«È una storia corale, quella delle filandaie»

di Paola Ciccioli

Convento di Urbisaglia, 23 marzo 2024: il sindaco Paolo Giubileo inaugura il piazzale delle Filandaie, prima intitolazione al femminile del paese marchigiano.

Il Comune di Urbisaglia, nelle Marche, ha onorato il lavoro operaio femminile intitolando un nuovo piazzale alle filandaie che, a partire dall’Ottocento, si sono fatte carico di sostentare le loro famiglie e la comunità stessa. L’intitolazione è stata accompagnata da una serie di iniziative molto partecipate e seguite con diffuso interesse dagli organi di informazione. Per l’occasione è stata stampata la pubblicazione “Ritorneremo un giorno…”, dal titolo del documentario (qui) realizzato nel 2011 da Mirko Cardinali e Paola Ciccioli, curatrice anche del volume da cui riportiamo l’intervento che segue.

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Empatia e rispetto. Suggerisco due parole come chiavi di lettura di questo volume voluto dal Comune di Urbisaglia per accompagnare la restituzione al paese di un progetto dedicato alle filandaie che, dall’ultimo ventennio dell’Ottocento e fino agli anni ’50 del Novecento, hanno portato il destino della comunità nelle loro mani. Immergendole nelle bacinelle dell’acqua bollente per estrarre dai bozzoli il filo della seta, le nostre donne ricacciavano indietro fame e sofferenza con la consapevolezza di essere indispensabili alle famiglie e per questo maturando un senso di orgoglio lasciato in eredità alla linea del lavoro operaio femminile che – passando da Minnoni, Tombolini, Minnozzi… – non si è mai interrotta.

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«Non stare zitta»

Sette edizioni, il coinvolgimento di 1.500 studentesse e studenti, 58 scuole marchigiane impegnate a educare le classi ad attraversare la vita rispettando le donne di oggi e di ieri.

Nelle Marche il concorso didattico “Sulle vie della parità” è stato vinto quest’anno dalla classe 2a A della scuola secondaria di primo grado della Città di Treia (Macerata) che, guidata dalla professoressa Silvia Mascia Paolo e dal professor Federico Teloni, ha scelto la sezione del bando riservata a Michela Murgia. Il lavoro multimediale si intitola infatti «Non stare zitta» e sviluppa con ricchezza e commozione l’insegnamento lasciato dalla scrittrice con il saggio Stai zitta e altre nove frasi che non vogliamo sentire mai più, ripercorrendo inoltre i passaggi storici salienti in cui le donne italiane hanno fatto sentire la loro voce.

Approfondiremo tutte le biografie femminili presentate (inclusa quella della giornalista Paola Ciccioli, fondatrice di Donne della realtà) e ci congratuliamo con le alunne e gli alunni di Treia che condividono aex equo il primo posto con la classe 4a A del Liceo Stella Maris di Civitanova Marche e il loro lavoro “Ricamo di fili”.

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Carla Roi, 95 anni con la schiena dritta

Testo e foto di Paola Ciccioli

Dorio, 17 febbraio 2024: la staffetta partigiana Carla Roi, medaglia d’argento al valor militare, festeggia il suo 95esimo compleanno al bar elDOORado. Sempre con lei, sorridente, il suo premuroso “parente” Renato Chiaroni e, al centro, la signora Caterina, titolare del locale sul lago di Como.

Carla Roi, 95 anni con la schiena dritta: noi abbiamo festeggiato lei. Lei ci ha augurato di arrivare alla sua età e con la sua stessa postura.

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«Cara Liliana Segre, le promettiamo che miglioreremo la nostra società»

di Paola Ciccioli

La senatrice a vita Liliana Segre il 27 gennaio 2024 all’Università Statale di Milano. (Foto da La Stampa)

«I giorni della Memoria sono 365 ogni anno , perché chi ha passato quel che ho passato io non dimentica mai». Dovrebbe essere il nostro quotidiano comandamento la frase pronunciata il 27 gennaio 2024 da Liliana Segre (qui) mentre all’Università di Milano si preparava a ricevere la laurea magistrale honoris causa in Scienze storiche «per aver raccontato con rigore e obiettività l’Indicibile» e per «il suo impegno contro ogni forma di antisemitismo, razzismo e intolleranza». Quanta offesa arrecano alla senatrice a vita scampata allo sterminio di Auschwitz le affermazioni di chi, come è accaduto in questi giorni (qui), ha “frettolosamente” tentato di trascinarla nella guerra anche di parole sulla tremenda offensiva di Israele nella Striscia di Gaza, in risposta all’attentato terroristico degli islamisti di Hamas del 7 ottobre scorso.

