
Rosalba Griesi il 25 marzo 2014, giorno in cui si è laureata in Lettere Moderne all’università degli studi della Basilicata
Sto sulla nuvoletta da due mesi e più e non mi riesce di scendere. Da quassù è tutt’altra cosa, i contorni sono netti, i colori nitidi. Non c’è traffico, non ci sono scontri: tutto fila liscio come olio. Malumori? Non se ne vedono. Amarezze? Nemmeno l’ombra… soltanto qualche nuvola più grande della mia, ma fugace, passeggera.
Rivedo lo sguardo del presidente della Commissione di laurea, che d’improvviso si leva dalle scartoffie e tra lo stupito-ammirato, perfino compiaciuto, constata che trattasi di signora candidata e non signorina. Rivedo un altro sguardo, quello di un professore che per tutto il tempo smanetta su un notebook, levarsi interessato verso quella insolita signora dai capelli rossi e ricci che sta disquisendo.
Insomma, cara Paola, mi chiedo come mai la mia laurea abbia suscitato tanto scalpore, e chissà perché…
Io sono abbastanza rilassata e decisa a vuotare il sacco sul Ramayana e Kaikeyi, l’affascinanate e intrigante regina indiana. Chiedo infine di declamare alcuni dei versi del poema che ho tradotto per la mia tesi. In effetti vorrei rendere piacevole questo momento accademico… troppo accademico direi, tanto da appensantire l’entusiasmo generale.
Ebbene, a una signora non lo si può negare e dunque i volti della Commissione sono ora rilassati e soddisfatti, in special modo quello del professore “smanettatore” di notebook. Infine mi proclamano dottoressa in Lettere Moderne, in nome della Repubblica italiana! (Già, penso, ci manca soltanto l’Inno di Mameli, visto che ultimamente lo si mette dappertutto).

La dottoressa Rosalba Griesi con tanto di corona di alloro (arrivata a sorpresa insieme con la toga)
Il mio volto è raggiante con quello dei familiari, tutti. Ci scappa persino una lacrima di gioia… e credo che ci stia anche bene. Vogliono a ogni costo farmi indossare la toga e la corona d’alloro, preparate a mia insaputa. Mi lascio convincere, in fondo – mi dicono – me le sono meritate. Intanto la mia tesi passa di mano in mano. Ho impedito che si aprisse prima della seduta. I ringraziamenti? Sempre dopo vanno letti! Davvero mi sono ricordata di tutti e lo capisco dagli sguardi riconoscenti che mi giungono.
Brindiamo con prosecco (lo preferisco) ma anche con dolce-frizzante (per i gusti alternativi). Li versiamo, ahimé, in bicchieri di plastica, ma tant’è, anche se di quelli a calice col gambo dorato… corre l’obbligo.
Rido, sorrido, mi abbracciano, mi baciano. Sono auguri sentiti, sinceri, condivisi. Si ha voglia di stare insieme, di non lasciarsi per ora. I festeggiamenti proseguono in un ristorante, appositamente scelto, e lì, tra un assaggio e l’altro, giungono i regali. Già perché la figlia-la mamma-la parente-l’amica si è laureata a una certa età, e ciò è maggiormente importante, lo è davvero, tanto da meritare il massimo.
Come mi sono sentita? Come mi sento? Dunque, cara Paola, io mi ero talmente proiettata nel portare a termine il mio percorso universitario da aver sentito di compiere soltanto il mio dovere e nient’altro.

“In nome del Popolo italiano…», il momento della proclamazione a Potenza. Poi i festeggiamenti a Rosalba sono proseguiti al ristorante (e le felicitazioni non sono ancora terminate)
Sin dal primo esame, pensavo ad arricchirmi di conoscenza e di sapere. Non ho mai riflettuto su cosa fare da “grande”, bensì a realizzare il mio sogno. Tanto meno ho pensato di sorvolare gli ostacoli con leggerezza. Mi sono rimboccata le maniche, ci ho dato dentro persino di notte. All’indomani della laurea, e per i giorni seguenti, e ora, mi hanno fatta sentire grande e ho finalmente preso coscienza della mia impresa. Non solo gli amici, ma anche conoscenti, che mi fermano appositamente per strada o al bar, per farmi gli auguri, i complimenti e per esprimermi tutta la loro ammirazione.
