“La sai quella della nipote di Mubarak?”

di Marco Travaglio*

Foto di Paola Ciccioli.

Anticipata da uno scoop di Gianni Barbacetto sul Fatto, nel gennaio del 2011 esplode una nuova inchiesta milanese che imbarazza il premier Berlusconi: quella sul “caso Ruby”, che lo vede indagato per induzione alla prostituzione minorile e concussione.

La ragazza, al secolo Karima El Mahroug detta “Ruby Rubacuori”, è una giovanissima marocchina che risulta aver fatto sesso a pagamento, da minorenne, con il capo del governo nella villa di Arcore. Il quale telefonò ben sette volte da Parigi – dove si trovava in visita ufficiale – ai dirigenti della Questura di Milano per farla rilasciare subito dopo un fermo per furto, raccontando che era la “nipote di Mubarak” e si rischiava l’incidente diplomatico con il governo egiziano. Pazienza se il Marocco e l’Egitto sono piuttosto diversi e distanti.

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Barzellette: le risate aggressive che colpiscono le donne (e non solo)

di Giada Sofia Conti*

Barzellette 3

Tutte le immagini sono tratte dal Web e inserite dall’autrice di questo post nella sua ricerca su “Barzellette di genere e rafforzamento degli stereotipi”

È possibile che le generalizzazioni semplicistiche che fanno sorridere per la loro imprevedibilità possano finire per essere considerate dati di fatto? E che le eccezioni servano solo a confermare la regola e non a prendere in considerazione un punto di vista alternativo?

La mia ricerca muove da tali domande e vuole indagare il rapporto tra umorismo e rafforzamento dello stereotipo di genere. Come scrive Charles Brenner, «La tecnica della battuta generalmente serve a provocare la liberazione, o lo scarico, di tendenze inconsce, le quali altrimenti non avrebbero avuto il permesso di esprimersi o che, almeno, non avrebbero potuto esprimersi in maniera così completa».

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Ma pensa un po’ che vicini di casa mi ritrovo su Internet!

di Marco Biella

Bellezza in lingua matematica, Marco Biella

Dalla bacheca Facebook di Marco Biella. Illustrazione da http://www.collater.al/rafael-araujo-calculation/

Com’è piccolo il mondo! La frase perfetta da usare quando la velocità a cui viaggiano le persone e le idee ti lascia di stucco. Tutti ci siamo trovati a fare questa considerazione, ma forse la nostra prospettiva ci ha ingannato. Lasciate che vi spieghi.

Dopo il mio post sui volti e i corpi degli “abitanti di Facebook” mi è capitata una cosa singolare. La mia amica Silvia doveva fare una ricerca universitaria (anche lei studia in Bicocca) su questioni di genere. Ha digitato “uomini e donne” su Google e si è vista comparire la mia bella faccia, pochissime ore dopo la pubblicazione su questo blog dell’assaggio del mio studio su come maschi e femmine scelgono le foto per i propri profili sul social network.

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Appunti partigiani

di Elisabetta Baccarin

 

Elisabetta Baccarin

Elisabetta Baccarin

L’altroieri un tassista, circa 50 anni: tragitto lungo per lavoro in milano nel traffico. Partiti da un commento a una radio, arrivati parlando di radiopopolare e della cronoscalata delle grazielle. E in mezzo gli appunti partigiani e la diversità delle nostre considerazioni.

