nei campi, roggia inclusa, vicino al Ronchètt di rann. Nel comprensorio è situata anche una struttura della Fondazione Don Gnocchi, dove si svolgono tutte le attività, a cominciare dalla riabilitazione, per cui a Milano è conosciutissima.

A luglio ho partecipato al centro estivo organizzato per bambini e ragazzi della zona che si è tenuto al Vismara svolgendo, come “tecnico”, la mia opera di insegnante di chitarra insieme alla collega musicista Maria Elisa  (in quel periodo eravamo entrambi collaboratori dell’Associazione Musicaingioco) e a una decina tra educatori ed operatori di Special Olympics Lombardia e della cooperativa lo Scrigno. Fin qui nulla di particolare, sono quasi dieci anni che insegno a giovani e  giovanissimi.

Continua a leggere

«Volevo sognare. E ho sfidato la sofferenza con lo studio»

di Rosa Di Paolo

Rosa Di Paolo

Rosa Di Paolo

Non avrei mai pensato di raccontare la mia storia.

Oggi è successo e, allora, eccomi qua. Spero di non essere banale con la storia della mia vita.

Cominciamo con le presentazioni. Mi chiamo Rosa, abito in un paesino della Basilicata posto sulle dolci colline che guardano alla silenziosa Murgia, in provincia di Potenza.

Una famiglia molto unita, la mia. Mio marito, una persona intelligente e speciale e due figli meravigliosi.

Lavoro all’Agenzia entrate, ufficio nel quale non si entra volentieri; lo percepisco dall’umore dei contribuenti che arrivano sempre molto tesi.

La mia vita tranquilla, normale, è cambiata in seguito a un evento terribile e lacerante che ha segnato una linea di confine tra quella che era la mia vita precedente e quella che vivo adesso.

Si tratta della perdita di mio figlio.

Aveva undici anni quando non è più tornato a casa in seguito a un banale intervento di appendicite.

Continua a leggere

Margaret e le artiste che sanno uscire dall’ombra con la magia dell’originalità

di Maria Elena Sini

Maria Elena, foto 1

I “Big Eyes” della pittrice americana Margaret Ulbrich sono stati celebrati al cinema da Tim Burton

“Big Eyes” è un film di Tim Burton che racconta la vera storia di Margaret Ulbrich, una giovane donna senza soldi, che dipinge per passione e per necessità quadretti semicaricaturali di bambini dagli occhi smodatamente grandi. Opere intrise di sentimentalismo e di un gusto kitsch, non sempre apprezzate dalla critica, ma che raggiungeranno un enorme e inaspettato successo quando a commercializzarle sarà Walter Keane, secondo marito di Margaret, che spacciò i quadri della moglie per propri, per quasi un decennio.

In un’epoca, a cavallo tra gli Anni Cinquanta e i Sessanta, in cui l’arte femminile non era presa in seria considerazione, Walter, prima quasi per caso e poi con metodo e ostinazione, si attribuisce la paternità di quelle tele costringendo la moglie all’invisibilità, oltre che a una vera superproduzione, mentre lui inondava il mercato di bambine dagli enormi occhi tristi. Il film è ben fatto ma non è un capolavoro, quindi non mi soffermo sulle caratteristiche tecniche dell’opera, sull’interpretazione degli attori o sulla ricostruzione dell’epoca, mi interessa invece riflettere su alcune considerazioni che il film mi ha suscitato.

Continua a leggere