di Rosalba Griesi

Rosa Di Paolo fotografata dall’amica Rosalba Griesi nel momento in cui viene proclamata dottoressa in giurisprudenza: Bari, 5 novembre 2014
La mia amica Rosa si è laureata e io ne sono immensamente felice perché ha realizzato un sogno, uguale al mio, perché ha raggiunto un traguardo, come il mio, perché abbiamo percorso insieme la stessa strada, perché ci siamo tenute quasi per mano… sono felice ed orgogliosa della mia amica e le voglio tanto bene!
La sua laurea è in giurisprudenza. Rosa ama quel campo, tant’è che si è sempre appassionata a quei ghirigori di leggi… i diritti civili, penali, del lavoro… una gran testa la mia amica. Quanti articoli da ricordare e ad ogni esame teneva testa a tutti. Sì, perché ci siamo raccontate di ogni esame. Quante risate a pensare a noi mamme, lavoratrici, tra i banchi universitari di fianco ai ragazzi che avrebbero potuto essere figli nostri. Davvero un bel coraggio, davvero determinate. Talvolta per non rubarci tempo, quel prezioso tempo centellinato, ci sentivamo per telefono per aggiornarci sugli eventi. Tuttavia un caffè al bar di qualche sabato, nessuno ce lo toglieva. Ci abbracciavamo e veniva a piovere per quell’evento meraviglioso. Mi diceva sorridendo: «Tutta colpa tua se ora mi ritrovo indaffarata con gli esami». Ma lo diceva con tale affetto e tale trasporto, come a dirmi invece grazie per aver dissodato questo terreno.
È stata davvero brava la mia amica.

Rosa e Rosalba abitano a Palazzo San Gervasio, in Basilicata, ed entrambe hanno avuto la caparbietà di laurearsi (nonostante le difficoltà, gli anni teoricamente “non canonici”, il lavoro e la famiglia da mandare avanti)
Un giorno mi dedicò le parole di Nelson Mandela per dirmi di brillare e di non scoraggiarmi mai nel percorrere la mia strada senza mai nascondermi per il timore di apparire troppo: «La nostra paura più profonda non è di essere inadeguati. La nostra paura più profonda è di essere potenti oltre misura. È la nostra luce, non le nostre tenebre, ciò che più ci spaventa. Ci domandiamo chi sono io per essere brillante, splendido, ricco di talento, favoloso? In realtà chi non devi essere? Sei un figlio di Dio. Farti piccolo non serve al mondo. Non vi è nulla di illuminante nel restringersi cosicché gli altri intorno a te non si sentano insicuri. Noi siamo nati per rendere manifesta la gloria di Dio che è dentro di noi; è in tutti. Facendo brillare la nostra Luce, inconsciamente diamo agli altri il permesso di fare lo stesso. Mentre noi ci liberiamo della nostra paura, la nostra presenza automaticamente libera gli altri». (1)
Iniziammo anche a scrivere per “Libero Accesso”, ricordi Rosa? Le prime donne maritate che a sera si recavano presso la sede Avis che fungeva da redazione. Io mi portavo dietro Miriam piccola, che mi seguiva ovunque, la mascotte del gruppo. Si parlava degli articoli da pubblicare o delle interviste da realizzare… poi non ci è più bastato, bisognava andare oltre, bisognava riprendersi ciò che ci era dovuto a suo tempo e che per circostanze diverse ci era stato sottratto. Ma ancor più era la voglia di un riscatto, della condizione sociale di noi donne all’interno di una comunità chiusa e gretta di provincia alla quale eravamo state sottoposte da ragazze. La voglia di crescere, di lottare, in quei tumultuosi Anni Settanta che ci avevano sfiorate.

Le due amiche brindano e si abbracciano dopo la laurea di Rosa, che è funzionaria dell’Agenzia delle Entrate a Melfi
Ha dedicato la tesi «al suo Angelo, che da lassù ha guidato i suoi passi», quel vuoto incolmabile, quelle mani ripiegate nel grembo, prive di qualcosa che mai più stringeranno, quell’assenza che porta con sé nel cuore, nonostante gli anni trascorsi…
Era frastornata la mia amica Rosa, ma quei dieci minuti concessi dalla commissione, sono trascorsi degnamente tra Diritto europeo e Diritto civile. Ha indossato la toga ed è stata proclamata dottoressa. I suoi occhi erano colmi d’emozione e di gioia e forse di qualcos’altro, ben trattenuto… io lo so!
Tutti l’abbiamo festeggiata, parenti e amici. Abbiamo brindato a lei nel cortile esterno del Dipartimento di giurisprudenza dell’università “Aldo Moro” di Bari, dove si erge gigantesca la scultura della dea Minerva. L’ha guardata, faccia a faccia, non avendo ormai più nulla da scongiurare. Ha alzato lo sguardo anche sulle finestre di ogni piano, fino al quinto, ripercorrendo ogni esame sostenuto in ciascuna di quelle aule. Poi mi ha detto: «Rifarei tutto daccapo, è stato sì faticoso, ma fantastico»… e anch’io!

La neo laureata fotografata da Rosalba Griesi sotto la statua della dea Minerva nel cortile dell’università “Aldo Moro” di Bari
Ho dedicato questi versi alla mia amica Rosa: «Il tempo/ non potrà/ mai/ placare/ i sogni/ delle donne/ Ad ogni desiderio/ una stella/ s’accende/ La tua/ brilla e illumina/ i cuori di chi/ con te/ ha sognato/ ha desiderato».
Lo scirocco ha soffiato sulle palme di piazza Cesare Battisti, portando con sé l’odore della salsedine, mentre i calici trillavano il cin cin. Ad maiora, Rosa, semper.
(1) Tratto da “Brodo caldo per l’anima 3°”, di Jack Canfield e Mark Victor Hansen (Armenia)
grazie a voi e congratulazioni a Rosa. Il vostro messaggio di luce ci aiuta tutte.Ornella
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Occorre crederci, sperare, lottare per un mondo migliore…il più delle volte le buone notizie non fanno notizia, e allora l’oscuro ci assale e smettiamo di vedere quella luce che invece ci indica la via. Siamo creature della vita e nel bene e nel male dobbiamo viverla. E’ questo il nostro dovere verso un dono così grande.
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