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Maria Maddalena Rossi, la Madre costituente che ruppe il silenzio sugli stupri di guerra

di Livia Turco

Foto di Paola Ciccioli.

Dal ruolo avuto nella Resistenza a quello nella stesura della Carta costituzionale. Dai treni dell’accoglienza alla nascita dell’Udi. Nel femminismo e per le leggi (abolizione del matrimonio riparatore, divorzio e interruzione volontaria della gravidanza) che hanno fatto crescere l’Italia.

Nel suo Compagne (Donzelli, 2022), Livia Turco nomina una ad una le militanti del Partito comunista italiano, fino al suo scioglimento il 3 febbraio 1991 con la cosiddetta “svolta della Bolognina”. Tre volte ministra della Repubblica, Livia Turco presiede attualmente la Fondazione Nilde Iotti e dal 26 gennaio 2024 riprende, da Ravenna, le presentazioni di questo suo libro interessante e necessario.

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“Ago e filo” della coscienza democratica

Agita le coscienze e invoca Memoria la strage impunita di Valaperta, frazione di Casatenovo (Lecco): quattro partigiani ventenni uccisi dalle brigate nere il 3 gennaio 1945, dopo torture, devastazioni e senza alcun accertamento delle responsabilità nella morte di un repubblichino. Natale Beretta, Gabriele Colombo, Mario Villa, Nazzaro Vitali, questi i nomi dei giovani fucilati dai militi della RSI.

Domenica 14 gennaio 2024 a Lomagna, località nel Parco di Montevecchia e della valle del Curone, ci saranno un corteo e una cerimonia per ricordare le vittime della furia fascista. E alle 11,30 prenderanno la parola le studentesse e gli studenti che hanno partecipato al progetto (ne riferiamo più in basso) “Giovani come noi. Le ragazze e i ragazzi immaginano la Resistenza“, coordinato da Raffaele Mantegazza, docente di Pedagogia all’università Bicocca di Milano. Allo studioso viene rivolto un ringraziamento anche nel libro a fumetti “Eccidio Valaperta“, realizzato dall’ANPI nel 2017 con le strisce e le storie elaborate dalle bambine e dai bambini della scuola primaria di Lomagna e da* più grandi della media di Cernusco Lombardone che il pedagogista negli anni «ha aiutato a riflettere sulla vicenda, stimolando la fantasia e facendo acquisire la consapevolezza di quanto accaduto».

Le foto del post sono di Paola Cicciòli.

Proponiamo un brano da – “Ago e filo” -, tratto dal racconto finale a più voci, intitolato “Amicizia tra partigiani”, nel quale due giovani amiche si inventano una coperta dove tra la trama e l’ordito ci sono messaggi per i resistenti:

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Tat’jana Ivanovna, balia del mondo andato a fuoco

di Calogero Barranco

«Il lungo inverno passò, e poi l’estate e l’inverno successivo, quando la carestia divenne così terribile che i bambini morti venivano sotterrati, a mucchi, dentro a sacchi laceri».

Irène Némirovsky in un ritratto da booknode.com

Il Gruppo di lettura Bellano ha occupato l’ultimo spazio del suo scaffale datato 2023 con Come le mosche d’autunno di Irène Némirovsky, «scrittrice di grande potenza» nata Kiev nel 1903 e morta ad Auschwitz nel 1942.

Pubblichiamo la trama di questo romanzo breve del 1931 riassunta dal coordinatore del Gruppo il quale, dopo ogni riunione, invia alla solida comunità di lettrici (maggioranza) e di lettori (esigua minoranza) la sua relazione con la biografia dell’autrice/autore, la trama della lettura condivisa, appunto, e la sintesi della discussione che ne è seguita.

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«Vecchiaia e giovinezza non si contano con gli anni»

di Giuseppe Montesano

Oh, morire, se più non posso fremere

dei segreti d’amore, del donarsi dei corpi.

I fiori incantati di gioventù

coglièteli, bambini, che quando cupa giunge

vecchiaia sei un’immondizia, una pena,

e sempre tristi angosce ti rodono la mente,

né la luce t’inebria più nel cuore.

Il dio la fece sporca la vecchiaia.

Da quel cerchio di luce del Teatro Studio Melato di Milano è iniziato l’intenso viaggio di “Tre modi per non morire”. La foto è di Paola Cicciòli, autrice anche della seconda immagine di questo post.

Mimnermo trova parole inaudite per cantare Eros e la giovinezza, con una musica così incantatoria che Wagner la invidierebbe e Mozart ne piangerebbe – ma nemmeno loro potrebbero mai sognarsi di trovarla, perché la musica di Mimnermo è fatta con i flauti delle ossa che la passione ha svuotato delle loro midolla. Non c’è vanità, in questo canto. Lo strazio non è taciuto, e nessuno ha negato in modo tanto feroce l’idea di saggezza banale e rassegnata legata all’invecchiare.

