Con Cristina Cattaneo nel Museo dell’identità delle anime migranti

Testo e foto di Paola Ciccioli

Il frammento della lettera di una persona migrante restituita dal mare.

Un minuto di silenzio in tutte le scuole della provincia di Crotone. Un altro corpo recuperato in mare che fa al momento salire a 64 le vittime della strage di anime migranti avvenuta domenica (per cause ancora da accertare) sulla spiaggia calabrese di Steccato di Cutro (qui).

Un minuto di silenzio è segno di rispetto ma non basta a far diventare persone il numero 64 che si aggiunge agli altri numeri che continuano a fare del mare limpido in cui d’estate ci immergiamo un camposanto senza croci.

Credo fermamente che le e gli insegnanti dovrebbero accompagnare le scolaresche nel Museo universitario delle scienze antropologiche, mediche e forensi per i diritti umani (MUSA) di Milano dove, grazie al lavoro instancabile della professoressa Cristina Cattaneo, i corpi-numeri del Mediterraneo ritrovano almeno il loro nome e la loro identità.

Sabato – 4 marzo 2023 – nell’aula magna della facoltà di medicina legale dell’Università degli Studi di Milano (ore 17) ci sarà una performance immersiva mentre Terre des Hommes sta preparando iniziative volte a coinvolgere tutte/i noi.

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In Soccorso anche dei bambini che imparano la “normale” violenza in famiglia

di Nadia Muscialini*

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“Dignità”, è la parola al centro del lavoro che facciamo ogni giorno con il nostro blog. Abbiamo scelto questa illustrazione di Monica Martinelli per dare voce a Nadia Muscialini e al suo libro “Di pari passo. Percorso educativo contro la violenza di genere”

La cultura della violenza e la violazione dei diritti umani fondamentali sono fenomeni ancora molto diffusi. La violenza è sempre agita dai più forti verso i più deboli e ha alla base la mancanza del rispetto dell’altro, del diverso da sé, che è considerato meno importante e con meno diritti.

Tra le forme di violenza e discriminazione, quella contro le donne e i soggetti più deboli è tra le più diffuse al mondo. L’unico modo per sconfiggere la cultura della violenza è sviluppare una capacità critica e diffondere una cultura basata sul rispetto dell’altro. L’apprendimento di questi principi deve avvenire innanzi tutto all’interno della famiglia ma anche nelle scuole di tutti i gradi e livelli. È la scuola che stimola lo sviluppo delle abilità che permettono di leggere e decodificare in maniera critica la realtà e la complessità che ci circonda.

Molte delle donne che nel corso di questi anni hanno frequentato il Centro antiviolenza Soccorso Rosa di Milano (ora a rischio chiusura, ndr) hanno figli. Bambini che crescono e vivono in un ambiente violento, a cui viene proposto un modello educativo che giustifica e sostiene l’uso della forza e della prevaricazione dell’uomo sulla donna. Ho visto con i miei occhi come i figli di uomini violenti diano per scontato che la relazione tra maschi e femmine sia basata su un inevitabile uso della prepotenza da parte dei primi sulle seconde.

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Barbara Spinelli alla Vigilanza Rai: «Giornalisti e registi imparino a evitare gli stereotipi di genere»

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Aggiorniamo questo post con la foto di Barbara Spinelli all’aeroporto Marconi di Bologna di ritorno da Istanbul dove, il 13 gennaio 2017, è stata respinta alla frontiera e rimpatriata in Italia. L’avvocata ha partecipato come osservatore internazionale ai processi in corso contro gli avvocati turchi. Con lei, in questa immagine da https://www.radiocittadelcapo.it/ il presidente dell’Ordine degli avvocati del capoluogo emiliano, Giovanni Berti Arnoaldi Veli

«Quando si evidenzia la necessità di modificare la rappresentazione di uomini e donne, non entrano in gioco solo i valori, ma anche i diritti fondamentali della Persona, ed in particolare quelli di donne e bambine».

È la premessa fondamentale delle richieste presentate dell’avvocata Barbara Spinelli e dalla Piattaforma Cedaw nell’audizione dell’8 gennaio al presidente della Commissione di vigilanza Rai, Roberto Fico, in vista dell’approvazione del nuovo contratto di servizio della televisione pubblica. Impossibilitata a partecipare di persona, la firmataria di questo importante documento, che vi invito a leggere integralmente, è stata rappresentata da Claudia Signoretti di Pangea.

(Paola Ciccioli)

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