Figli (e cognomi) di madri e padri

«È illegittima la norma che impone l’attribuzione automatica ed esclusiva del solo cognome paterno. I neo genitori, quindi, possono ora attribuire al loro figlio, di comune accordo, il doppio cognome  – paterno e materno – al momento della nascita. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale».

Questo si legge sul sito del Ministero dell’Interno. La questione del doppio cognome è questione di diritti, dunque deve assolutamente interessarci. Per questo pubblichiamo le riflessioni della Rete per la Parità su una recente circolare che, anziché riempire vuoti interpretativi, sembra voler aggiungere dubbi a vecchi ritardi.

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Nipotina mia carissima, lo sai che quando ero giovane in Italia non c’erano prefette, ambasciatrici e magistrate?

di Rosa Oliva*

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Rosanna Oliva in una foto scattata il 10 settembre, giorno del suo compleanno.

Vorrei tanto che mia nipote e le sue coetanee crescessero in un Paese dove le donne fossero liberate dalla necessità di scegliere tra lavoro e famiglia, tra avere figli e fare carriera.

Cara Irene,

hai nove anni e presto ti parlerò di questa mia lettera che leggerai tra qualche tempo.

Una sera ti dirò del compito che ti voglio affidare per quando tu sarai una donna e io non ci sarò più. Devo trovare l’occasione giusta, magari uno di quei momenti felici in cui stai per addormentarti ed io accanto a te ascolto le tue domande difficili: “Nonna, ci credi in Dio?”, “Nonna, oggi ho sentito una parolaccia” e non hai il coraggio di dirmi quale, poi la pronunci sottovoce per conoscerne il significato, che io ti spiego, dicendoti che sì, le parolacce sono una cosa brutta e vanno evitate.

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Lettera alla nipotina della nonna Grande Ufficiale della Repubblica

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Una “spaziale” novità editoriale: http://www.scienzaexpress.it/ Rosa Oliva, meglio conosciuta come Rosanna, ha fondato la “Rete per la Parità” che tuttora presiede ed è stata nominata da Giorgio Napolitano Grande Ufficiale della Repubblica.

di Monica Marelli e Rosa Oliva*

Quando Irene arrivò davanti al portone, si alzò leggermente sulle punte e premette il pulsante del citofono. Salì le scale rapidamente, nonostante il pesante zaino sulle spalle.

La nonna Rosanna l’aspettava sulla porta: era appena tornata da una riunione in Comune, dove aveva discusso come ottenere l’apertura di un parco pubblico nel quartiere al posto di un centro commerciale.

L’assessore non la finiva più di parlare e Rosanna aveva temuto di non tornare a casa in tempo per accogliere la nipotina. Era in pensione ma il suo impegno per le questioni sociali era sempre presente nella sua vita. Così, dopo aver dato un bacio a Irene e averla aiutata a liberarsi le spalle dal pesante carico, le disse di andare subito a lavarsi le mani perché il pranzo era pronto.

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Gay Pride, c’è sempre una prima volta (anche per Varese)

di Erica Sai

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Sabato 18 giugno: un abbraccio che vale più di mille proclami al primo Gay Pride di Varese. La nostra Erica Sai ha partecipato alla manifestazione perché, come giustamente sottolinea in questa sua riflessione, i diritti riguardano tutti, indipendentemente dall’orientamento sessuale di ciascuno di noi (foto dalla pagina Facebook di Varese Pride)

Le bandiere arcobaleno sventolano qua e là. Spicca una bandiera della Sardegna, solitaria. Non manca mai una bandiera sarda quando c’è l’occasione per portarla in giro. Un fiume di persone per il primo Varese Pride, un concentrato di colori che si snoda a dipingere le vie della città. Una sveglia per Varese, che suona a squilli decisi; un movimento nuovo per questo luogo talvolta troppo grigio, troppo conservatore di quel conservatorismo che finge di non vedere, che vuol convincersi che alcune cose non esistano voltando lo sguardo.

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«Ai giovani dico: guardatevi attorno, e troverete gli argomenti che giustificano la vostra indignazione»

di Stéphane Hessel*

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Stéphane Hessel (Berlino, 20 ottobre 1917 – Parigi, 27 febbraio 2013) . “Un giusto”

Chi comanda, chi decide? Non è sempre facile distinguere fra le tante correnti che ci governano. Non abbiamo più a che fare con una piccola élite della quale comprendiamo chiaramente gli intrighi. Il nostro è un mondo vasto. Del quale intuiamo la non indipendenza. Viviamo in un contesto d’interconnettività senza precedenti. Ma in questo nostro mondo esistono cose intollerabili. Per accorgersene occorre affinare lo sguardo, scavare. Ai giovani io dico: cercate e troverete. L’indifferenza è il peggiore di tutti gli atteggiamenti, dire: «Io che ci posso fare, mi arrangio». Comportandoci in questo modo, perdiamo una delle componenti essenziali dell’umano. Una delle sue qualità indispensabili: la capacità di indignarsi e l’impegno che ne consegue Continua a leggere