Un pittore della fotografia e una giornalista con il cuore da poeta: due grandi in Cappadocia

di Donatella Bisutti*

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Donatella Bisutti è tra l’altro autrice del long seller “La poesia salva la vita” (Feltrinelli) e lo scorso novembre ha fondato poesiaeconoscenza.it

Il 19 aprile è morto a 89 anni un grande fotografo, Fulvio Roiter. Abitava da anni al Lido di Venezia ed era diventato famoso soprattutto per le foto che aveva dedicato a Venezia e al suo Carnevale. Ma in realtà per anni la sua grande passione era stata viaggiare e aveva percorso mezzo mondo ricavandone una serie di libri fotografici che si distinguevano per il rigore e l’originalità compositiva con cui trasformava il reportage in opera d’arte secondo uno stile del tutto personale. Roiter era in certo modo un “pittore della fotografia”.

Io l’avevo conosciuto tantissimi anni fa e da allora eravamo diventati amici, anche con la moglie belga. Io allora ero una ragazza molto giovane e, per circostanze familiari – mio padre aveva fondato a Istanbul una società per conto della Pirelli – abitavo con i miei in Turchia, un Paese che mi affascinava e a cui per questo mi sento ancora legata. Ma siccome volevo tornare in Italia e costruirmi una vita mia – mi ero appena laureata, in Belgio, sempre per via del lavoro all’estero di mio padre – e sognavo di diventare giornalista, scrissi di mia iniziativa il diario di un viaggio alla scoperta delle antiche colonie greche dell’Asia minore, principalmente Smirne ed Efeso. Allora non c’era in quella regione alcuna attività turistica e gli archeologi francesi e tedeschi stavano solo cominciando a disseppellire rovine che ridisegnavano quelle città facendole risorgere da un paesaggio deserto, da cui nei secoli il mare si era ritirato. Fu così che scoprii, tra parentesi, l’archeologia – che fino ad allora avevo associato al chiuso un po’ muffito dei musei – come un’eccitante avventura.

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“Dal buio della terra” (Empiria) è la nuova silloge poetica di Donatella Bisutti. Verrà presentata oggi 5 maggio a Milano nella Biblioteca Sicilia (ore 18,30) da Mariacristina Pianta, letture di Alessandro Quasimodo. «Dal buio della terra/ succhio l’ansia e l’angoscia/ come la ginestra/ fiorisco».

Mandai questo articolo all’unica rivista che avevo allora a portata di mano, e cioè alla rivista Pirelli, una rivista insigne che per qualche tempo aveva avuto come direttore anche un grande poeta come Vittorio Sereni. Il direttore di allora che credo fosse Castellani, dopo aver precisato che non pubblicava l’articolo per via di mio padre ma perché gli era piaciuto – e questo mi riempì di orgoglio, e riempì mio padre di stupore – a riprova di questo fatto inviò sul campo Fulvio Roiter che allora era ovviamente un giovane fotografo. Lui arrivò con la moglie Louise detta Lu, che per combinazione era belga, Paese in cui io avevo vissuto per anni. Facemmo subito amicizia. Fulvio Roiter allora non era ancora famoso, ma chi se ne intendeva lo considerava già un grande fotografo. Lui e la moglie erano una giovane coppia povera, perché lui era molto selettivo: non voleva lavorare per giornali e settimanali come avrebbe potuto, ma solo per due riviste che secondo lui gli davano la garanzia di una qualità di stampa ottimale, la rivista Pirelli appunto e la storica rivista svizzera Du. Avendo pochi soldi alloggiarono in qualche sorta di ostello e ricordo che venivano a fare la doccia a casa nostra.

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«Viaggiò tutta la vita intorno a un tavolo (senza peraltro combinare un cavolo)»

di Elisabetta Baccarin

La copertina di Annabella del 25 gennaio 1979 dedicata a Brunella

La copertina di Annabella del 25 gennaio 1979 dedicata a Brunella Gasperini

il nome brunella gasperini vi dice niente? non vi è mai capitato di leggere qualcosa di suo? peccato, ma potete rimediare al volo a questo link.

