“Bella”, one word is enough

Testo, foto e traduzione in inglese di Luca Bartolommei

Gli Stati Uniti sono il secondo Paese che, ci informano le statistiche wordpress, contatta quotidianamente il blog Donne della realtà di cui sono la responsabile e coordinatrice. Seguono il Canada, il Regno Unito, l’Irlanda, tutti i Paesi europei e l’America Latina, perché come sapete il blog  ha un’intera sezione dedicata ai contenuti in lingua spagnola. Ho chiesto a Luca Bartolommei , che ringrazio, di tradurre in inglese i nostri migliori contributi su Milano, la sua storia e le sue canzoni che abbiamo realizzato insieme in questi anni. Noi vogliamo, lo desideriamo, mantenere vivo il nostro legame con il mondo: il web (il “vasto mondo”) è appunto questo. E, liberata da parole negative e fuorvianti, la Rete è la grande risorsa a nostra disposizione per evitare l’isolamento e il pregiudizi, specie di in queste settimane di allarme Corona Virus. Non potevano che iniziare con l’articolo scritto da Luca sulla sua esperienza di busker sotto le guglie del Duomo. (Paola Ciccioli)

I shot this picture with my phone last september 1st. In a while, light had changed and Duomo looked no longer golden. I’ve caught the moment. I have chosen this photo as cover of my Facebook page “Palcoscenico Milano” where I post pics, videos and other stuff about my going-around-busking-by-myself tour in Milano (https://www.facebook.com/Luca-Bartolommei-Palcoscenico-Milano-440509793146462)

From time to time I pick up my travel guitar and my small mobile PA and go busking in the streets of Milano. I mostly play and sing milanese traditional songs of the 40’s and 50’s, my wife Paola named this project Milano on Stage. Then, Milano itself becomes a huge scene where I can tell to passers-by tales about characters, situations, stories, locations, vices and virtues of the town. Busking, by the way, is something unique in terms of my personal experience, and is really rewarding, it’s something new, and it’s not granted, even after a lifetime spent with and in music. Continua a leggere

“Bella”, basta la parola

Testo e foto di Luca Bartolommei

Gli Stati Uniti sono il secondo Paese che, ci informano le statistiche wordpress, contatta quotidianamente il blog Donne della realtà di cui sono la responsabile e coordinatrice. Seguono il Canada, il Regno Unito, l’Irlanda, tutti i Paesi europei e l’America Latina, perché come sapete il blog ha un’intera sezione dedicata ai contenuti in lingua spagnola. Ho chiesto a Luca Bartolommei , che ringrazio, di tradurre in inglese i nostri migliori contributi su Milano, la sua storia e le sue canzoni che abbiamo realizzato insieme in questi anni. Noi vogliamo, lo desideriamo, mantenere vivo il nostro legame con il mondo: il web (il “vasto mondo”) è appunto questo. E, liberata da parole negative e fuorvianti, la Rete è la grande risorsa a nostra disposizione per evitare l’isolamento e il pregiudizi, specie di in queste settimane di allarme Corona Virus. Non potevano che iniziare con l’articolo scritto da Luca sulla sua esperienza di busker sotto le guglie del Duomo. (Paola Ciccioli)

Ho scattato questa foto con il cellulare lo scorso 1° settembre, questione di qualche secondo e la luce era già cambiata, il Duomo non era più color oro. Sono riuscito a cogliere l’attimo. Ho scelto questa immagine per la mia pagina Facebook Palcoscenico Milano, dove posto foto, video e curiosità sul mio “vo in gir a cantà e sonà in de per mì tour” per le strade cittadine (https://www.facebook.com/Luca-Bartolommei-Palcoscenico-Milano-440509793146462)

Da qualche tempo mi esibisco per le strade di Milano con la mia chitarra cantando e suonando canzoni in milanese, seguendo un progetto che mia moglie ha chiamato Palcoscenico Milano, dove la città diventa una grande scena sulla quale presentare ai passanti personaggi, situazioni, ambienti e storie varie che ne raccontano anche vizi e virtù.

Suonare per strada è un’esperienza unica che mi sta dando emozioni e soddisfazioni sconosciute nonostante la mia lunga militanza a livello di impegno musicale.

Anche Milano, vista dal marciapiede, assume un aspetto completamente diverso, del tutto nuovo.

Sto per parlare di una canzone che abbiamo cantato tante volte, che abbiamo ascoltato tante volte e che personalmente ho riscoperto in tutta la sua grandezza appunto proponendola in strada.

Si tratta di O mia bèla Madonina, opera di Giovanni D’Anzi, vero e proprio inno di Milano.

Non potevo immaginare che questo brano mi avrebbe suscitato una serie di riflessioni e di emozioni come invece è successo, solo per il fatto che ciò che era nuovo, o anche solo diverso dal solito, era il contesto, quello che avevo intorno. Continua a leggere

Il bello dell’Isola è che qui «le persone si salutano per strada»

di Alberto Pellegatta*

Marina Previtali, “Veduta di P.ta Nuova, MI”, tecnica mista su carta, cm. 48×33 (2014). Scrive Maurizio Cucchi nel catalogo della mostra “Quartieri di poesia”, curato dalla Galleria Previtali: «Gli umani attrezzi, le macchine formidabili, le impennate e i generosi e assurdi slanci verso il cielo, che la mano dell’artista sembra quasi voler ridurre a un ritmo orizzontale, ancora inquieto, ma come vicino a negare il vortice di un progetto espansivo ormai remoto…» (http://www.galleriaprevitali.it/portfolio-item/portfolio-1/)

Parlare dei luoghi emblematici di questo antico quartiere milanese è fin troppo facile, molti sono scomparsi e altri ne sono nati: l’Isola produce continuamente simboli. Se Milano è il luogo dell’affanno produttivo, qui il tempo rallenta. Nessuna zona del centro può vantare una simile atmosfera, qui il rumore del traffico si allontana – per la difficoltà di trovare parcheggio e per il dedalo di sensi unici che scoraggia gli automobilisti – e le persone si salutano per strada.