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Milano, la grande ricchezza ha detto “no”

Testo e foto di Paola Ciccioli

Teatro Carcano di Milano, conferenza stampa del 29 novembre 2023. Da sinistra, l'attrice Lella Costa, la regista Serena Sinigaglia, la responsabile dei progetti sociali della compagnia ATIR Nadia Fulco.

Teatro Carcano di Milano, conferenza stampa del 29 novembre 2023. Da sinistra: l’attrice Lella Costa, la regista Serena Sinigaglia, la responsabile dei progetti sociali della compagnia ATIR Nadia Fulco.

La grande ricchezza di Milano non ha alcuna intenzione di svelarsi e così ha negato l’accesso a chi vorrebbe farne materia per un racconto teatrale. Per la prima parte del suo El Nost Milan, ispirato al testo di Carlo Bertolazzi, la regista Serena Sinigaglia non aveva certo dovuto faticare per trovare la Povera gent. E se il commediografo nato a Rivolta d’Adda nel 1870 l’aveva descritta nella coralità di “popolani e popolane” che sopravvivono tra indigenza e illusione, la co-direttrice artistica con Lella Costa del Teatro Carcano era riuscita a dicembre del 2022 nell’alchimia di portare in scena l’esclusione quotidiana che si consuma nella metropoli, trasformando senza tradirla la sofferenza di chi dorme avvolto in una coperta sotto i loggiati del centro, di chi riesce a fare una doccia calda dai frati, di chi si mette in coda per avere il pane quotidiano.

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“Donna, vita, libertà”, la rivoluzione è anche degli uomini

di Marjane Satrapi

Un libro che commuove. La leggerezza del fumetto e il rigore della divulgazione. Una guida di disperato amore per i protagonist* della prima rivoluzione femminista che unisce donne e uomini contro la dittatura religiosa che opprime l’Iran. A far battere il cuore di questa opera collettiva, Marjane Satrapi, la regista di Persepolis, che qui spiega com’è nato Donna, Vita, Libertà (Rizzoli/Lizard, 2023).

L’eroismo di Narges Mohammadi nelle due pagine fotografate da Paola Ciccioli.

Il 16 settembre 2022, in Iran, Mahsa Amini moriva a seguito delle percosse subite dalla polizia morale perché aveva indossato «male» il velo. Il suo decesso solleva un’ondata di proteste nel Paese, che si trasforma in una rivoluzione femminista, sostenuta dagli uomini. Una cosa mai vista prima a livello mondiale!

Sophie, anima della casa editrice L’Iconoclaste e mia cara amica, ha voluto agire a tutti i costi, non le bastava l’indignazione: ha cercato di fare qualcosa di concreto per questa gioventù iraniana che tanto la commuoveva. L’idea del libro è sua. Ha deciso che il primo graphic novel della sua casa editrice doveva intitolarsi: Donna, Vita, Libertà.

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Nel mondo delle nostre filandaie

di Paola Ciccioli

“Cara Francesca, addio. Addio, cara Francesca. Ritorneremo un giorno, arrivederci a un dì…”.

Alla chiusura della stagione produttiva, le filandaie di Urbisaglia, in provincia di Macerata, cantavano una canzone con questo ritornello. Ragazzine, giovani spose e donne mature prendevano fiato dopo mesi durissimi passati nei due stabilimenti del paese per più di otto ore al giorno con le mani nell’acqua bollente per estrarre il filo dal baco o ai naspi a filare la seta.

Oggi, sabato 18 novembre 2023 (ore 16,30), nella Biblioteca di Urbisaglia la direttrice dell’Istituto Storico di Macerata, Annalisa Cegna, per il ciclo di incontri #siscrivedonna interviene per delineare il contesto sociale ed economico in cui le lavoratrici hanno vissuto tra la fine dell’Ottocento e il secondo dopoguerra.

Un ulteriore passo verso la festa che il sindaco Paolo Giubileo e l’assessora alla Cultura, Cristina Arrà, hanno deciso di dedicare alle filandaie nel mese di marzo 2024 con l’intitolazione del piazzale di Convento di Urbisaglia che il Comune sta riqualificando perché porti per sempre il loro nome.