«…e che balle mio nonno… E quel cazzo di fucile, che ogni venerdì sera tornato a fine della settimana di lavoro, lo tirava fuori e lo puliva e lo ingrassava. Solo nel ‘77, quando lui stava male, glielo abbiamo buttato. Sarà ancora giù, nel Villoresi. E un bottiglione se ne andava tutte le volte che iniziava a parlare… sono stufo ancora adesso di tutte le volte che da piccolo mi ha raccontato la storia della sua brigata!».
Voci. Continua a leggere

“Caro Servizio Pubblico, sei prezioso ma pericolosamente sessista”

Giulia Pavon

Giulia Pavon

di Giulia Pavon*

Buongiorno, mi chiamo Giulia Pavon, sono una giovane riabilitatrice psichiatrica e psicologa clinica. Vivendo da anni la rabbia e l’umiliazione di vivere in un Paese come il nostro apprezzo enormemente gli sforzi di informazione e in una certa misura di “formazione” che Servizio Pubblico fornisce alla popolazione. Vi scrivo però perché faccio sempre più fatica a sopportare ahimè la prospettiva sessista che questo programma chiaramente abbraccia. A parte Giulia Innocenzi, rara e meravigliosa eccezione, tutti i professionisti di Servizio Pubblico sono maschi (Santoro, Travaglio, Vauro, Dragoni, Ruotolo, ecc).

Non metto in dubbio che ci siano dei professionisti donna che lavorano dietro le quinte (conosciamo tutti bene il triste detto: “dietro ogni grande uomo c’è una grande donna”), ma non è sufficiente Continua a leggere

Sessismo senza sessisti: per capire il caso Angela Bruno

Maria Giuseppina Pacilli

Maria Giuseppina Pacilli

di Maria Giuseppina Pacilli*

In Italia all’assenza di sessisti – nessuno accetta più di essere definito come tale – non corrisponde un’assenza di sessismo – nel senso che gli effetti negativi della discriminazione di genere sulla vita delle donne continuano a essere presenti. Il Global Gender Gap Index, una classifica annuale del World Economic Forum che quantifica ogni anno l’entità delle disuguaglianze tra uomini e donne in termini di a) partecipazione e opportunità economiche, b) livello di istruzione, c) potere politico, d) salute e sopravvivenza, descrive un quadro poco incoraggiante. Nel 2012, il nostro paese nella classifica mondiale è solo ottantesimo su ben 135 paesi, preceduto da stati come il Ghana o il Sultanato del Brunei Continua a leggere

Cala il sipario sul Truman Show

di Barbara Spinelli

Ci sono due scene, nel fine regno di Berlusconi, che dicono la sua caduta con crudezza inaudita: più ancora del voto del rendiconto dello Stato che ha attestato, ieri, lo svanire della maggioranza. Ambedue le scene avvengono fuori Italia, trasmesse dal mezzo che Berlusconi per decenni ha brandito come scettro: la Tv. Continua a leggere

Che Dio Santo ti benedica

“Il crocifisso di B. sui seni della Minetti”

Parla un’altra testimone delle notti di Arcore: “Lei era vestita da suora, poi il premier ha preso la croce di legno e lo ha usato per benedirla. Perché a Silvio piaceva una volta al mese organizzare delle feste dedicate ai film, come Sister Act”.

A fine spettacolo si è avvicinato a Nicole e con il crocifisso in mano le ha detto: ‘Dio santo ti benedica Continua a leggere

Quei favori che fanno svanire merito e concorrenza

Il capo del governo, per accontentare chi allieta le sue serate, usa la sua influenza per aiutare con le aziende di Stato l’imprenditore che gli porta le escort.  Alcune ragazze delle notti a Palazzo Grazioli hanno viaggiato sugli aerei di Stato e hanno seguito il presidente persino negli incontri ufficiali

di Fiorenza Sarzanini

Sono davvero pochi gli imprenditori italiani in grado di ottenere nel giro di un mese un appuntamento con il capo della Protezione Civile e una corsia preferenziale per arrivare ai vertici di Finmeccanica Continua a leggere

Berlusconi e Noemi: il drago rovina le vergini

di Luca Telese

Oggi faccio parte di quei 59 milioni di italiani (praticamente tutti tranne il chirurgo che l’ha distrutta e il drago che ha commissionato il lavoro) che non è più in grado di riconoscere Noemi Letizia. Se non ci credete, provate a dare uno sguardo alle foto pubblicate da Oggi nell’ultimo numero. Continua a leggere

Où est passé le féminisme italien?

