Serena, la parrucchiera che dispensa libri e felicità

di Margherita Rinaldi*

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Serena Mercanti, al centro con l’abitino chiaro, è qui con il reparto parrucco del Macerata Opera Festival. «Lavorare allo Sferisterio era nella mia scatola dei desideri», ha raccontato alla giornalista e blogger Margherita Rinaldi

Una cosa che ti colpisce quando conosci Serena Mercanti è che nel suo salone di parrucchiera c’è una piccola biblioteca. Cioè: mentre ti fai i capelli puoi leggere un libro, oppure puoi sfogliare gli album di foto dei suoi viaggi, o il catalogo di qualche mostra importante: arte, architettura, cinema… .

I libri li prendi, li cominci, poi se vuoi prosegui la lettura la volta successiva. Come ho fatto io con Eva Luna della Allende. Eva Luna, che poi è anche il nome (e cognome) della bimba di Serena. Per tutto questo ti viene voglia di farle un po’ di domande. E scopri una bella storia, quella di una ragazza che voleva fare la parrucchiera e che con questo mestiere è cresciuta, fino a coniugarlo con la moda, con l’arte, con lo spettacolo, con l’amore per la città dalla quale ha deciso di farsi adottare.

«La mia storia comincia dove ho passato la mia infanzia, in una casa sulle colline tra Jesi e Santa Maria Nuova. Cosa volevo fare da grande? La parrucchiera, nessun dubbio. Avevo una buona manualità così iniziai a fare i primi esperimenti casalinghi con cugini e parenti. I primi risultati furono imbarazzanti e ancora dopo anni spesso ci ridiamo su. Capii presto che dovevo studiare la tecnica prima di fare pratica. Durante le vacanze estive e il sabato pomeriggio iniziai ad “andare a bottega” da un parrucchiere che aveva anche un’accademia interna. Finite le medie firmai il mio primo contratto da apprendista parrucchiera. All’epoca la mia professione non era compatibile con lo studio, quindi presi il diploma anni dopo con una scuola serale. A soli vent’anni arrivò l’opportunità di rilevare una piccola parrucchieria ad Ancona, davanti a quella che sarebbe diventata la nuova facoltà di Economia. Supportata dal mio titolare di allora, mi lanciai in quell’avventura. Il primo anno fu veramente difficile perché mi dovevo far conoscere e trovai un secondo lavoro come cameriera per pagare le spese dell’attività. Le clienti che entravano in salone, nonostante l’arredamento estroso e i miei capelli tinti di rosa, uscivano molto soddisfatte. Con il passaparola dopo tre anni avevo assunto quattro dipendenti e mi apprestavo ad inaugurare un nuovo salone, che oggi gestisco con l’aiuto di Azzurra, mia collaboratrice che da quasi due anni è diventata socia. L’attività oggi si snoda in vari settori: servizi nelle case di cura, trucco e capelli nella moda, nel teatro e nel cinema e per ultimo, ma non meno importante, l’innovazione, con l’invenzione di nuovi strumenti di lavoro che hanno portato a due brevetti e a una nuova spazzola commercializzata da Wella».

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Margherita Rinaldi, al centro in total black, ad Ancona il 31 marzo scorso nel salone di Serena Mercanti e della sua socia Azzurra Zampini che, sedute, la ascoltano illustrare le opere dell’artista Hisako Mori esposte nella parrucchieria in occasione della manifestazione AnconaCrea. Con loro, Paolo Marasca, assessore alla Cultura del capoluogo marchigiano. Il libro di Margherita Rinaldi “Il panorama qui è meraviglioso, bisogna che ce ne innamoriamo” è un omaggio alle bellezze, anche umane, di Ancona: illustrato con le fotografie di Corrado Maggi, è scaricabile da Amazon Kindle

Serena Mercanti è anche una viaggiatrice, una donna curiosa ed entusiasta. Che rapporto ha con Ancona? «Amo molto viaggiare e nei miei viaggi mi capita spesso di pensare alla città dove vivo e che mi ha adottata diciotto anni fa. Ancona è come una bella donna che non si cura di sé e che vive di quello che la natura le ha donato ma niente di più. Possiede delle grandi potenzialità, che sono assopite ma anche pronte a essere risvegliate. È circondata dal mare e certe mattine girando per il centro se ne sente l’odore. Lo senti ma non lo vedi, perché sono pochi i punti dove c’è la vista, o l’accesso al mare. In altri paesi, dove valorizzano al massimo anche ciò che non esiste, avrebbero sfruttato questa dote in ogni modo possibile. Le opportunità per cambiare città mi si sono presentate più volte. L’ultima due anni fa, quando mio marito Gian Marco vinse il tanto sospirato posto da ricercatore al Cnr di Venezia. Eva, nostra figlia, aveva pochi mesi e abbiamo valutato per un po’ la possibilità di trasferirci. Per il mio lavoro nel settore spettacolo c’erano diverse possibilità. Ma è stato proprio lì che abbiamo capito. Lentamente, senza quasi accorgercene, ci eravamo innamorati di Ancona ed era decisamente il posto dove volevamo vivere. Abbiamo trovato la casa dei nostri sogni vicino al Passetto e Gian Marco fa il pendolare e torna il fine settimana».