oppure avete qualche capello bianco e avete letto la sua rubrica Ditelo a Brunella sulla rivista Annabella? 25 anni di pubblicazione. della rubrica non ho letto nulla tranne quel che si ricava dai ritagli nella rete, ma ho letto quasi tutti i suoi libri. alcuni mi erano stati passati da mia cognata, io 15enne e lei 22enne, parecchi altri recuperati nelle biblioteche o acquistati. leggevo, sottolineavo, leggevo e ridevo e leggevo e scrivevo leggevo e piangevo. poi negli anni l’ho riletta, e confesso di riguardare spessissimo quelle pagine sottolineate, rendendomi conto che quando dico che rido come mille che ridono o che se avessi orrore dei mali del mondo non sarei io, è perché ho tenuto con me quel suo modo di dire, ho conservato in quelle parole cose che non saprei dire e trattenuto anche qualche suo modo di scrivere. grazie a lei ho scoperto quella poesia di neruda, che io avevo fatto mia e tuttora, adattandola, dice di me più di quanto potrebbe fare chiunque, compreso me… non chiedetemi niente, toccate qui, sotto al cappotto e sentite come palpita questo sacco di pietre oscure. Continua a leggere

Luci da stadio su volti da studio: intrecci di menti, corpi (e fotine su Twitter)

di Chiara Pergamo

Tutto comincia da questo commento sul blog:

«Salve. Penso che il vostro blog tocchi un problema reale: “Chi sono le donne della realtà? Dove sono finite?”.  E io aggiungerei che questo potrebbe essere utile per scoprire un ente ancora più sconosciuto: l’uomo. 🙂A proposito della donna che lavora e della donna “velina” (fermo restando che lavorano anche le veline) c’è un episodio che per me è emblematico. Paola Ferrari, una nota e brava giornalista RAI, tempo fa ha partecipato a “Ballando con le Stelle”.
Mi ha colpito perché mi è sembrata una ricerca della celebrità – popolarità fatta attraverso non la “mente” ma con il “corpo”: movimenti seducenti, vestito molto molto scollato etc. Mi è sembrato quasi un tornare indietro di una donna che è riuscita a imporsi attraverso il lavoro di giornalista, la mente, e poi ha scelto di comparire attraverso il corpo, come una qualsiasi velina diciottenne.
Mi farebbe però piacere sapere cosa ne pensa una donna.
Saluti. Umberto».

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Un fotogramma dalla “Domenica Sportiva” di Paola Ferrari

Ho cercato una risposta all’interrogativo che sottopone il signor Umberto, ossia se la giornalista scollacciata metta da parte la professionista per desiderio di apparire. Ben colgo il punto, ma una vocina nella testa mi fa concentrare, più che sul focus della questione, proprio sulla Ferrari! Umberto si dichiara colpito dalla partecipazione della giornalista a Ballando con le stelle, risalente al 2005: personalmente ha suscitato in me più stupore la bizzarra querelle insorta a cavallo tra 2012 e 2013 sul tema “l’estetica della Ferrari, non l’auto, la giornalista”. Continua a leggere

Maria Grazia Cutuli, passione a fumetti

La vita e la morte della giornalista del Corriere della Sera in una graphic novel. «Il bisogno di scrivere»

MILANO – «Mi metteranno in redazione». La preoccupazione di Maria Grazia Cutuli sta dentro una nuvoletta. Lo sfondo, di un nero elegante, esprime un attimo sospeso, nel disegno di Paola Cannatella. Siamo a pagina 77 di Dove la terra brucia (Rizzoli Lizard), la graphic novel che racconta gli ultimi giorni della giornalista Continua a leggere

Giornalista di Newsweek intimidita da Striscia la Notizia

Striscia contro Newsweek: la giornalista americana che criticò le tv di Berlusconi racconta cosa le è successo dopo la pubblicazione del suo articolo

Barbie Nadeau è una giornalista americana di Newsweek e di Daily Beast: vive tra l’Italia e gli Stati Uniti e proprio in Italia si è occupata molto Continua a leggere

Giornalista antinarcos:« Il ministro dell’Interno mi vuole uccidere»

Messico: Anabel Hernàndez ha indagato su politica e clanItalia si mobilita Libera, 1600 lettere all’ambasciata
MILANO – Per difendersi da una minaccia di morte ha fatto la cosa che sa fare meglio. Scrivere. Ha preso carta e penna e ha condensato il suo terrore in poche righe, con particolari agghiaccianti sulle modalità e addirittura sui mandanti della propria esecuzione Continua a leggere