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I “Barbisin” in uniforme al mercato dell’Isola

di Luca Bartolommei

Nell’immagine in formato Gif, creata dallo studio Boombangdesign, riconosciamo tutti il venditore di rose, elegante e gentile, ormai più “isolano” del bosco verticale. L’idea geniale di realizzare cartoline animate con i personaggi del quartiere è venuta alle creative Lorenza Negri e Caterina Pinto http://www.postcardsfromisola.com/

Ogni promessa è debito, quindi eccomi a completare la vista del cielo isolano con la metà che mancava, ovvero quella degli uomini, sempre con D’Anzi e Bracchi che mi aiutano a non fare troppo il serioso e mi accompagnano nella passeggiata per il quartiere.
Ebbene sì, anche una parte dell’Isola è citata dai Nostri, attraverso un personaggio che sicuramente faceva parte della fauna stanziale molti anni fa, ma guardandosi bene intorno, ancora oggi ne possiamo trovare qualche emulo.
Parlo del “Barbisin della Mojazza*” tipo da ligera, violento, rapido nell’uso del coltello, sciupafemmine che mangia carne tutta la settimana, oltre a pollo, zucchero, formagg de grana, (quindi si occupa anche di “borsa nera”, visto che siamo in guerra), e che spaventa tutti gli abitanti. Continua a leggere

Cicliste all’Isola (con stile vario)

Testo e foto di Luca Bartolommei

Il murales all’uscita della metropolitana che colora la zona del quartiere di fronte al giardino condiviso “Isola Pepe Verde” di Milano dove, il 16 settembre 2017, si terrà “Ero straniero… ora sono milanese”, pomeriggio di cultura meticcia con la musica della Banda Dehors e molto altro (https://allevents.in/milan/ero-straniero-ora-sono-milanese/1814793451881225#)

Ogni canzone milanese deve essere crudele e sbarazzina, recita l’incipit de La “Gagarella” del Biffi Scala, composta dalla coppia simbolo della musica meneghina Giovanni D’Anzi – Alfredo Bracchi, di cui ho parlato ieri. Attraverso un brano, quindi, si possono prendere in giro usi, costumi e personaggi della nostra città con ironia tutta ambrosiana.
Proverò ad adeguarmi all’invito dei due maestri, non scrivendo rime e note ma soltanto un breve testo nato ascoltando, ma anche suonando, questa canzone che tanto mi piace e che mi dà l’opportunità di usare la mia lingua madre, il milanese.

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L’Isola, il quartiere di Milano che ha preteso un ritratto d’autrice

di Paola Ciccioli

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Il ritratto del quartiere Isola di Milano firmato da Paola Di Bello: la gente, il verde, la vecchia e nuovissima città. Al Museo del Novecento è in corso la mostra “Paola Di Bello. Milano Centro” e il 9 febbraio (ore 18) l’artista presenta nella Sala Fontana il suo libro “Works 84-16”, edito da Danilo Montanari (http://www.paoladibello.com/)

Addio alla margherita “buono prezzo” messa in forno dal pizzaiolo cinese e infilata nel contenitore di cartone dal barista altrettanto cinese ma dal nome italianissimo, sempre gentile e con il sorriso accogliente. Dove sono andati? Cosa fanno adesso? Al posto della loro pizzeria, in via Carmagnola, c’è una piadineria. O è invece il pub che serve birre australiane ad aver acceso nuove e più forti luci su uno dei vecchi locali dello spicchio di città in trasformazione: sempre meno “diverso” e “separato”, sempre più attraversato da sciami di folle giovanili vocianti e con il bicchiere di plastica in mano all’ora dell’aperitivo. L’Isola, il quartiere dove sono poche, pochissime, le botteghe artigiane che resistono. Il quartiere che racconta, con i suoi edifici griffati, la storia di una mutazione urbana.

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Argentini d’Italia, «In questo sfondo infinito siamo…»

di Paola Ciccioli

Una domenica mattina, domenica 6 aprile, va il Cd di Ivano Fossati. Ma la canzone che si impone, e vuole essere ascoltata e riascoltata, è una soltanto: “Italiani d’Argentina”. «Ecco, ci siamo. Ci sentite da lì…».

Vado a cercare il video su Youtube e trovo immagini in bianco e nero di partenze, valigie, vecchi e poveri cappelli, uomini ammassati su bastimenti verso l’avvenire, bambini dagli occhi spauriti.

«In questo sfondo infinito siamo…».

Voglio condividere, nel significato più praticato di questi tempi. E allora posto il video e la canzone sulla mia pagina Facebook, digitando anche cinque nomi, che si illuminano di blu per il contatto telematico sul social network: Francesco Pulitanò, Alejandro Librace, Francesca Capelli, Alberico Capitani, Liliana Severini.  Continua a leggere