di Alessandro Manzoni*
Al Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa è in scena fino al 31 ottobre 2021 “La notte dell’Innominato” con Eros Pagni, adattamento da “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni del regista Daniele Salvo. Nel ruolo di Lucia, Valentina Violo.

Ha scritto Paola Ciccioli su Facebook: «Sono tornata a teatro. E, grazie al Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, ho potuto godere della regale prova d’attore di Eros Pagni che fino alla fine di ottobre sarà in scena con “La notte dell’Innominato” dove interpreta l’uomo malvagio narrato da Alessandro Manzoni ne “I promessi prosi”. Quell’uomo potentissimo e temuto che dopo la Malanotte del rapimento di Lucia Mondella viene irrimediabilmente toccato e convertito dall’innocenza della giovane rinchiusa nel suo castello. Sulla scena è il Manzoni stesso che fa il suggeritore agli interpreti, mentre videoregistrazioni interrompono, anche cromaticamente, il dipanarsi della storia tra il buio della perdizione e la luce della salvezza». La foto di scena è firmata ©MasiarPasquali
Ma c’era qualchedun altro in quello stesso castello, che avrebbe voluto fare altrettanto, e non potè mai. Partito, o quasi scappato da Lucia, dato l’ordine per la cena di lei, fatta una consueta visita a certi posti del castello, sempre con quell’immagine viva nella mente, e con quelle parole risonanti all’orecchio, il signore s’era andato a cacciare in camera, s’era chiuso dentro in fretta e in furia, come se avesse avuto a trincerarsi contro una squadra di nemici; e spogliatosi, pure in furia, era andato a letto. Ma quell’immagine, più che mai presente, parve che in quel momento gli dicesse: tu non dormirai.
– Che sciocca curiosità da donnicciola, – pensava, – m’è venuta di vederla? Ha ragione quel bestione di Nibbio; uno non è più uomo; è vero, non è più uomo!.. Io?… io non son più uomo, io? Cos’è stato? che diavolo m’è venuto addosso? che c’è di nuovo? Non lo sapevo io prima d’ora, che le donne strillano? Strillano anche gli uomini alle volte, quando non si possono rivoltare. Che diavolo! non ho mai sentito belar donne?
E qui, senza che s’affaticasse molto a rintracciare nella memoria, la memoria di sé gli rappresentò più di un caso in cui né preghi né lamenti non l’avevano punto smosso dal compire le sue risoluzioni. Ma la rimembranza di tali imprese, non che gli ridonasse la fermezza, che già gli mancava, di compir questa; non che spegnesse nell’animo quella molesta pietà; vi destava in vece una specie di terrore, una non so qual rabbia di pentimento. Di maniera che gli parve un sollievo il tornare a quella prima immagine di Lucia, contro la quale aveva cercato di rinfrancare il suo coraggio. – È viva costei, – pensava, – è qui: sono a tempo; le posso dire: andate, rallegratevi; posso veder quel viso cambiarsi, le posso anche dire: perdonatemi… Perdonatemi? io domandar perdono? a una donna? io…! Ah, eppure! se una parola, una parola tale mi potesse far bene, levarmi d’addosso un po’ di questa diavoleria, la direi; eh! sento che la direi. A che cosa sono ridotto! Non son più uomo, non son più uomo! … Via! – disse poi, rivoltandosi arrabbiatamente nel letto divenuto duro duro, sotto le coperte divenute pesanti pesanti: – via! son sciocchezze che mi son passate per la testa altre volte. Passerà anche questa.
*Dal capitolo XXI de “I promessi sposi” (Editoriale Lucchi, 1963).
A cura di Paola Ciccioli
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