A Nicoletta, amica-farfalla che vorrei sentir cantare ancora

di Rosalba Griesi

"Le turban vert", Tamara de Lempicka (1929)

“Le turban vert”, Tamara de Lempicka (1929)

Aveva un bel volto, la fronte larga, capelli fluidi e occhi a mandorla. Un bel sorriso, generoso e grande che partiva dal cuore e dalla bocca s’allargava alle guance sino agli occhi. Gli anni? Non abbastanza per concluderli.

Amava la bellezza e sapeva porgerla con eleganza e sobrietà. Leggera, ma non di superficialità, piuttosto di farfalla che si posa di fiore in fiore per carpirne i segreti più profondi.

Non ricordo mai d’averla vista adirata. Metteva il broncio che si scioglieva dopo pochi minuti. Non riusciva ad avercela con nessuno.

Nicoletta d’un tratto cantava a squarciagola in auto… Che poi, il suo tono di voce era basso, soffocato quasi… Le piacevano Fiorella Mannoia, Zucchero, Fabrizio De André…

Quante foto scattate insieme! In autunno i caldi colori ci avvolgevano, in primavera quei soffi nuovi ci risvegliavano.

«Nicol, aspetta, stoppa… qui ci sta uno scatto!».

Gemme di pesco o un campo di colza, come di sole frantumato. Quante soste al mattino, e a scuola si arrivava sempre in ritardo.

La mia Nicol dal sorriso dolce, Nicol e la gioia di vivere.

«Rosy…», e io non le rispondevo in preda alle mie paturnie, come spesso mi accade. Oppure intenta a inseguire un verso, un’immagine, un pensiero.

«Rosy, Rosy…», faceva di tutto per riprendermi. «Si Nicol, arrivo».

In ufficio una di fianco all’altra, e facevamo anche noi ricreazione… Un gran cereale a te, uno a me, poi il caffè. Ho smesso persino di fumare, perché a lei dava fastidio l’odore del fumo che mi rimaneva addosso dopo la sigaretta, mi diceva. Un’amica anche questo ti fa fare o sei tu a farlo per lei…

«Dai fammi leggere quel che hai scritto», mi diceva.

«Davvero ti piacciono le mie poesie?». Era sincera Nicol, mi diceva a chiare parole quel che pensava.

Quanto ridere insieme, bastava un cenno, uno sguardo. Ridevamo di tutto, l’ironia le apparteneva, l’allegria era nostra compagna. Davvero non riuscivamo a separarci. «Sembrate due carabinieri», ci dicevano scherzando.

Il suo passo lento e cadenzato, le sue movenze, come di chi attraversa l’arcobaleno…

«Nicoletta Nicoletta e le sue mille borsette, una bianca l’altra blu, e c’è poi la più bella che ha la forma di una stella».

A dicembre era partita per il Nord. Perché noi del Sud dobbiamo partire anche per curarci…sono viaggi della speranza!

Le scrivevo: «Come sta oggi la mia principessa?».

Era molto debole e a fatica mi rispondeva da quel letto d’ospedale.

I paesaggi della Basilicata che Rosalba e l'amica Nicoletta si fermavano a fotografare mentre insieme, in macchina, andavano verso lo stesso lavoro e lo stesso ufficio

I paesaggi della Basilicata che Rosalba e l’amica Nicoletta si fermavano a fotografare mentre insieme, in macchina, andavano verso lo stesso lavoro e lo stesso ufficio

A maggio ogni mattina mi fermavo per fotografare i campi in fiore… papaveri, ciclamini, viole, margherite e fiori di malva. Un fiore al giorno le offrivo e lei riusciva a sentirne il profumo, mi diceva.

La portavo sempre con me, tanto che la memoria del cellulare alla fine si era fusa per le centinaia di fotografie che scattavo per lei. Alcune mattine mi sembrava di averla accanto, di sentirla cantare all’improvviso a squarciagola.

Per un po’ di giorni non si era fatta più sentire e io stavo temendo il peggio. Poi un pomeriggio mi aveva chiamata e con un filo di voce:

«Rosy prepara le carte per le graduatorie per quando torno…».

«Non molla», pensavo, perché noi donne abbiamo una forza infinita, perché sappiamo scavarci dentro, perché sappiamo dove cercarla. E quella forza la tiriamo fuori con un fragore tale da far paura.

Fino all’ultimo ha lottato la mia amica, non si è mai arresa. Lei, remissiva agli eventi della vita e pur tenace. Lei, dolce di quella dolcezza disarmante e disincantata.

Non mi è bastato parlarle, starle accanto, sostenerla. Ho preso il treno e sono andata ad abbracciarla. Ci siamo parlate per l’ultima volta. Le ho raccontato il quotidiano per farla sentire una di noi, abbiamo riso ancora e ho letto le ombre che sono passate nei suoi occhi e ho cercato di scacciarle, ma non so se ci sono riuscita.

"Printemps", Tamara de Lempicka (1930)

“Printemps”, Tamara de Lempicka (1930)

È stato un privilegio averla avuta accanto per tanto tempo, una fortuna averla avuta come amica, di quell’amicizia che rinfresca il cuore, che alleggerisce l’anima.

Soltanto mi sarebbe piaciuto ancora una volta sentirla cantare con quel tono di voce scanzonato, quasi soffocato, ma convinto, tanto convinto.

Ciao Nicol.

 

8 thoughts on “A Nicoletta, amica-farfalla che vorrei sentir cantare ancora

    • …al vento, ai pensieri, ai ricordi che ci conducono lontani. Credo ci debba essere, ad ogni modo, qualcuno a cui mancare. Il passaggio di ognuno non rimane inosservato in un modo o nell’altro. Grazie Adele delle belle parole.

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  1. “ciao dio sono io, marion!”. a Rosalba consiglio di vedere La storia di Agnes Browne. Leggere di voi due e di Nicoletta me lo ha fatto balzare al cuore. Ci sono anche 4 libri, sempre su Agnes e la sua amica Marion a sui 7 figli di Agnes, “7 figli come 7 gocce di mercurio”. Per neri pozza, l’autore è brendan o’carrol. Un sorriso Rosalba e vediti il film: secondo me sentirai ridere e cantare. betta

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    • Certo Betta, seguirò il tuo consiglio. La lettura di un buon libro aiuta più d’ogni altra cosa…l’amicizia, a mio parere, conta più dell’amore…l’amicizia è rosa canina è verde agrifoglio…se si ha la fortuna d’incontrarla e di riconoscerla.

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    • Grazie Ornella…anche lei lo sentirà…le persone care continuano a vivere con noi con quel pezzo di loro che strappiamo, anche se un pezzo di noi si strappa con loro.

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