Tempi duri per “El bell Fofò”

di Luca Bartolommei

Da una pagina de “Le Vie di Milano in Cartolina” del collezionista milanese Emilio Mazzocchi che in due curatissimi volumi presenta la sua vasta raccolta di cartoline d’epoca e mostra così le varie età del capoluogo lombardo. Ai due libri, editi grazie alle Imprese del Gruppo Donelli, ne seguirà entro la fine dell’anno un terzo che avrà una parte dedicata al Bottonuto, il quartiere cancellato (lo scatto è di Paola Ciccioli)

Dopo l’articolo su Alberto Savinio ecco un breve approfondimento sulla canzone che dà il titolo al recital che Paola Ciccioli ed io terremo, come Palcoscenico Milano – L&P, nell’ambito della sesta edizione di Milanosifastoria al Frida Isola, locale nel cuore del milanesissimo e storicissimo quartiere, ora di grande richiamo turistico.

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«Un attimo di respiro in musica»

di Paola Ciccioli

Siamo vicinissim* al brindisi di fine anno e i ringraziamenti non sono più rinviabili. Dunque grazie a Liliana Feldmann e a sua figlia Antonella Riva che ci hanno accolto nella loro casa e hanno procurato una chitarra a Luca Bartolommei per una esecuzione da collezione della “Gagarella del Biffi Scala”, registrata con l’iPad di Paola Ciccioli. In questa immagine di Andrea Cherchi un frame del video mostrato il 15 novembre scorso al Museo del cinema di Milano durante la serata dedicata a Giovanni D’Anzi dall’Associazione Donne della realtà. Grazie a chi c’era, a chi ci ha permesso di concretizzare questo progetto (cominciando dal direttore della Cineteca italiana, Matteo Pavesi) e a chi lo ha documentato: Buon 2018!

Oggi, 29 dicembre, è il compleanno di Liliana Feldmann, la cantante, attrice e doppiatrice milanese che ha portato al successo “La Gagarella del Biffi Scala”, popolare canzone del 1941 in dialetto di Giovanni D’Anzi, raccontata in ogni sua sfumatura nel primo numero di Donne della realtà Giornale. Perché questa scelta? Perché le canzoni hanno aiutato e aiutano a vivere, a resistere e sono anche preziose fonti storiche… Di seguito l’intervista pubblicata nel trimestrale cartaceo dell’Associazione Donne della realtà alla signora Feldmann. Anzi, alla Grande Ufficiale al merito della Repubblica italiana, titolo che le è stato conferito da Oscar Luigi Scalfaro nel 1996.

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“Voglio vivere così”, una serata al Museo del cinema con l’Associazione Donne della realtà

di Paola Ciccioli

Solitamente non pubblichiamo comunicati, ma questa volta sì! Lo abbiamo trasmesso agli iscritti dell’Associazione Donne della realtà e adesso lo offriamo a chi ci segue in giro per l’Italia (e non solo) con innegabile soddisfazione e tanta gioia. Ci vediamo a Milano il 15 novembre prossimo al Mic – Museo Interattivo del Cinema, che ringraziamo per l’ospitalità, per la «magica serata» dedicata a Giovanni D’Anzi.

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I “Barbisin” in uniforme al mercato dell’Isola

di Luca Bartolommei

Nell’immagine in formato Gif, creata dallo studio Boombangdesign, riconosciamo tutti il venditore di rose, elegante e gentile, ormai più “isolano” del bosco verticale. L’idea geniale di realizzare cartoline animate con i personaggi del quartiere è venuta alle creative Lorenza Negri e Caterina Pinto http://www.postcardsfromisola.com/

