di Wisława Szymborska*
Questa poesia di Wisława Szymborska – lasciamo stare gli aggettivi qualificativi che tanto sono tutte meravigliose – arriva con un saluto da Teresa Kozlowska attraverso Angela (Giannitrapani) che peraltro ci ha fatto conoscere.
Bisognorebbere sentire come legge i versi della poetessa polacca Premio Nobel, la nostra Teresa. E come le brillano gli occhi, mentre legge. Dobbiamo combinare qualcosa di bello. Torna, Teresa, dai.
Intanto: grazie! (e la precedenza va, ovviamente, alla versione in lingua originale)
(Paola)
Sono entrata nella pelle del gatto. La mia Gilda tutte le volte che torno dopo le assenze, si calma solo quando mi siedo al solito posto sul divano e lei si arrotola contro la mia gamba e lo fa di schiena prima , come per non cedere troppo presto. poi gira solo la testa, mi guarda, miagola qualcosa e quando le prendo la testa fra le mani, mi perdona ed io mi sento bene.
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Molta bella questa poesia, io però volevo sapere il tema centrale della poesia, e i versi che contengono le espressioni di perplessità e confusione. Grazie
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questi versi di nuovo sono capitati sotto gli occhi ed ancora l’emozione mi ha stretto il cuore. Non c’è più Gilda con me da tempo. C’è Lola altri occhi, altro colore, lei non viene quasi mai da me, sono io a doverla cercare ed accarezzare con garbo, come lei vuole, la sua tristezza di una casa diversa, senza erba, senza libertà di andare lontano e di tornare o non tornare al mio richiamo affannato.
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