Testo e foto di Paola Ciccioli
Pubblichiamo tre interventi in tema di Memoria partigiana e di uso blasfemo di parole (leggi qui) e di simboli religiosi da parte di esponenti della destra italiana: i tre post sono stati anticipati dalla coordinatrice del nostro blog sul proprio profilo Facebook il 14, 18 e 19 agosto 2022.
È stata lasciata sparire, ma è esistita e ha avuto i contorni dell’eroismo. Mi riferisco alla Resistenza dei cattolici e, più precisamente, dei sacerdoti e delle suore che durante il fascismo aiutarono i partigiani e misero in salvo gli ebrei destinati ai campi di sterminio.
Una lettura parziale e preconcetta della Storia ha consentito che si dimenticassero – come il pannello qui sotto simbolicamente dimostra – figure come, per esempio, don Francesco Rovelli che a Bellano venne arrestato il 21 agosto 1944 perché organizzava il trasferimento in Svizzera dei perseguitati da fascisti e nazisti, insieme con il suo coadiutore don Luigi Lissoni.
Quali altre informazioni ci siano su questo cartello non so dirlo perché è diventato illeggibile. L’altro giorno sono scesa dal sentiero del Viandante per andarlo a fotografare di nuovo perché le immagini che avevo erano già desolanti e, purtroppo, ho dovuto constatare che ora lo sono ancora di più. Eppure, l’indicazione del percorso Itinerari della Memoria – Partigiani sulle Grigne è a un metro dall’uscita molto frequentata dell’Orrido, la magnifica gola che attraversa il paese sul lago di Como, ed è a pochi gradini dalla chiesa dei Santi Nazaro e Celso dove i due preti predicavano e praticavano il rispetto delle vite e della libertà.
L’aver lasciato che il peggio della politica nazionale usasse in modo blasfemo la fede e i simboli religiosi a scopi biecamente propagandistici è un errore che cozza con i fatti del nostro passato e con la religiosità di questa regione, disseminata di cappelline votive e con una Madonnina dorata che domina la città del Nord d’Italia più “vicina all’Europa”.

‘Memoria di sacerdoti “ribelli per amore”, 1943 – 1945’ (Centro Ambrosiano di Documentazione e studi religiosi, 1986). Un grazie per la collaborazione a Elena Sormani della Biblioteca di Paderno d’Adda, Sistema Bibliotecario del Territorio Lecchese.
Mi hanno detto che l’acqua del lago custodisce memoria di chi lo ha attraversato. Qualcosa di vero dev’esserci e, se nell’acqua è impossibile scavare, libri e biblioteche ci vengono in soccorso.
Questo libro è stato curato da don Giovanni Barbareschi – il religioso che andò a benedire i martiri di piazzale Loreto il 10 agosto 1944 – ed è stato voluto 40 anni dopo la Liberazione dell’Italia dal nazifascismo dall’allora cardinale di Milano, Carlo Maria Martini. Che intese così dire grazie a 179 sacerdoti della diocesi impegnati in prima persona nel dare sostegno, aiuto e appoggio a quanti dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 fecero la scelta di diventare partigiani.
Una attenzione particolare viene riservata nel volume a don Francesco Rovelli e don Luigi Lissoni, i due preti di Bellano su cui sto facendo delle ricerche dopo aver visto i loro nomi lasciati scomparire in un pannello di Memoria partigiana collocato in passato vicino alla loro chiesa, nel cuore del paese, dove nascosero centinaia di ebrei e antifascisti.
«A Bellano si verifica anche un altro fenomeno, comune ad alcune zone della riva orientale del lago, ma particolarmente intenso nei paesi situati all’inizio delle valli: Lecco, Dervio, Bellano. È il passaggio di prigionieri di guerra fuggiti dai campi di concentramento della Lombardia, che tentano, con l’aiuto delle popolazioni locali, di attraversare il lago di Como per raggiungere il suolo elvetico. Sono soldati inglesi, jugoslavi, greci, russi, e molti sudafricani».
C’è chi dimentica, l’acqua no.

La statua del cardinale Ildefonso Schuster che si trova, rivolta verso il lago, sotto il Santuario della Beata Vergine, nella frazione Lezzeno di Bellano, in provincia di Lecco.
“I termini usati in questo libro per indicare un particolare modo di porsi dei nostri Preti Ambrosiani nelle vicende dolorose e tragiche di quarant’anni fa possono suscitare qualche stupore.
Ci possono essere dei preti «ribelli»? Di che tipo fu la loro «Resistenza»? Ma dalla lettura di questi episodi, pazientemente e diligentemente raccolti, appare chiaramente che la loro «Resistenza» è stata anzitutto una resistenza morale, la loro «ribellione» è stata la scelta consapevole dell’umano contro il disumano.
In un documento che non ebbe il permesso di pubblicazione, il 6 luglio ’44, il Card. Schuster così descrive la situazione di allora:
«… Una lotta fratricida con vittime innocenti, una lotta fatta di odio, di livore umano, con vera caccia all’uomo, con metodi così crudeli che farebbero disonore alle belve della foresta».
Così il Cardinale Carlo Maria Martini nella presentazione del volume ‘Memoria di sacerdoti “ribelli per amore” 1943 – 1945’, affidato a un religioso milanese indissolubilmente legato alla Storia partigiana. Quel Giovanni Barbareschi che, «Il 10 agosto’ 44, Diacono, benedice le salme dei fucilati di piazzale Loreto a Milano, compone pietosamente i cadaveri ammucchiati ed estrae dalle loro tasche i biglietti con gli ultimi messaggi per i loro cari».
Nei miei trent’anni di vita in Lombardia ho maturato la ferma convinzione che senza un’attenzione empatica nei confronti della religiosità di questa regione si minimizza l’intollerabile uso sacrilego che certa “disumanità” leghista ha fa fatto e fa delle parole di fede.
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AGGIORNATO IL 19 AGOSTO 2022