di Savina Dolores Massa

Savina Dolores Massa
Aveva quattro anni e io sei quando l’ho vista che raccoglieva conchiglie sulla spiaggia. Le prendeva, le puliva, le baciava e le infilava in un sacco. Io ero seduto sulla sabbia, a muoverla con un ramo secco che avevo appena trovato. Lei prendeva conchiglie, come fanno tutti nella nostra isoletta. A dieci metri da lei spostavo sabbia. Le ho gridato, Perché le baci?
Si è tirata il sacco in spalla e se n’è andata in piazza a vendere conchiglie ai turisti, come fanno tutti nella nostra isoletta. Io non facevo niente davanti a lei seduta per terra a vendere conchiglie ai turisti come fanno tutti nella nostra isoletta.
Ti è rimasta una conchiglia, le ho detto.
Non è avanzata. Non l’ho venduta apposta, mi serve per noi.
Con l’aculeo della conchiglia s’era punta il braccio e, in piedi, aveva punto il mio. Poche gocce di sangue dell’uno e dell’altra le abbiamo mescolate per qualche secondo. Me ne ero andato senza dire nulla, come aveva fatto lei in spiaggia, alla mia domanda.
***
Aveva diciotto anni e io venti quando l’ho vista che raccoglieva conchiglie sulla spiaggia. Le prendeva, le puliva, le baciava e le infilava in un sacco. Io ero seduto sulla sabbia, a muoverla con un ramo secco che avevo appena trovato. Lei prendeva conchiglie, come fanno tutti nella nostra isoletta. A dieci metri da lei spostavo sabbia. Le ho gridato, Perché le baci?
Non ti accorgi, griot, che il vento sta riportando indietro la tua musica? È inutile ogni tuo tentativo, ascolta me. Ascolta me!
Le baciava perché le conchiglie che raccoglieva le vendeva per farne coperchi di tombe, non solo ai turisti. Un bacio per farsi perdonare
dava Safia alle conchiglie
per confortare la sorte alla quale erano destinate: cimiteri.
Aveva ragione: dal mare al camposanto era un bel salto. Consoliamoci noi clandestini in naufragio, noi non ci spaccheremo le reni a saltare verso luoghi consacrati. Consolati con me, Sayoro
lei non può sentirti.
Tratto da Undici di Savina Dolores Massa (Il Maestrale, 2008). Il romanzo è ispirato a un fatto realmente accaduto nel 2006 quando una barca bianca di sei metri, senza nome e senza bandiera, viene avvistata da un pescatore alle Barbados con a bordo i corpi di 11 giovani che avevano lasciato l’Africa. La scrittrice sarda, originaria di Oristano, restituisce la dignità di un nome a ciascuno di quegli uomini e immagina i loro ricordi nel momento in cui il mare ne sta per ingoiare la vita. Il canto d’addio alla raccoglitrice di conchiglie è di Pape.
La foto di copertina è di Ico Gasparri. (Paola Ciccioli)
Viene davvero voglia di leggere delle altre dieci anime di sommersi. Non sarà mai abbastanza dar loro voce. E questa di Savina Dolores Massa la trovo estremamente poetica e preziosa.
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