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“Morire da vive”

di Benedetta Tobagi

«Intorno alle violenze sessuali sulle donne regna, per decenni, il silenzio. Solo il riaffacciarsi degli stupri etnici e di guerra nel cuore dell’Europa, col deflagrare del conflitto nella ex Jugoslavia negli anni Novanta, inaugura una stagione di ricerche internazionali sul tema. I risultati sono sconcertanti, anche se le studiose si rendono conto di aver scalfito appena la punta dell’iceberg». Inizia così il capitolo – “Morire da vive” – che nel suo libro La Resistenza delle donne (Einaudi) Benedetta Tobagi dedica al tabù più intollerabile che ha amputato il racconto sulla partecipazione femminile alla lotta di Liberazione. Nell’ambito di BookCity Milano 2023 – dal 13 al 19 novembre – l’autrice cura una serie di incontri su La guerra ha volto di donna? Donne narratrici, combattenti, vittime dei conflitti.

Cogliamo dunque l’occasione per parlare di questo importante studio e per leggere un estratto del libro vincitore quest’anno del Premio Campiello (qui).

Foto di Paola Ciccioli

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Torniamo all’Asilo per la nostra “suorina”

di Paola Ciccioli

Cos’è la Memoria viva? Rendere presente ciò che è stato e ci ha res* quel che siamo.

Ecco allora che sabato 11 novembre 2023 arriverà nella Biblioteca di Urbisaglia il nipote della religiosa che negli anni ’60 ci educava al futuro. L’intero paese la ricorda semplicemente come “suor Lina”, senza sapere null’altro di lei, a parte ciò che ne ha scritto Anna Caltagirone nel libro La Maestra. Racconti dall’Italia scalza (qui), pubblicato nel 2021 da Donne della realtà Editrice:

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Un tè per incontrare le donne afghane

Testo e foto di Paola Ciccioli*

Sono andata a far visita alla famiglia Sadat, a Mandello del Lario. Mi sono seduta a un tavolo basso su cui ho trovato ad aspettarmi frutta fresca, biscotti, caramelle, una crostata, acqua, una bottiglia della bibita più globale che ci sia. Ma la bibita non l’ho fotografata. E poi c’era un thermos per il tè caldo, che è stato riempito più volte perché mi sono trattenuta a lungo nel soggiorno di Khalid Sadat, di sua moglie Saieda e dei loro quattro figli, tre maschi e una femmina, tutt* studenti a Lecco. I lori genitori li hanno concepiti a Teheran, dove si erano rifugiati scappando dall’Afghanistan, e nella capitale iraniana Saieda e Khalid si sono uniti in un matrimonio deciso dal padre di lei e dal fratello maggiore di lui.

Il motivo della visita è che c’è un’occasione di conoscenza importante giovedì 9 novembre (ore 18, vedi locandina in basso), nella Biblioteca di Mandello del Lario. Il Comune e il Gruppo Emergency Lecco e Merate hanno infatti organizzato una mostra con le immagini di Shamsia Hassani, l’artista che fa conoscere l’oppressione talebana che brutalizza le donne afghane, dipingendo i loro volti senza bocca sui muri del mondo.

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«Siamo uscite dall’oblio solo perché servono le nostre gambe, le braccia, i dorsi»

di Ilaria Tuti

«Non so se laggiù il fronte stia tenendo. Ho imparato a diffidare delle notizie urlate dai giornali. Provo fastidio alla vista delle vignette satiriche, così come davanti alle cartoline propagandistiche. Mostrano una guerra che qui non abbiamo mai incontrato, che non esiste, fatta di giganti, di scontri fra titani senza nemmeno lo spargimento di una goccia di sangue, un arto spezzato o perduto, viscere sparse su un campo di carne. È una guerra di cui si stenta a immaginare l’odore, che io mai potrò dimenticare; le è stata tolta la voce con cui continua a urlare nelle notti di noi che invece la viviamo».

Ilaria Tuti, Fiore di roccia (Longanesi 2020), il romanzo che ha come protagoniste le Portatrici friulane, entrate nella storia della Prima guerra mondiale con le loro gerle cariche di armi, coraggio e panni dei soldati da lavare. Ne proponiamo un estratto, insieme – a chiusura del post – con un video emozionante, nel quale è la stessa autrice a fare da guida lungo il sentiero delle Portatrici sul Pal Piccolo, montagna delle Alpi Carniche al confine tra Italia e Austria.

“Fiore di roccia” di Ilaria Tuti è l’ultimo libro letto e discusso dal Gruppo di lettura Bellano. La foto è di Paola Cicciòli.

Ci siamo riunite con il buio, quando gli animali, i campi e gli anziani costretti a letto non avevano più necessità da soddisfare. Ho pensato che da sempre siamo abituate a essere definite attraverso il bisogno di qualcun altro. Anche adesso, siamo uscite dall’oblio solo perché servono le nostre gambe, le braccia, i dorsi irrobustiti dal lavoro.

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