Mio Dio! Mi sono detta, davvero un tale gesto ha smosso gli animi, davvero non si riesce più a sognare, visti lo stupore e le domande rivolte: «Ma come hai fatto?».
Davvero questa società ci ha resi pigri, intorpiditi, omologati allo slogan: «Tutto a portata di mano… tutto con un click». Ed ecco che un gesto come il mio scuote e percuote. E allora, se può servire, sono disposta a immolarmi per chissà quante lauree ancora. Tant’è che altre due amiche hanno deciso di imitarmi.
Io sono la Rosalba di sempre: testarda, caparbia, con la testa piena di sogni.
Per ora mi godo la nuvoletta, e da quassù, ti assicuro cara Paola, è tutt’altra cosa.
*Rosalba ci aveva raccontato come e perché aveva ripreso gli studi in Sono in fibrillazione da laurea. E i figli mi dicono: «Ma’, sei forte!»
in Europa lo chiamano lifelong learning, cioè il processo di apprendimento continuo, quello per il quale non basta aver preso una laurea, sebbene in giovane età, e poi non aggiornarsi di continuo. Eduardo direbbe invece, gli esami non finiscono mai. Bella e coraggiosa prova a cui ti sei sottoposta tu e molti miei amici, come mia sorella, che ammiro molto!!! Congralutazioni meritate dunque!!
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Grazie! Tuttavia devo dire che nel profondo c’è dell’altro che implica l’essere donna oggi più che mai rispetto al passato, quel cammino ancora impervio da compiere, oltre a qualcos’altro di personale. Ad esempio la perenne sfida a cui mi sottopongo in ogni mia azione, la voglia di sognare e realizzare quei sogni, la rabbia di riprendersi ciò che un tempo è stato negato, partendo dalla conoscenza che assieme all’intelligenza, ci rendono libere e leggere come le ballerine di Degas. Spero di cuore che i “molti” continuino a crescere, sempre più e ancora grazie.
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E’ da un po’ che ci vado pensando anch’io e proprio in lettere moderne…sarebbe la terza in effetti, ma in un ambito completamente diverso e mi sembra che mi completerebbe.
Devo dire che questa lettura mi ha ulteriormente intrigato e spinto in quella direzione….
Grazie!
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Non pensarci ancora e agisci! Lo studio della letteratura, della linguistica, della glottologia, della filologia e filosofia, del latino, la conoscenza del pensiero nella storia dell’umanità, affina la mente. Inoltre dischiudersi alla cultura orientale, come ho fatto tramite lo studio dell’Indologia, è stato davvero aprirsi al mondo. La nostra bella lingua, il bagaglio di conoscenze che ognuno di noi possiede, quell’enciclopedia a portata di mente, i paradigmi…quei cassetti mentali che apriamo ogni volta che articoliamo un discorso…credo che tutto ciò sia affascinante, nel rispetto tuttavia per le altre discipline.
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ma vi siete accordate -e rosalba è il primo violino!- per istigarmi?! bell’orchestra che siete! 🙂 è già il terzo anno che rimando l’iscrizione per un’altra laurea ‘da grande’ (la prima a 31 da lavoratrice) intrattenendomi con lezioni da uditrice ad un master (i master costano TROPPO) fino a decisioni più serie, chissà se quest’anno decido… brava rosalba, sei stata davvero brava: soprattutto a tenere duro fino all’ultimo esame!
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Fino all’ultimo davvero, piacevole tuttavia: il liber Catulliano! ne ho contati 38 in tutto (di esami)…persino Filologia germanica ho dovuto “amare” (alla fine riesco sempre ad appassionarmi a ogni argomento).
In effetti i master costano e al massimo fanno curriculum… Io dopo aver frequentato corsi di scrittura creativa e non, decisi d’iscrivermi all’università, la nostra, ancora valida nonostante tutto. Grazie Elisabetta e…decidi bene!
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