Ogni promessa è debito, quindi eccomi a completare la vista del cielo isolano con la metà che mancava, ovvero quella degli uomini, sempre con D’Anzi e Bracchi che mi aiutano a non fare troppo il serioso e mi accompagnano nella passeggiata per il quartiere.
Ebbene sì, anche una parte dell’Isola è citata dai Nostri, attraverso un personaggio che sicuramente faceva parte della fauna stanziale molti anni fa, ma guardandosi bene intorno, ancora oggi ne possiamo trovare qualche emulo.
Parlo del “Barbisin della Mojazza*” tipo da ligera, violento, rapido nell’uso del coltello, sciupafemmine che mangia carne tutta la settimana, oltre a pollo, zucchero, formagg de grana, (quindi si occupa anche di “borsa nera”, visto che siamo in guerra), e che spaventa tutti gli abitanti. Continua a leggere

Menestrelli senza frontiere sotto il cielo lucano

di Luca Bartolommei

Ritratti di famiglia in trasferta: Luca Bartolommei di fronte ai Sassi di Matera in uno scatto di Paola Ciccioli

È successo! Siamo andati in vacanza. Dodici ore di pullman per arrivare in Basilicata, vecchia maniera, bagaglio leggero (il mio no) e chitarrina in spalla.
Dello stupore che mi ha procurato questa terra insieme con la gente che la abita, diventato quasi psichedelico a Matera, scriverò magari un’altra volta, oggi l’urgenza è diversa.
Pubblicato il primo numero del giornale, ci siamo potuti permettere una breve fuga da Milano e dai computer, girellando tra mare sfortunatamente abitato da meduse e paesini arroccati su cocuzzoli dove si riusciva anche a respirare.
Ebbene, ecco subito il ricordo della signorina Giulia Brusadini, la mia insegnante delle elementari, che la geografia ce la insegnava, eccome, infatti sciorino a memoria a una incredula Paola i principali fiumi che sfociano nello Jonio da est a ovest: Bradano, Basento (ma nella poesia su Alarico e i Visigoti era Busento), Agri, Sinni, Crati, Neto. Sbam!  Continua a leggere

Cicliste all’Isola (con stile vario)

Testo e foto di Luca Bartolommei

Il murales all’uscita della metropolitana che colora la zona del quartiere di fronte al giardino condiviso “Isola Pepe Verde” di Milano dove, il 16 settembre 2017, si terrà “Ero straniero… ora sono milanese”, pomeriggio di cultura meticcia con la musica della Banda Dehors e molto altro (https://allevents.in/milan/ero-straniero-ora-sono-milanese/1814793451881225#)

Ogni canzone milanese deve essere crudele e sbarazzina, recita l’incipit de La “Gagarella” del Biffi Scala, composta dalla coppia simbolo della musica meneghina Giovanni D’Anzi – Alfredo Bracchi, di cui ho parlato ieri. Attraverso un brano, quindi, si possono prendere in giro usi, costumi e personaggi della nostra città con ironia tutta ambrosiana.
Proverò ad adeguarmi all’invito dei due maestri, non scrivendo rime e note ma soltanto un breve testo nato ascoltando, ma anche suonando, questa canzone che tanto mi piace e che mi dà l’opportunità di usare la mia lingua madre, il milanese.

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La “Gagarella”, ovvero il tipo di donna che si può incontrare soltanto a Milano

di Luca Bartolommei*

Milano,1941. Bigliettaie Atm davanti al deposito di via Messina. Nell’Italia entrata da poco in guerra, le donne svolgevano il lavoro degli uomini. Nella canzone di Giovanni D’Anzi “La gagarella del Biffi Scala” è “dipinto” un aspetto diverso di quel periodo, tra caffè alla moda, tic delle ragazze e giovanotti perdigiorno antesignani dei futuri playboy.

Una signorina gira in bicicletta per il centro di Milano, pedala con ritmo veloce, ha marinato la scuola e non può fare tardi all’appuntamento per il tè. Arriva in piazza della Scala, al Biffi, dove si incontra con i suoi amici gagà per passare il pomeriggio scambiando facezie varie con quel linguaggio che solo i giovani possono comprendere. Fuma le Camel e beve il Kummel, ama i vestiti alla moda e tiene alla linea, ma il suo accompagnatore è magro da far pietà, e in fondo anche lei non è poi così elegante e chic, con quelle scarpette risuolate male.

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