Les féministes italiennes n’arrivent pas à rompre le «mur de la communication» de la télévision misogyne berlusconnienne pour mobiliser les jeunes.

Dimanche 13 janvier, un million de femmes ont manifesté dans plusieurs villes italiennes pour défendre leur dignité. Une dignité qui serait bafouée par le président du Conseil Continua a leggere

Silvio, vergogna

L’inchiesta di Napoli: nei verbali sesso, droga e camorra. Poi la soubrette scrisse: “Silvio, vergogna”. La Tommasi intercettata: “Berlusconi mi perseguita”. “Quei potenti si elettrizzano quando vedono giochini a tre. Vogliono che trovi una amichetta”. “Lele Mora mi faceva mettere cose nei bicchieri”

di Dario Del Porto e Francesco Viviano

NAPOLI – Uno sfogo tra le lacrime intercettato dagli investigatori della squadra mobile impegnati nell’inchiesta che seguendo la pista del soldi si è imbattuta nel filone napoletano del “Rubygate”. Agli atti dell’indagine figurano 16 sms inviati dalla soubrette al premier. Sei contatti in entrata e in uscita con il fratello di Berlusconi, Paolo. Due con il ministro della Difesa Ignazio La Russa, due con l’europarlamentare del Pdl Licia Ronzulli. Sara Tommasi non è indagata come non lo sono i suoi interlocutori. Ma la Ronzulli, in un sms, l’avverte di avere i telefoni sotto controllo. Una storia che nasce nella zona grigia dove il mondo dello spettacolo si confonde con quello della prostituzione e da lì intreccia gli ambienti della camorra e quelli della droga. Vengono citati (tutte persone non indagate) personaggi famosi da Lele Mora a Giletti, da Fabrizio Del Noce ai calciatori Ronaldinho a Quagliarella, da Gigi D’Alessio alla sorella di Belen Rodriguez. Per arrivare ai figli del premier, Marina e Piersilvio, e quindi ai palazzi romani e infine nel regno di Silvio Berlusconi e del bunga bunga. Le stanze di quei “potenti” che Sara così descrive: “Alla fine questo lavoro ti vogliono spingere a diventare lesbica, no. Perché i potenti si elettrizzano quando vedono giochini a due e tre. Quindi vogliono che tu ti trovi una tua amichetta di giochi. Ma a me non piacciono le donne”. Una commistione che legittima il millantato credito e rende concreto ogni giorno il pericolo del ricatto.

Il mondo dello spettacolo
I pm Antonio Ardituro e Marco Del Gaudio indagano per favoreggiamento della prostituzione nei confronti di Vincenzo Saiello, conosciuto come Bartolo, introdotto nel mondo dello spettacolo e in contatto anche con Fabrizio Corona, che viene anche intercettato quando interviene dal telefono dell’amico e redarguisce un uomo sul prezzo da pattuire per un’esibizione di Cecilia Rodriguez, la sorella di Belen. “Ma che fai, l’elemosina a Cecilia Rodriguez, mia cognata, 1500 euro. Ma chi sei tu. Ma me lo compro questo locale, lo compro e lo chiudo”. Le intercettazioni captano due contatti con il dirigente Rai Fabrizio Del Noce, un sms affettuoso e una telefonata nella quale Sara dice di essere in partenza per il Marocco “ospite di reali marocchini amici di Gheddafi” e chiede quando potrà “partecipare alle riprese di “Un posto al sole””. “Ne riparliamo quando torni dal Marocco”, le risponde. Un sms di auguri viene indirizzato anche al conduttore Massimo Giletti. In una telefonata con un amico, Sara racconta un episodio di qualche anno fa: “Ho conosciuto un coglione amico di Piersilvio Berlusconi che mi ha portato a cena da Piersilvio. Questo coglione mi ha fatto fare “On the Road” su Italia Uno”.

