«Eravamo come due cavalli che galoppano fianco a fianco»

di Anna Bikont e Joanna Szczęsna

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La poetessa Premio Nobel Wisława Szymborska con lo scrittore Kornel Filipowicz al quale è stata legata ventitré anni. La foto è stata scattata da un’altra poetessa polacca (della quale potete leggere in questo blog “L’esame”), Ewa Lipska, ed è tratta dal sito http://www.wysokieobcasy.pl/

Ewa Lipska ci ha raccontato che la notte di San Silvestro del 1989 Filipowicz e la Szymborska erano andati a casa sua e insieme avevano giocato a Scarabeo:

«Kornel era lo stesso di sempre, non manifestava ancora nulla. È stato un malaccio galoppante, il 28 febbraio 1990 era già morto».

Dopo la sua morte la Szymborska non ha più giocato a coda. Ha scritto la poesia Il gatto in un appartamento vuoto, che non ha mai letto in pubblico, e alcuni altri componimenti di addio, come al solito discreti, sobri, pur venati di disperazione.

 

Prendo atto

che la riva di un certo lago

è rimasta – come se tu vivessi ancora –

bella com’era.

 

Non ho rancore

contro la vista

sulla baia abbacinata dal sole.

 

Riesco perfino a immaginare

che degli altri, non noi,

siedano in questo momento

su un tronco rovesciato di betulla

Una cosa soltanto non accetto.

Il mio ritorno là.

Il privilegio della presenza –

ci rinuncio.

 

Ti sono sopravvissuta solo

e soltanto quanto basta

per pensare da lontano.

(Addio a una vista, in La fine e l’inizio, 1993)

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“Con Kornel Filipowic a pesca, per funghi e nella vita” si intitola il capitolo di “Cianfrusaglie del passato. La vita Wisława Szymborska”, il libro di cui riportiamo qui le pagine 252 e 253. Kornel Filipowic (nella foto) è morto 6 anni prima che la poetessa polacca vincesse il Nobel. In Polonia è stato da poco pubblicato il loro carteggio.

Quando, mettendo insieme queste tristi poesie elegiache, cominciò a delinearsi una raccolta, la Szymborska confidò a Bogusława Lataviec che le stava venendo troppo triste; ormai era così, ma siccome a lei non piaceva la cupezza, per bilanciare aveva iniziato a lavorare ad alcune poesie ottimistiche. Non pare esserle del tutto riuscito, anche se si vede che si è sforzata.

 

Questo orribile mondo non è privo di grazie,

non è senza mattini

per cui valga la pena svegliarsi.

(La realtà esige, in La fine e l’inizio, 1993)

 

«Un uomo meraviglioso e uno scrittore eccellente», diceva di lui la poetessa anni addietro in un documentario realizzato per la televisione tedesca. «Siamo stati insieme ventitré anni. Non vivevamo insieme, non ci davamo fastidio. Sarebbe stato ridicolo: uno scrive a macchina, l’altra pure… Eravamo come due cavalli che galoppano fianco a fianco. Capitava anche che non ci vedessimo per tre giorni di fila».

Sotto le finestre della Szymborska in via Chocimska cresceva un tempo un albero frondoso, un olmo. A detta di Urzula Kozioł, quella viva cortina di verde, che arrivava al balcone del quarto piano separando con il suo fittissimo fogliame la poetessa dal mondo, era uno dei motivi che l’avevano spinta a scegliere quell’appartamento.

«Doveva essere il 1991» raccontava. «Ero venuta da Breslavia con una piantina che avevo colto nel mio orto, per piantarla sulla tomba di Kornel. Insieme a Wislawa siamo andate al cimitero e quando siamo tornate ci siamo accorte che l’olmo sotto la finestra era stato tagliato e il balcone era nudo. Certamente l’albero dava fastidio a qualcuno, certamente il taglio era stato disposto con un permesso in piena regola, ma per lei è stato uno shock. Di punto in bianco si è trovata faccia a faccia con tutta quella bruttezza, quell’ordinarietà, con tutto quello che c’era oltre la sua finestra. Quando ha visto che al posto dell’albero era rimasto solo un patetico moncone è scoppiata a piangere. Ci sono cose che ai poeti non si fanno».

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«Wislawa preparava da mangiare, raccoglieva funghi, fiori, oppure teneva il retino. La chiamavamo Signora Retìna. A volte firmava così le cartoline dalle vacanze», ha detto Ewa Lipska alle biografe di Szymborska, raccontando delle battute di pesca fuori Cracovia.

*L’amore tra la poetessa Premio Nobel per la letteratura 1996 e lo scrittore Kornel Filipowicz raccontato da Anna Bikont e Joanna Szczęsna, collaboratrici del quotidiano Gazeta Wyborcza, in Cianfrusaglie del passato. La vita di Wisława Szymborska (Adelphi 2015, a cura di Andrea Ceccherelli).

Per tuffarmici dentro mi sono regalata una sospensione dal computer e dall’attualità, decisione quanto mai amorevole e saggia. Oddio, sono in ritardissimo, devo restituire il libro in Biblioteca!

(Paola Ciccioli)

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