«Ai giovani dico: guardatevi attorno, e troverete gli argomenti che giustificano la vostra indignazione»

di Stéphane Hessel*

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Stéphane Hessel (Berlino, 20 ottobre 1917 – Parigi, 27 febbraio 2013) . “Un giusto”

Chi comanda, chi decide? Non è sempre facile distinguere fra le tante correnti che ci governano. Non abbiamo più a che fare con una piccola élite della quale comprendiamo chiaramente gli intrighi. Il nostro è un mondo vasto. Del quale intuiamo la non indipendenza. Viviamo in un contesto d’interconnettività senza precedenti. Ma in questo nostro mondo esistono cose intollerabili. Per accorgersene occorre affinare lo sguardo, scavare. Ai giovani io dico: cercate e troverete. L’indifferenza è il peggiore di tutti gli atteggiamenti, dire: «Io che ci posso fare, mi arrangio». Comportandoci in questo modo, perdiamo una delle componenti essenziali dell’umano. Una delle sue qualità indispensabili: la capacità di indignarsi e l’impegno che ne consegue Continua a leggere

«Dimmi, babbo, cos’è il razzismo?»

di Tahar Ben Jelloun*

Tahar Ben Jelloun è tra gli scrittori presenti a La Milanesiana 2019 (http://www.lamilanesiana.eu/)

Il razzismo esiste ovunque vivano gli uomini. Non c’è nessun paese che possa pretendere che non ci sia razzismo in casa sua. Il razzismo è nell’uomo. È meglio saperlo e imparare a respingerlo, a rifiutarlo. Bisogna controllare la propria natura e dirsi: “Se ho paura dello straniero, anche lui avrà paura di me”. Si è sempre lo straniero di qualcuno. Imparare a vivere insieme, è questo il modo di lottare contro il razzismo.

Ma babbo, io non voglio imparare a vivere con Céline, che è cattiva, ladra e bugiarda…

– Tu esageri. È troppo per una ragazzina della tua età!

– Lei è cattiva con Abdou. Non vuole sedersi vicino a lui in classe, e dice cose spiacevoli sui negri.

– I genitori di Céline hanno dimenticato di darle una buona educazione. Forse loro stessi non sono beneducati. Ma non bisogna comportarsi con lei come fa lei con Abdou. Bisogna parlarle, spiegarle perché ha torto.

– Da sola, non ci riuscirò.

– Chiedi alla maestra di discutere del problema in classe. Sai, bambina mia, è soprattutto con i bambini che si può intervenire per correggere il modo di comportarsi. Con le persone grandi, è più difficile.

– Perché, babbo?

– Perché un bambino non nasce con il razzismo nella testa. Per lo più un bambino ripete quello che dicono i suoi parenti, più o meno prossimi. Con assoluta naturalezza un bambino gioca con gli altri bambini. Non si pone il problema se quel bambino africano è inferiore o superiore a lui. Per lui è prima di tutto un compagno di giochi. Possono andare d’accordo o litigare. È normale. Ma non ha niente a che vedere con il colore della pelle. Per contro, se i suoi genitori lo mettono in guardia contro i bambini di colore, allora, forse, si comporterà in un altro modo.

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