“Lele metteva cose nei bicchieri”
Il 23 dicembre, Sara Tommasi parla con un amico e fa pesanti apprezzamenti su Lele Mora che secondo gli investigatoti minaccia di non farla più lavorare. Poi passano all’argomento dei falsi scoop sui calciatori Ronaldinho e Quagliarella. Fa riferimento a Raffaela Fico: “È stata con Berlusconi” dicendo poi che stava scherzando. Quindi, Lele Mora: “È tutta colpa del Mora… perché sai… me ne combinava di tutti… faceva sempre arrivare tremila persone… poi secondo me mi faceva seguire.. mi faceva mettere cose nei bicchieri… ma vai a capire…

La camorra
I clan sono sullo sfondo, evocati da Fabrizio Corona (che non risulta indagato ma potrebbe essere sentito presto dai magistrati) quando lancia in televisione il sospetto che nelle mani della “malavita napoletana” ci sarebbero foto “taroccate” del premier. E ne parla Sara Tommasi alla radio, quando afferma che proprio Corona sarebbe un “malavitoso insieme a Bartolo”.

Nelle mani di Bartolo e degli altri
Sara Tommasi era entrata nel mondo dei procacciatori di clienti importanti. Il suo principale interlocutore era Bartolo e gli amici del suo giro che procuravano gli appuntamenti per serate, presentazioni e sponsorizzazioni, che secondo gli investigatori si concludevano quasi sempre in festini. La tariffa media era di 1.500 euro. Ma Sara Tommasi ad un certo punto, finita in questo giro infernale diceva di volerla smettere con “droghe”, “festini” e “marchette”. Voleva dire “basta” a quella vita e non avere più a che fare “con Berlusconi”, con “Lele Mora” e Corona. In un sms inviato a Bartolo la soubrette si sfoga: “Ne te, ne Lele, ne Fabrizio (Lele Mora e Fabrizio Corona secondo gli investigatori) ne le markette K volevi farmi fare ne “il giro squallido di Marina Berlusconi K volevate farmi frequentare o dei festini privati”. In un altro messaggio Sara scrive: “Mai “avrò successo perché” non amo skopare non amo ubbidire ai disgustosi frocioni Kome voi e non mi arrivano soldi. Hai capito coglione? Le markette n”. Ed ancora Sara a Bartolo: “E ora scusate ma andatevene a fanculo Co e company dei miei stivali e ditelo a Paolo Berlusconi”. Al fratello del premier, la sera del 6 gennaio, Sara scrive: “Se io mi devo kurare, tu piantala con cocaina, cani e mignotte! E festini sexy non me ne sbatte un cazzo. Stronzo!”. Ma poi, a Paolo Berlusconi, Sara chiede un appuntamento il 9 gennaio: “Ti voglio rivedere, dimmi dove tu dove e quando”. Paolo le risponde: “Se vuoi ci vediamo nel pomeriggio alle 18 al Giornale, via Negri zona piazza Affari ok”.