Grazie al suo lavoro Serena conosce persone e idee. In questa città le persone sono felici? «È la parte più affascinante e che amo di più. Le persone che incontro ogni giorno nel mio lavoro sono una fonte inesauribile di informazioni e di stimoli. Felici? Chi viene da noi certo! Coccoliamo le nostre clienti e le facciamo più belle mentre ascoltano buona musica o leggono un libro dalla nostra libreria sorseggiando un buon caffè. Battute a parte, le persone qui sono felici perché nonostante le difficoltá dovute alla cattiva amministrazione della città negli ultimi anni, si vive ancora bene. Puoi fare cose che ti svoltano e spezzano una giornata stressante e quando lo racconto a chi vive fuori stenta a crederci. Le possibilità sono tante, soprattutto d’estate. Puoi fare il bagno e la colazione la mattina presto al Passetto, prima di andare al lavoro, la pausa pranzo al parco del Cardeto oppure al tramonto l’aperitivo con i moscioli a Portonovo».

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Nella foto di Luna Simoncini, in camerino durante la preparazione di Bohème (http://www.sferisterio.it/). In questa estate 2016, Serena si sta concedendo un po’ di riposo anche perché molto presto metterà al mondo un bambino! Ma ad Ancona è aperto il “Matelier”, il salotto di bellezza e cultura saldamente gestito dalla contitolare Azzurra Zampini

Ad Ancona è nato anche un suo particolare rapporto con l’arte, passando per il teatro delle Muse, fino ad arrivare allo Sferisterio di Macerata e poi ancora più lontano, come si vedrà tra poco. «Lavorare allo Sferisterio era nella mia scatola dei desideri. L’opportunità arrivò con una serie di combinazioni. Accettai un’offerta di lavoro con il team tecnico per uno spettacolo con la regia del maestro Pier Luigi Pizzi al teatro Arcimboldi di Milano. Il mio lavoro fu molto apprezzato e visto che anche il reparto delle Muse che io coordinavo era, secondo gli addetti ai lavori, un esempio virtuoso, dopo pochi mesi arrivò la proposta di gestire come vice responsabile il reparto parrucco di Macerata. Nel 2013 sono stata promossa da vice a responsabile e ora coordino il lavoro di cinque preziosi collaboratori. Come parrucchieri teatrali lavoriamo alla caratterizzazione dei personaggi, siamo esperti di acconciature d’epoca e trattiamo le parrucche in maniera quasi sartoriale. Ogni sera vanno in scena fino a cento persone, che devono essere preparate in poche ore. L’atmosfera del dietro le quinte è emozione pura e lo Sferisterio è un luogo speciale. Questa bellissima esperienza a ottobre (2013, n.d.r.) mi porterà fino in Oman, dove andrà in scena, nel teatro di Muscat, la bellissima Traviata degli specchi».

E che cos’è, per lei, il teatro delle Muse? «Il teatro delle Muse di Ancona è stato l’inizio, dove la mia passione è nata e cresciuta. Le opere che sono state allestite e che ho avuto la fortuna di vedere sono state una più bella dell’altra e hanno vinto premi e riconoscimenti importanti sia in Italia che all’estero. Il pubblico era internazionale e arrivava perfino dal Giappone. Dopo le rappresentazioni ricordo che, mentre sfilavo le ultime forcine, li potevo scorgere, in fila, fuori del camerino dei protagonisti per un autografo. È stato stampato recentemente un libro fotografico molto bello per festeggiare i dieci anni delle Muse e con grande soddisfazione ho scoperto che tutte le acconciature fotografate erano state realizzate da me. Tutti i reparti alle Muse lavorano in maniera eccellente e chi ha cantato qui ci ha sempre riempito di complimenti. Il problema è che, ancora una volta, tutto viene offuscato e strumentalizzato. Spero con tutto il cuore che non sia un’altra ottima occasione persa.

26 settembre 2013

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Serena mentre doma la parrucca di Rigoletto al Mof 2015

*Questo bel ritratto è contenuto nel libro Il panorama è meraviglioso, bisogna che ce ne innamoriamo di Margherita Rinaldi e lo pubblichiamo con il consenso di intervistatrice e intervistata. Che, molto gentilmente, ci ha fornito le sue foto private e gli aggiornamenti (ma vogliamo saperne e scriverne di più) su quel che – di bello – le è successo dalla data di pubblicazine del libro a oggi. (p.c.)

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