Lei è poeta, lui pittore. Lei è Mariacristina Pianta, lui Emilio Palaz. Si amano, vivono insieme, sono fonte di ispirazione l’uno per l’altra. La loro unione è monitorata dal coinquilino, il gatto Camillo, che Mariacristina canta in alcune delle sue poesie e che Emilio non trascura nelle proprie tele. “Dittico” è il titolo dell’appuntamento di cui saranno protagonisti il 28 novembre nella Galleria degli artisti di Milano, con letture di Paola Casella e musiche di Gipo Gurrado. (Paola Ciccioli)
Com’è stimolante vivere con gente di questa tribù
Sogno o realtà?
Non lo saprò mai… da quando vivo in questa casa non si capisce dove abiti l’uno e dove risieda l’altra… si è come immersi in una grande e dolce marea di creativa confusione… e io, gatto Camillo, che, come avrete capito, amo filosofeggiare, sono convinto di possedere un senso estetico al di là dell’immaginabile: guai a chi non lo sa coltivare, il proprio senso estetico… non è certo necessario portarlo di continuo dall’estetista, depilarlo, tonificarlo, fargli il lifting… ma va educato, alimentato giornalmente, mettendolo in prima posizione nella hit-parade del nostro mondo interiore. Ecco che di nuovo il mio fantasticare onirico mi sta portando lontano.
Nella mia vita reale, invece, mi interessa molto meno occuparmi di queste fantasticherie… meglio stare tranquilli e tenere d’occhio l’obiettivo.
Ognuno di noi, anche noi gatti, abbiamo un obiettivo: tutti dobbiamo averlo. Il mio? Una vita semplice, senza troppe complicazioni, ma si sa che, purtroppo, la vita semplice si conquista attraverso un’infinità di piccole complicazioni, di continui adattamenti: lo stare qui in questa strana casa potrebbe far pensare di vivere in uno spazio fuori del tempo: stanze piene di oggetti e tracce di vissuto, l’antica polvere di paste colorate seccate, uscite da tubetti non del tutto spremuti, le zone invisibili, sotto i mobili, non visitate da anni e anni, i segreti di famiglia… tutto sembra avvolto in una macchia di colore o come dice qualcuno “immerso in un’atmosfera rarefatta che vibra di onirica poesia”… va benissimo, per carità, ma parlando fuori dai denti (non ditelo a nessuno)… questa nella quale vivo è una casa inquietante… lui e lei sono due tipi particolari. Stare qui sviluppa una sorta di “attrazione fatale”.
Emilio, guarda oltre, lei, Cristina, ama altro. A lui pittore, piace catturare la realtà, lei poeta, vuole afferrare l’attimo fuggente, il famoso “carpe diem” che ci tramandano da tempi assai remoti, sia esso un “cogli l’attimo” o “servitemi la carpa” come preferiva tradurre nonno gatto. Ne hanno parlato tutti: poeti, scrittori, religiosi e gente comune. “Dum loquimur fugerit invida aetas: carpe diem, quam minimum credula postero”. Così scrive Orazio, ovvero: “Mentre parliamo il tempo, invidioso, sarà già fuggito. Cogli l’attimo, fiducioso, il meno possibile, nel domani”.
Solo sul presente l’uomo può intervenire e, solo sul presente, quindi, deve concentrarsi il suo agire, che, in ogni sua manifestazione, deve sempre cercare di cogliere le occasioni, le opportunità, le gioie che si presentano oggi, senza alcun condizionamento derivante da ipotetiche speranze o ansiosi timori per il futuro.
Si tratta di una filosofia che pone in primo piano la libertà dell’essere vivente (uomo o gatto che sia) nel gestire la propria vita e il tempo che ci è dato, perché come ci ammonisce il poeta, mentre parliamo, il tempo invidioso è già trascorso. Quell’attimo forse esiste e Cristina lo sa, più di Emilio, e lo cattura nelle parole.
Vede lontano lei… i due sono sempre alla ricerca di qualcosa che… non si vede; a volte un po’ tesi, proprio come un arco di violino, del resto come tutta la gente della loro tribù… parlo di quelli che solitamente portano dei cappelli strani, a tesa larga, che abbinano a pastrani molto ampi per coprire le loro nudità, che per altro, una volta a loro agio, esibiscono con molta naturalezza circolando come Adamo ed Eva nel giardino dell’Eden.
Da: “Elucubrazioni filosofico estetiche di Camillo gatto metafisico” di Alessandro Quasimodo con Miriana Ronchetti. Il racconto apre il libro Emilio Palaz. Le tele, le carte, i disegni (Libreria Bocca Edizioni, 2010).