A Roma con la scorta del premier
Il 9 settembre del 2010 Bartolo e il suo socio sono a Roma ed hanno procurato un incontro tra Sara Tommasi ed un imprenditore. Bartolo: ” “Io sto all’Hilton Cavalieri” siamo arrivati quasi a casa di Gigi D’Alessio (il cantante napoletano estraneo però alle indagini)…”. Mezzora dopo Bartolo parla ancora con un altro “socio” e Sara Tommasi: “Bella ma che hai fatto non rispondevi, avevi da fare.. stiamo da Gigi, sta partendo.. perciò ti abbiamo chiamato.. a che ora finisci Sara, ti veniamo a prendere”. L’appuntamento però salta per un importante incontro che Sara Tommasi ha dovuto accettare con una persona molto più importante.
U: “Stiamo giù, scendi”.
Sara: “E no.. perché dove siete voi?
U:”Qua giù”
Sara: “No.. io non posso venire, mi ha chiamato una persona che non vedo da tempo”
U: “Sara, scendi, parliamo. Vuoi scendere che teniamo questo appuntamento che è importante?”
Sara: “No. devo vedere una persona che non vedo da un sacco di tempo che mi ha chiamato adesso. Capito”.
Quella persona, per gli investigatori, è Silvio Berlusconi.
Infatti Bartolo e un amico commentano al telefono di aver visto una scena sotto casa di Sara:
U: “Guagliò, in vita mia non mi è mai capitata una cosa del genere. Mentre stiamo aspettando ci ha mandato un messaggio. “Adesso scendo”. È arrivata due macchine con le guardie del corpo di Berlusconi. Se la sono venuta a prendere a questa e se la sono portata. Guarda, è una cosa incredibile”. E poi spiegano: “Ci ha fatto andare fin là… sto scendendo… sto scendendo… bello e buono abbiamo visto arrivare queste due macchine: un’Audi A8 e un’Audi A6”.
“Spero che crepi con le tue troie”

Al premier, Sara scrive messaggi a volte d’amore, a volte di risentimento. A Natale un messaggio di “auguri, presidente”. Qualche giorno più tardi, il 5 gennaio: “Amore, ti ho mandato un pensiero da Licia. Spero che tu capisca”. Il 10 gennaio Sara appare furibonda: “Silvio, vergognati, mi hai fatto ammalare, paga i conti dello psicologo”. Un paio d’ore più tardi dal cellulare del presidente del Consiglio arriva uno squillo sul telefonino della soubrette. Che due giorni dopo, alle 4 del mattino del 12 gennaio, gli scrive: “Amore perdonami ho visto solo ora la tua chiamata. Ultimamente ho problemi con la linea telefonica. Se posso fare qualcosa… Bacio grande”. Trascorre una manciata di minuti e Sara scrive di nuovo: “Mi sei mancato tanto. Spero tu mi possa richiamare presto. Ti amo ancora sai?”. E si firma: “Lady x”. Nel pomeriggio di quello stesso giorno, Sara scrive: “Ma perché non mi metti dietro solo il Mora invece k le lesbike??”. Risentimento che monta il 15 gennaio: “Spero k krepi kon le tue Troie”.
“Stai abusando di potere”

È il primo di un crescendo che, nelle ore successive vedrà partire verso l’utenza personale del premier ben nove sms 22.53: “Spero k il governo americano inizi a dare lustro a quello ignobile nostrano con i 10 requisiti di ammissione ad Harvard. La politica è una cosa seria”. Un minuto dopo: “Non una barzelletta come l’hai intesa tu”. Venti minuti dopo: “10 requisiti per l’ammissione tra le fila dei parlamentari… tu indagato saresti già fuori. Hai capito?”. Due minuti dopo: “Riprendi subito Ron (il riferimento è al calciatore del Milan Ronaldinho) nella tua squadra di merda o ti faccio escludere da Obama e dai grandi del mondo e dalla politica internazionale… se l’Italia è incapa”. Frase completata nell’sms successivo: “Incapace di ascoltare i segnali del Mondo”. Trascorre qualche secondo e Sara affonda: “Ci vuole una buona reputazione per governare!! Anke tu fai festini Dinho deve tornare!”. E subito dopo: “Stai abusando di potere”. Fino all’ultimo sms: “Immeritato tra l’altro (sottinteso, evidentemente, il potere) vedi processi e quant’altro… “.

La Russa
Sono solo due i contatti con il ministro della Difesa Ignazio La Russa, che ieri si è detto “indignato” per essere stato “arbitrariamente accostato” all’indagine. Il 6 gennaio Sara Tommasi gli scrive: “Amore auguri!! Domani torno a Milano. Pranziamo insieme”. Poco dopo i due si sentono ma il ministro declina l’invito dicendo di essere “appena tornato dall’Afghanistan e che si risentiranno in un altro momento”. Ieri La Russa ha negato qualsiasi “incontro o contatto indiretto con la persona in questione”.

L’allarme dell’eurodeputata
Due telefonate fra Sara Tommasi e la parlamentare europea Licia Ronzulli. La prima è della vigilia di Natale. La Ronzulli “si lamenta di alcuni sms poco piacevoli che ha ricevuto” e Sara replica che quei messaggi sarebbero stati inviati “da una ragazza a lei vicina per gelosia”. Ma a destare maggior interesse è lo scambio di sms del 4 gennaio. Sara scherza: “Kiss kiss me Licia”. La risposta è gelida: “È bene che tu sappia che il mio cell è sotto controllo. Quindi tutto passa attraverso la procura, messaggi e telefonate”.

“Berlusconi mi perseguita”
Il 18 gennaio Sara Tommasi parla con la madre. Si sfoga, piange.
Sara: “Mamma sono in taxi sto a Milano… sono venuta sopra per non fare un cazzo alla fine. Sono venuta per due appuntamenti ma poi alla fine non sono serviti a a un cazzo.. e basta. ora sto qua a rompermi i coglioni.. con la gente che mi droga a destra e sinistra.. guarda ua cosa.. non so più dove scappare… non so più dove scappare.. guarda (e Sara scoppia a piangere scrivono gli inquirenti) sono perseguitata… da Berlusconi e da tutti.. non so dove mettere le mani…”.
Madre: “Devi uscirne fuori da questa storia chiudi dentro e sta tranquilla. Poi con tutti i casini che ci stanno… con Berlusconi che è stato indagato…”.

Licia Ronzulli con Silvio Berlusconi in Senato il 13 ottobre 2022 durante la prima seduta della XIX legislatura che ha portato all’elezione a presidente di Ignazio La Russa (Fratelli d’Italia) senza i voti di Forza Italia. Il 18 ottobre Licia Ronzulli è stata acclamata capogruppo.

da la Repubblica – 9 febbraio 2011

AGGIORNATO IL 18 OTTOBRE 2022

#abissodemocratico

Petizioni record e militanti in fuga: il Pdl non ferma la fronda anti-Minetti

Resta sempre teso il clima sul caso di Nicole Minetti, la consigliera regionale del Pdl eletta nel listino bloccato di Roberto Formigoni, indagata per violazione della legge Merlin sulla prostituzione nella vicenda Ruby sulle feste organizzate nella villa di Silvio Berlusconi ad Arcore. La raccolta di firme via Internet lanciata dalla consigliera di zona pidiellina Sara Giudice per chiedere le dimissioni della Minetti in due giorni ha già raccolto quasi quattromila adesioni sul sito www.firmiamo. it/dimissioninicoleminetti. Continua a leggere

Il sogno degli italiani

di Silvia Truzzi

Ciao, sono il sogno degli italiani. Modestamente Silvio Berlusconi, in arte premier. Così si presenta il presidente a Nadia Macrì, escort professionista e nient’affatto reticente. E forse ha ragione, se una delle gemelline De Vivo per convincere un’amica a seguirla ad Arcore in occasione di una delle consuete cene “eleganti”, le dice: “Guarda che lui ti cambia la vita…”. E di fronte al rifiuto, l’ammonisce: “Ma sei pazza? Queste occasioni non si ripetono. Non sempre è Natale”. Non tutt’oro è quel che brilla, però. Continua a leggere

Lettera di Giulia Bongiorno a Repubblica: “Noi donne calpestate, non possiamo tacere”

Caro direttore,
quando è in corso un’indagine che riguarda un personaggio pubblico, l’immancabile amplificazione mediatica che ne consegue è insidiosissima. Di solito, gli elementi divulgati sono soltanto quelli raccolti dai pubblici ministeri. Si finisce così per attribuire il crisma di verità a tesi parziali. Continua a leggere